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l'Europa..

Naufragio: Calderoli, subito blocco navale davanti alla Libia


Una preghiera per le vittime. Impedire tragedie. Picchiare pugni su tavolo Ue
“Quella che potrebbe rivelarsi essere la più grave strage avvenuta nel Mediterraneo, tinge di rosso le coscienze di Renzi, Alfano e di tutti coloro che, per interesse o incapacità, continuano a incentivare la mattanza dei disperati”.
Lo dice Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato, che aggiunge: “Una preghiera e un pensiero per i poveri morti, vittime di quel falso buonismo che alimenta il terrorismo attraverso il traffico di esseri umani e sfrutta l'accoglienza come un business dal quale ricavare il massimo profitto”.

Calderoli propone due interventi immediati: “Sarebbe il caso di fermarsi, riflettere e mettere in atto le misure necessarie ad impedire il ripetersi di avvenimenti simili: l'unica soluzione è il blocco navale davanti alle coste della Libia, creando là in Africa dei campi dove accogliere e curare i bisognosi, ma anche dove verificare preventivamente chi ha davvero diritto all'asilo politico nel nostro paese”. E afferma: “Senza questi due interventi e senza picchiare i pugni sul tavolo di un'Europa che ci lascia soli a fronteggiare un'emergenza mondiale non sarà sufficiente versare nuove lacrime di coccodrillo, per ripulirsi una coscienza che - conclude - ormai è macchiata in modo indelebile”.

nn ha aggiunto anche l a s-boldrini perche anche lei fa parte di questo scenario anzi e la number one..
 
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Lo spettacolo mondiale della malafede
Onu, Ue, Usa e pure Italia hanno favorito l'esodo islamico e ora non sanno come fermarlo


Francesco Alberoni - Dom, 19/04/2015 - 07:00
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In tutti i Paesi del Medio Oriente e dell'Africa vi sono milioni di persone che vogliono venire in Europa per i più disparati motivi.


Una organizzazione di reclutamento li fa confluire sulle coste libiche, dove vengono ammassati su imbarcazioni fatiscenti e pericolose. Subito dopo i mercanti di uomini telefonano alla Marina italiana dando le coordinate per far recuperare le bagnarole. In questo modo noi italiani trasbordiamo ubbidienti ogni anno quasi duecentomila immigrati, per la maggior parte musulmani.

La nostra economia è in difficoltà ed essi costituiscono un ulteriore aggravio di spesa. Nelle grandi emigrazioni europee verso gli Stati Uniti partiva gente con la stessa tradizione culturale ed emigravano anche le élite che hanno dato un immenso apporto agli Usa. Per molto tempo le università americane sono state piene di professori europei. Invece gli immigrati che vengono dall'Africa e dall'Asia non ci apportano un sapere importante e hanno abitudini, gusti, tradizioni diverse. Gli islamici non ci amano, si organizzano per conto proprio attorno alla loro religione. L'Italia che è sempre stata culturalmente omogenea, rischia di venirne frantumata.

Perché non abbiamo fermato il processo prima? Perché non abbiamo imposto delle regole, dei limiti? Se fin dall'inizio avessimo escluso nel modo più assoluto di andare a prenderli davanti alle coste africane, la notizia si sarebbe diffusa in tutto il mondo e non ne sarebbero arrivati milioni per imbarcarsi. Anche ciò che ha mostrato la nostra televisione ha dato l'idea che tutti venissero accolti a braccia aperte, che tutti venissero aiutati, che in Italia ci fosse posto per tutti. Noi stessi abbiamo perciò stimolato, favorito questa immensa migrazione di popoli dall'Africa all'Europa senza un progetto per il futuro. Ma l'Unione europea, gli Usa, l'Onu e la Nato sono state indifferenti e inerti. Non hanno rimediato al disastro libico da loro prodotto e non sono stati nemmeno in condizione di distruggere i barconi degli scafisti prima che prendessero il mare. Che spettacolo di imprevidenza, di vanità e di malafede.
 
Trafficanti di morte: un business da 34 miliardi di dollari

Il Mediterraneo è sempre più affollato di persone che tentano di fuggire dall’Africa o dal Medio Oriente. Gli immigrati arrivano a pagare fino a 12mila euro per raggiungere l'Europa. E dietro a questo business spunta la longa manus dell'Isis.

Sergio Rame - Lun, 20/04/2015 - 12:14
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Trentaquattro miliardi di dollari. Una cifra da capogiro. È quanto vale il giro d'affari del traffico di esseri umani che, negli ultimi vent'anni, è costato la vita nel solo Mar Mediterraneo a 20mila persone.


