si, mi occupo di arte, sia come artista che come storico.
Ti posso assicurare che l'arte antica è spesso molto più complessa di quella moderna o di quella contemporanea. Si tratta di non fermarsi dietro la bella o la brutta apparenza, come dici tu bisogna studiare. Bello e brutto sono categorie che non risolvono l'arte, oltre ad essere qualità soggettive e a cambiare col tempo. Tanto per fare un'esempio: i gamboni delle statue della venere greca erano dei gamboni da zampone di Modena, eppure a quei tempi quello era il canone di bellezza.
Oltre le giuste critiche sul che cosa fa arte (processo discriminatorio e funzionale al mercato), ci si deve sbarazzare di alcuni semplicistici criteri di valutazione, che sfociano in frasi come: a quei tempi erano immaturi; sarei capace anch'io a fare questo taglio, questo buco, questo scarabocchio; quanto è bello o quanto è brutto, ma qual è il verso giusto?, cercare la figura nell'astratto: guarda, non ci vedi un bambino, una casa... ecc. ecc. Quelle sono cose legate al disegno dal vero, alle proporzioni nel figurativo, all'arte rappresentativa, imitativa, non immaginativa, introspettiva, fantastica. Come disse Pablo Picasso, rispondendo a Renato Guttuso, il quale voleva avvicinare l'arte al popolo attraverso la riconoscibilità stilistica: non la comprendi? non devo essere io ad abbassarmi verso la gente ma la gente a sollevarsi verso l'arte. L'arte è cultura, non è illustrazione pubblicitaria, deve provocare un monimo di crescita nell'individuo, non saziare il nostro occhio e confermare le nostre posizioni ideologiche.
Ciao Simonetta
"Gli ultimi saranno ultimi se i primi sono irraggiungibili"