Col risultato che il Canale di Sicilia è sempre più affollato di persone che tentano di fuggire dall’Africa o dal Medio Oriente per cercare una nuova vita in Europa. Stando alle fonti di intelligence, si muore di più sulla rotta libica che su quella tunisina, ma in ogni modo il mare è sempre più pericoloso e i trafficanti di esseri umani sempre più senza scrupoli.

Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), nel 2014 sono stati 219mila i rifugiati e i clandestini che hanno solcato il Mediterraneo per raggiungere le coste del Vecchio Continente. Più o meno nello stesso periodo (da ottobre 2013 al novembre 2014), durante l’operazione Mare Nostrum, ci sono state circa 3.500 vittime. Dall’inizio del 2015, sempre dati Unhcr, sono già circa 31.500 le persone che hanno intrapreso traversate marittime per raggiungere Italia e Grecia, rispettivamente il primo e il secondo principale paese di arrivo, e i numeri stanno crescendo ulteriormente. Sulle coste italiane, secondo dati del Ministero dell’Interno, da gennaio 2015 sono sbarcati 23.556 immigrati. Erano stati 20.800 nello stesso periodo del 2014. Una crescita del 30%, che a fine anno potrebbe tradursi in un aumento di circa 200 mila persone sbarcate sulle coste italiane. Aumenta anche il numero di chi non ce la fa: con il tragico naufragio avvenuto oggi in acque libiche, che avrebbe provocato la morte di circa 700 persone, sale a oltre 1.600 il bilancio dei morti stimati dall’inizio dell’anno. Due giorni fa, infatti, l’Unhcr stimava in 950 i morti da gennaio, ai quali vanno aggiunti gli oltre 700 che sabato notte sarebbero finiti in mare dopo che il loro barcone si è capovolto. Ma per fortuna c’è anche chi sopravvive a questi viaggi pericolosi: secondo la Guardia Costiera italiana, solo dal 10 aprile sono state salvate più di 8.500 persone.

Per salire su uno di questi barconi della speranza si arriva a sborsare dagli 9mila ai 12mila dollari. Come spiega l'Huffington Post, i punti di partenza sulla costa ad ovest di Tripoli sono Zuara, Sabratha, Sourman e Zanzur. Alle porte della capitale, invece, i clandestini vengono imbarcati a Tagiura. Chi parte da Misurata, invece, a Tarabuli. Tutte zone sotto il controllo del governo islamista di Tripoli. Un governo non riconosciuto dalla comunità internazionale e per di più legato ai miliziani di Ansar al Sharia che in Cirenaica combattono sotto le insegne nere del Califfato. I jihadisti di Ansar al Sharia, che nei mesi scorsi hanno giurato fedeltà a Abu Bakr al Baghdadi operano sicuramente a Sabratha, uno dei punti di partenza verso Lampedusa.


la s-boldrini dice i migranti sono l'avanguardia e presto sara uno stile di vita per tutti noi...
e questa e la terza carica dello stato..ma da quale lunario e sbarcata questa..
se sono disperati come fanno a sborsare 9mila dollari ..chi li finanzia i trafficanti e..quale regia sta dietro a questo business .. e l'italia con tutti i problemi che ha si deve sobbarcare anche di questi ..sotto la regia di alf-no
 
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costa alfano quanto costa all'italiano..
agenzia viaggi extralusso...
per maggiori inform chiedete al ministro costa..
 
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Settecento morti di buonismo
È la più grande tragedia dell'immigrazione. Renzi convoca l'Ue, ma finora è stato fermo dando retta ad Alfano & C.


Alessandro Sallusti - Lun, 20/04/2015 - 15:48
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Se i fatti saranno confermati quella di ieri è la più grande tragedia di sempre legata all'immigrazione clandestina.


Altri settecento morti - per il rovesciamento in mare di un barcone stracarico di essere umani - vanno ad aggiungersi alle migliaia di disperati partiti dalle coste africane è mai arrivate su quelle italiane. Altro che politica dell'accoglienza. Quella adottata dal governo italiano in accordo con le istituzioni europee è diventata una politica di morte, ormai a un passo dalla complicità con i trafficanti di uomini che organizzano la tratta. Una mafia che secondo le ultime stime fattura oltre trenta miliardi all'anno che vanno a finanziare terroristi, traffici d'armi e di droga.

Matteo Renzi, capace di battere i pugni sul tavolo con piglio decisionista contro amici e avversari se si tratta della legge elettorale, ma sulla questione immigrati appare imbambolato, indeciso a tutto, assolutamente inadeguato. Da tempo avrebbe dovuto pretendere dal capo dello Stato il via libera alle nostre forze armate per bloccare il problema alla radice. Cioè fare affondare i barconi che nei porti libici attendono il carico umano per salpare verso l'Europa.

Non è un'operazione difficile, non mancano i mezzi né la tecnologia necessaria. E invece niente, Renzi va ancora appresso alle strategie fallimentari del ministro dell'Interno Angelino Alfano (specialista nel requisire alberghi e alloggi), appare succube delle organizzazioni pseudo umanitarie - in Sicilia molte sono emanazione diretta di partiti di governo - che sull'accoglienza lucrano milioni (vedi l'intercettazione nell'inchiesta di Roma-mafia: si fanno più soldi con gli immigrati che con la cocaina), è culturalmente succube del presidente della Camera Laura Boldrini, quella che teorizza accoglienza no limits (salvo che a casa sua, ovviamente) e che nega le stragi di cristiani da parte di islamici per motivi religiosi.

Continuare ad assecondare questa gente porta solo a ingrassare le mafie e a riempire i cimiteri di cadaveri senza nome. Che almeno ci risparmino il lutto di circostanza e le conferenze stampa contrite. Da uomini di governo pretendiamo soluzioni, le estreme unzioni lasciamole ai preti.


nn abbiamo un governo ..anzi no ce l'abbiamo un governo ma di accccoglienza come dice la s-boldrini con tono marcato ..
 
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I profughi? Sono persone sequestrate e poi vendute ai trafficanti


I trafficanti di uomini che organizzano i viaggi dei profughi che tentano di raggiungere l’Europa ‘comprano’ gruppi di profughi (con quali soldi?) da altre organizzazioni criminali operanti in Africa, che li avevano precedentemente sequestrati e poi venduti. Capito perché li fanno salire sui barconi sotto la minaccia delle armi?

E’ uno dei retroscena emersi dall’operazione ‘Glauco 2′ della Polizia di Stato, coordinata dalla Dda di Palermo, che oggi ha portato all’arresto di 14 trafficanti, mentre altri dieci sono riusciti a sfuggire al fermo perché in Libia. Tra i capi dell’organizzazione criminale spiccano Medhanie Yehdego Mered e Ermias Ghermay, operanti sul territorio africano tra il Centro Africa, in particolare in Etiopia, Sudan, Eritrea e la Libia, “rivestendo il ruolo di capi e promotori del sodalizio, provvedevano ad organizzare dapprima la rotta terrestre dei migranti per consentire loro di raggiungere le coste del Mediterraneo dove gestivano i luoghi per la loro concentrazione, anche vigilati da guardie armate, nei pressi di Zwarah e di Tripoli”, scrivono i magistrati nel provvedimento di fermo.

Da qui, in seguito, organizzavano dietro compenso le traversate via mare “per raggiungere la Sicilia, nonché mettevano i migranti in contatto con i loro referenti sul territorio italiano per organizzarne la ricezione in Sicilia ovvero la fuga dai centri di accoglienza per poi aiutarli, dietro ulteriore pagamento, a raggiungere i paesi del Nord Europa individuati quale meta finale dal migrante”.
 
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CIMITERO MEDITERRANEO – UN BARCONE CON 200 MIGRANTI VA A FONDO DI FRONTE A RODI, IN GRECIA – PER ORA SALVATE SOLO 57 PERSONE – L’IMBARCAZIONE ERA PARTITA DALLA TURCHIA

L’imbarcazione ha urtato uno scoglio e ha cominciato a imbarcare acqua. I migranti si sono immediatamente buttati in mare senza aspettare i soccorsi. Recuperati per ora tre corpi, ma si temono molte vittime…


Un barcone con 200 migranti è naufragato davanti alla costa orientale di Rodi, in Grecia. Lo riferiscono i media locali. Per ora sono stati recuperati tre corpi, tra cui quello di un bambino, mentre 57 sono stati messi in salvo ma si temono molte vittime.

Stando alle prime informazioni fornite da testimoni che al momento del naufragio si trovavano sulla spiaggia di Zephyros di fronte alla quale il barcone ha cominciato ad inabissarsi dopo aver urtato contro uno scoglio, sull'imbarcazione c'erano almeno 200 persone che sono saltate in acqua senza attendere i soccorsi ed hanno cominciato a dirigersi a nuoto verso terra sotto gli occhi sbigottiti di residenti e turisti accorsi sul posto

Dalla Guardia costiera si è appreso che i tre cadaveri recuperati sono quelli di un bambino, di un uomo e di una donna. Secondo le autorità greche il barcone era partito dalle coste della vicina Turchia ma i trafficanti avevano abbandonato l'imbarcazione quando ancora si trovava al largo dell'isola di Rodi.
 
L'allarme che fa tremare l'Europa:"Libia, un milione pronti a partire"


"In Libia si calcola che ci siano tra 500 mila e il milione di siriani e subsahariani in attesa di fuggire verso l’Europa". Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Maurizio Scalia, parlando coni giornalisti degli arresti per traffico di esseri umani. "Il prezzo medio pagato dai migranti per raggiungere la Libia da paesi come l’Etiopia, ad esempio, si aggira sui 5000 dollari. Il viaggio verso l’Italia, via mare sulle carrette del mare, costa sui 1500 dollari. L’organizzazione, previo pagamento di circa 400 euro, consente la fuga dai centri della Sicilia e allestisce il viaggio verso altri Paesi europei con l’ulteriore pagamento di circa 1500 euro. È evidente che i migranti costituiscano per questa organizzazione un’ingente affare di tipo economico. Scalia, commentando l’operazione Glauco II che attraverso lo Sco ha consentito di sgominare una organizzazione dedidata al traffico di esseri umani, ha tratteggiato uno scenario inquietante.
 
Mediterraneo, un mare di morti


700 cadaveri in acqua in un solo naufragio. 700 vite sprecate. 700 sogni infranti. Ma forse anche di più. E si teme che ogni giorno ne muoiano a decine, di questi sciagurati, senza che se ne sappia nulla. Una scia di disperazione e dolore che macchia di sangue e di vergogna le azzurre acque del Mediterraneo.

Degli altri, di quelli dei Paesi del Medio Oriente, non dico. Non li conosco. Vengono da terre che non ho mai visitato. Mi sembrano, comunque, molto lontani da me, da noi. Ed è ormai evidente che ci odiano. Vengono qui, anche loro, non certamente per CONvivere; piuttosto, sono pronti a prenderci a calci in culo, se va bene, e cacciarci da casa nostra. Hanno qualche millennio di arretratezza e di rabbia mai risolta. Ci chiamano ancora Crociati. Come se fosse un’offesa.

Tutti loro, neri e non, sono vittime, in primis, del malaffare. Una nuova mafia ad ampio respiro internazionale che si occupa solo di trasporto e macellazione di carne umana ignorante. Da un continente all’altro. Sempre per farle fare la fame e sfruttarla. Che siano, infatti, nella loro terra, oppure che riescano ad arrivare vivi in Occidente, i più restano ai margini. Cambia la malta per la costruzione dell’abitazione (dalla merda di vacca africana, si passa al cemento pieno di rifiuti tossici europeo), ma il resto è uguale. Stessa emarginazione, stessa disperazione, stessa rabbia.

E, comunque, molti, in questo viaggio della speranza, ci rimettono la pelle. Il nostro mare è un cimitero. Quasi da schifarsi pure di mangiare il pesce pescato. E la politica occidentale, soprattutto quella imbecille italiana, resta immobile. O, al limite, straparla come certe eroine dell’accoglienza che, però, a casa loro non se li portano mica, i profughi puzzolenti e sconosciuti. Li accarezzano per le foto, poi, scortate come un carico d’oro di Fort Knox, tornano a Palazzo a controllare il bonifico dello stipendio milionario. Esticazzi dei neri e dei siriani con la rogna…

Di chi, dunque, la responsabilità? Non certo degli scafisti! I nuovi Kapò del mare. Gentaglia che venderebbe la madre morta ad un plotone di pervertiti. No, le colpe vanno più in alto. Proprio ai buonisti del cazzo di cui sopra, che continuano a permettere questo schifo di traversate!

Considero assassini e stragisti, responsabili di genocidio, tutti coloro che, appoltronati comodi nelle sedute di governo, con il loro reiterato rifiuto di fermare questo immondo esodo a pagamento, gonfiano le tasche della malavita in tutte le sue forme. Sia quella che li carica sui barconi della morte, che quella che si ingrassa con la falsa fraterna accoglienza nel nostro Paese.

L’Italia onesta non ne può più! E il Sud men che meno!

In queste terre meridionali, li vediamo vagare, affamati, malati, sporchi e spesso cattivi, senza mèta, né speranza. Li guardi negli occhi gonfi di stanchezza, disillusione e tristezza e ti rendi conto che tornerebbero anche a casa, se non temessero la sconfitta e, forse, la morte. O, magari, solo la derisione di amici e parenti.



Vittime in casa loro delle guerre, della fame e delle malattie, cercano di dare forma ad un sogno tentando di raggiungere quell’Occidente che è troppo lontano per gente semplice come la maggior parte di loro. Quando li incontro in Africa, durante i miei viaggi, mi fanno quasi tenerezza per la loro naiveté. La loro innocenza. Unica fissazione, fotterti qualche euro per mangiare. E, spesso, lo fanno per un padrone che a fine giornata li premia giusto con il necessario per sopravvivere. I neri d’Africa.

E noi, con loro qui, misuriamo la nostra sopportazione. La tolleranza. La voglia di comprendere e accettare. Oggi a zero.

“Basta negri e gente forestiera”, mi dice un’anziana vicina di casa. Raccoglitrice d’olive con pensione da vergogna, è stata vittima di scippi e furti in casa. “L’ultima volta parlavano come la badante della signora Lina.” Gente dell’est, direi.

Sciamano per i paesini e spaventano con la loro fame. Che qui nessuno può sedare.

E non parlo del sospetto che mi rode l’anima in tempi di Isis. Quante migliaia di terroristi abbiamo fatto sbarcare sulle nostre coste?

E la Boldrini si preoccupa, magari dopo un pranzo pesantuccio, dell’obelisco con la scritta DUX e MUSSOLINI al Foro Italico a Roma? E vorrebbe, come i terroristi islamici, buttare giù un monumento italiano? Ma, allora buttiamo giù anche il Colosseo e tutti i Fori: anche i Romani, in fondo, furono “dittatori”. Oppure chiediamole di andarsene. Magari in un Paese dove si trovi meglio che qui. Magari una terra d’oltremare. Magari l’Isis.
scritto da nino spirli

quella che la s-boldrini nn ha capito ancora ma questa e sbarcata da un altro lunario..
e continua con l accoglienza a 360gradi ..
purtroppo sono loro a dirigere la politica e gli italiani si devono ormai rassegnare o almeno
aspettano che cade il governo e si va di nuovo alle elezioni..ammesso sempre che ci fanno votare..
perche ormai ci hanno tolto pure quello ..nn abbiamo piu il diritto di rappresentare il nostro premier..
per ora continuiamo ad assistere questo spettacolo ..sotto la regia di alf-ano
che deve trovare 6000 posti nel nord italia...
continuando di questo passo nn so dove andremo a finire..

https://www.youtube.com/watch?v=E7QePDmPHfk
 
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Consap: la polizia non e in grado di gestire questo esodo, chiediamo caschi blu ONU

La Polizia italiana non è in grado di gestire questo esodo, chiediamo l’intervento immediato dei caschi blu dell’Onu e della Croce rossa internazionale. La denuncia del sindacato di Polizia Consap.


Dobbiamo essere onesti con noi stessi e anche con gli altri- dichiara il dirigente nazionale e Segretario provinciale di Palermo del sindacato di Polizia Consap. La Polizia italiana, e in generale le forze dell’ordine italiane, ma anche il sistema sanitario nazionale non sono in grado di gestire ed affrontare un esodo biblico di questa portata.

Una indagine della Squadra mobile di Palermo ha evidenziato una tremenda realtà: sarebbero circa un milione i disperati che dalla Libia sarebbero già pronti a venire in Europa (ma gli sbarchi iniziali sono quasi tutti in Sicilia) nel prossimo futuro. Un esodo di questa portata, con tempi così ristretti, non è mai avvenuto nella storia dell’umanità, tranne con la fuga dall’Egitto degli Ebrei! E se sui 300 mila arrivati fino ad ora, di 100 mila abbiamo perse le tracce, immaginate cosa potrebbe succedere con numeri maggiori! E dietro questo esodo c’è una criminalità organizzata, fortemente radicata anche in Italia, che lucra tantissimo con questo Eldorado dei profughi.

Il sistema di sicurezza italiano non è assolutamente in grado di gestire un evento di questo tipo. Non abbiamo mezzi (non tutti i poliziotti impegnati nell’accoglienza e nell’accompagnamento degli immigrati sono stati ancora dotati di tuta, guanti e mascherine adatte!!) e uomini per gestire l’ordinario, figuratevi se siamo in grado di gestire lo straordinario, e poi uno extra-ordinario gigantesco come questo. Allo stesso modo il sistema sanitario e in generale i servizi territoriali italiani non sono in grado di sostenere un urto tale.

Gli immigrati, e lo sappiamo tutti, possono essere involontari portatori di malattie infettive. Basti pensare quello che è successo a Palermo la settimana scorsa, quando sono arrivati quasi un centinaio di migranti affetti da scabbia ( che non è una malattia grave o mortale, ma è fortemente infettiva e tutt’altro che piacevole). Ebbene alcune di queste persone malate se ne sono partite in treno verso il nord, mentre un altro gruppo, tra i quali almeno una dozzina con la scabbia è rimasto a dormire per tre giorni sotto i portici della Stazione centrale.

Per questo motivo, se non si possono ipotizzare soluzioni politiche a breve scadenza e l’Unione Europea appare fredda verso il problema, la Consap chiede l’intervento immediato dei Caschi blu dell’Onu e della Croce rossa internazionale, a maggior ragione in Sicilia che è la terra naturale per la prima accoglienza. E non è una provocazione, ma la presa di coscienza di una tragedia che si sta consumando!
Anche se non c’è nessuno che spara, qui siamo in un teatro di guerra vero e proprio- aggiunge ancora Igor Gelarda. Di poveri cristi morti ce ne sono stati tantissimi, la criminalità organizzata è all’opera e mi sembra pure, dopo l’episodio della strage dei cristiani sul barcone nel canale di Sicilia e i massacri dei cristiani in Libia, che ci sia anche una guerra di religione in corso.
Igor Gelarda
Dirigente Nazionale Consap

nessuno pero vuole risolvere il problema all'origine ..(mistero)..mentre il politacally correct (pd) crede di risolvere il problema del continente africano qua .in sicilia con i centri di accoglienza sono tutti al collasso .. l'europa se fosse davvero un europa con le p...le a quest'ora
sarebbe gia intervenuta per fermare questa ondata di clandestini ma siccome il disegno dell'europa in fondo e proprio questa (destabilizzare i popoli) ..se no nn si spiega perche ancora nn interviene ..e quindi e complice anche lei stessa di tutto questo..facendo il doppio gioco..perche tutti in fondo sappiamo che poi questi verranno sfruttati per il lavoro nero perche questi si accontentano di poco ..se nn hanno fatto nulla di buono nei loro paesi per progredire per il loro benessere.. qua in europa cosa possono fare..vedrete ci saranno sempre piu bande di delinquenti che li useranno per questi scopi...perche il lavoro nn ce ne nemmeno per i cittadini eu. e quindi come faranno per sopravvivere.. mentre il politacally correct questo problema nn se lo pone loro sono favorevoli all'accoglienza e basta dopo quello che succede poco importa a loro ..perche in fondo loro stanno bene ..
abbiamo un europa che rimane a guardare e dobbiamo chiedere aiuto ai caschi blu dell'onu..
 
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Ecco a cosa sarebbe servito un politico come Dittatore (se lo avessimo avuto!), per fregarsene dell'Europa
ed intervenire con 'il blocco navale'. Bisogna fermarli prima e in ogni caso affondare i barconi dopo averli salvati.
Purtroppo siamo senza una Repubblica e abbiamo personaggi che pensano solo a farsi gli 'affari loro'.
Non dimenticate quel BUON UOMO di Prodi che dopo aver svenduto la LIRA con chissà quali
interessi (insieme ad Amato e Ciampi), voleva anche farsi eleggere capo dello stato. Sarebbe stata una vera beffa per
il popolo italiano: umiliato e non oso aggiungere altro.
DOBBIAMO FARE QUALCOSA!
ma cosa possiamo fare se non attendere le prossime elezioni, se ce le faranno fare!

nino
 
Scafisti: la UE non ci farà niente, sono bugiardi che dicono chiacchiere da anni


Oltre il danno, la beffa. Gli scafisti non temono minimamente le azioni che l’Europa potrà mettere in campo per contrastarli. Sono solo parole, per loro, le minacce che arrivano in queste ore che seguono la più grande tragedia del Mediterraneo. Non solo. Non intendono fermarsi nonostante tutti quei morti perché la loro è una vendetta nei confronti dell’Ue che ha contribuito a rovesciare il regime del colonnello Gheddafi. Lo dice chiaramente Hajj un nome di fantasia dietro al quale si cela uno dei principali trafficanti di esseri umani di Zuara, la città sulla costa della Libia nord occidentale che è uno dei più importanti punti di imbarco per i migranti che attraversano il Mediterraneo diretti in Italia.

“Bugiardi” – In un’intervista esclusiva al Guardian Hajj si prende gioco di noi: “Stanno solo mentendo, sono dei bugiardi. E non è la prima volta. L’anno scorso successe la stessa cosa quando ci furono altre tragedie. La gente dei diritti umani si mise a fare discorsi e i politici si riunirono e dissero che avrebbero fatto qualcosa. Ma non successe nulla. Sarà lo stesso“. “Che faranno”, chiede ironicamente Hajj in un’intervista esclusiva al Guardian, rilasciata nelle ore successive alla riunione in Lussemburgo nella quale i ministri degli Esteri e degli Interni della Ue hanno dichiarato guerra ai trafficati, “metteranno qui due fregate? Due navi da guerra? In acque libiche? È un’invasione”. ,
Vendetta nei confronti dell’Ue – Hajj, che non rivela il suo vero nome, ha 33 anni, è laureato in legge e appartiene alla minoranza Amazigh, la tribù berbera i cui membri gestiscono il traffico dei migranti a Zuara sostiene di avere fatto arrivare mille persone in Italia la scorsa settimana, e afferma di agire per una sorta di ’vendetta’ nei confronti dell’Unione europea.

La Ue, dice ha avuto il merito di avere contribuito nel 2011 a rovesciare il regime del colonnello Gheddafi, che aveva a lungo oppresso la minoranza Amazigh. I traffici di migranti, afferma Hajj, durante il regime erano l’unica fonte di reddito per i berberi di Zuara. Dopo la caduta di Gheddafi, “volevamo restituire il favore alla Ue perché si schierò con noi contro il tiranno e mostrare che (il traffico, ndr) poteva smettere”, spiega Hajj. Ma i successivi stravolgimenti in Libia, con l’indifferenza del governo e della Ue per la sorte dei berberi, hanno spinto i trafficanti di Zuara a riprendere le loro attività criminali. “Era tutta apparenza”, dice. “Il governo libico non sta dalla nostra parte e nemmeno la Ue ci aiuta. Se tu non mi proteggi, io non ti proteggo. Ti metterò pressione”.


adesso dicono che lo fanno per vendetta perche Ue ha contribuito a rovesciare il regime del colonnello Gheddafi
 
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Gianni Morandi difende su Facebook i migranti e viene insultato dai fan

Pioggia di critiche al cantante bolognese reo di aver paragonato gli immigrati africani ai migranti italiani dei primi del '900


Francesco Curridori - Mar, 21/04/2015 - 17:31

"A proposito di migranti ed emigranti, non dobbiamo mai dimenticare che migliaia e migliaia di italiani, nel secolo scorso, sono partiti dalla loro Patria verso l'America, la Germania, l'Australia, il Canada...

con la speranza di trovare lavoro, un futuro migliore per i propri figli, visto che nel loro Paese non riuscivano ad ottenerlo, con le umiliazioni, le angherie, i soprusi e le violenze, che hanno dovuto sopportare! Non è passato poi così tanto tempo...". A scriverlo è Gianni Morandi su Facebook a corredo di una foto che aveva postato mettendo a confronto due navi: sopra quella degli italiani di inizio secolo e più in basso una carretta del mare dei nostri giorni piena di immigrati provenienti dall'Africa.

Il seguitissimo Morandi, però, stavolta non riceve la sfilza di commenti positivi ma tra i suoi fan si scatena un acceso dibattito. C'è chi polemicamente gli risponde: "Sì, Gianni, però ricordati che ai nostri immigrati non davano alberghi sussidi case popolari telefoni ecc ecc" e chi entra più nello specifico della vita dei nostri emigranti: "Per entrare negli Stati Uniti dovevano avere un invito da qualcuno che garantisse per loro.
Dovevano stare in quarantena ad Ellis Island e facevano i lavori peggiori. Leggetevi VITA di Melania Mazzucco ed avete una chiara idea di come era la situazione. E guai a infrangere le leggi".

Altri, invece, gli pregano di non confendere le cose: "Anche nella mia famiglia ci sono stati dei migranti, ma quando sono arrivati sul posto, si sono dovuti adattare, hanno lavorato come muli per avere qualche cosa. Qui invece parliamo di persone che arrivano piene di pretese, che gli vengono forniti schede telefoniche, cellulari di ultima generazione, soldi, connessioni wi-fi. Senza contare gli alberghi con piscina dove sono ospitati e il cibo che buttano perché non è di loro gradimento. Come i nostri italiani? Non diciamo cazzate". Anche un figlio di un emigrato italiano rifiuta l'accostamento tra i due tipi di migrazione in una maniera non molto educata: "Ma vaffanculo con questa storia degli italiani. Mio padre ha lavorato all'estero ed era un migrante. Non è andato da clandestino, non gli hanno dato una lira, non lo hanno alloggiato da nessuna parte, lo hanno rinchiuso una settimana per fare tutti gli esami di idoneità fisica e sanitaria. Non mi pare sia la stessa cosa. Poi gli italiani sono andati in tutto il mondo che è tanto grande, invece gli africani vengono tutti in Italia che è tanto piccola!!!!!!!!!!".
 
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ALL’ESTERO COME AFFRONTANO LA QUESTIONE IMMIGRAZIONE? NEGLI USA HANNO ERETTO 1000 KM DI BARRIERA AL CONFINE CON MESSICO, L’INDIA HA 3 MILA KM DI FILO SPINATO CON IL BANGLADESH, L’AUSTRALIA HA ADOTTATO IL BLOCCO NAVALE

Riccardo Pelliccetti per “il Giornale”

Tante parole ma poche azioni concrete per l'emergenza immigrazione. L'Italia continua a essere prigioniera di se stessa. Eppure le soluzioni ci sono. Ieri parlavamo di blocchi navali o di affondare le imbarcazioni degli scafisti prima che carichino i disperati. Soluzioni drastiche, alcune già usate dall'Italia in Albania, altre in uso da molti Paesi.


STATI UNITI
I messicani lo chiamano «muro della vergogna», ma i quasi 1.000 km di barriera che corrono lungo il confine tra Usa e Messico hanno frenato l'immigrazione illegale. Nei primi anni Duemila, ogni anno attraversavano il confine almeno 500mila clandestini, attratti dal sogno di un lavoro e di una paga migliore.

Alla fine Washington ha dovuto correre ai ripari. Illuminazione ad alta intensità, rete di sensori elettronici, visori notturni per le 17mila guardie di frontiera, che vigilano il confine con fuoristrada ed elicotteri armati. I costi sono stati altissimi e la barriera, in alcuni tratti di lamiera metallica in altri di cemento, non copre tutta la frontiera, lunga 3.169 km. Sono rimaste aperte delle aree quasi inaccessibili, come il deserto di Sonora o i monti dell'Arizona, dove i clandestini cercano di infiltrarsi rischiando la vita.

BULGARIA
La Bulgaria, membro della Ue, è uno degli ultimi paesi ad aver eretto un muro sul confine. Nel novembre 2013, il governo ha deciso che la recinzione, di reti metalliche e filo spinato, sia lunga circa 160 km e che ogni 100 metri ci sia un soldato di guardia. La prima frazione, finita lo scorso settembre, è lunga 32 chilometri ed è stata eretta sulla frontiera turca più infiltrata da immigrati e profughi. I lavori dovrebbero essere completati entro fine anno, ma i pochi chilometri di muro hanno già dato dei risultati: nel 2014 solo 4mila persone sono entrate illegalmente rispetto alle 11mila dell'anno precedente.

SPAGNA
I governi di Madrid hanno sempre tenuto sotto controllo i loro confini, sia terrestri sia marittimi. L'Onu ha spesso storto il naso sulla politica spagnola, soprattutto per quanto riguarda le città autonome spagnole di Ceuta e Melilla, in Nord Africa. Le frontiere con il Marocco delle due enclave (una di 8 l'altra di 12 km) hanno una doppia barriera parallela alta circa tre metri in rete metallica e filo spinato.

Ci sono posti di vigilanza, pattugliamenti e una rete di sensori elettronici, oltre a numerose telecamere. Chi cerca di entrare senza permesso viene respinto e perde anche il diritto alle garanzie previste per chiedere asilo. L'opera è stata pagata dall'Ue, che ha già dato il beneplacito all'innalzamento della barriera fino a 6 metri.

AUSTRALIA
Il governo di Canberra ha istituito una sistema di protezione militare che conta sull'impiego della Marina per fermare qualsiasi infiltrazione. Un blocco navale. Il tutto è accompagnato da filmati e manifesti diffusi in numerose lingue con il messaggio di un generale delle forze armate australiane: «Qualsiasi imbarcazione irregolare sarà espulsa militarmente. Il provvedimento si applica a tutti: famiglie, bambini, minori non accompagnati. Non venite in Australia senza un visto. Non ascoltate chi vi dirà che si può fare. Queste persone vogliono i vostri soldi, e vi metteranno in pericolo».

Naturalmente i buonisti di mezzo mondo hanno subito recalcitrato, Onu in prima fila. Ma la risposta del premier Tony Abbott è stata chiara: «Penso davvero che gli australiani siano stanchi di ricevere lezioncine dalle Nazioni Unite, soprattutto perché fermando le navi abbiamo fermato le morti in mare». E i numeri gli danno ragione: dal 2013 gli sbarchi sono diminuiti del 90%.


in italia invece abbiamo la s-boldrini e alf-ano .. e che cosa volete ottenere da questi due..
 
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Immigrati, quelli "ricchi" arrivano in Sicilia sullo yacht: agli scafisti 8.500 euro a persona


Ci sono disperati di serie A e di serie B. Questi, il più delle volte, muoiono o rischiano la vita sui gommoni e sui barconi fatiscenti nel Canale di Sicilia. I primi, invece, quel viaggio verso l'Europa lo percorrono a bordo di veri e propri yacht, imbarcazioni da 25 metri in ottime condizioni come quella che la squadra mobile di Ragusa ha accolto a Pozzallo, con a bordo 98 profughi tutti di origine siriana e palestinese salvati al largo di Siracusa. Per una traversata più sicura, questi migranti di lusso hanno pagato 8.500 euro ai tre scafisti, anch'essi di nazionalità siriana. Nelle previsioni degli organizzatori del viaggio clandestino, lo sbarco sarebbe dovuto avvenire su una spiaggia siciliana, da dove gli scafisti sarebbero partiti per un altro viaggio. Nelle loro tasche sarebbero finite circa 800mila euro. La tariffa per questo servizio "privilegiato" è nettamente superiore a quella sborsata dagli oltre 800 immigrati morti nell'ultima tragedia del Mediterraneo, 1.500 dollari a testa.
 
L'Italia paga gli scafisti


Se l’ipocrisia fosse mortale, in questi giorni avrebbe fatto una strage. A proposito dei 700 morti per il rovesciamento del barcone su cui viaggiavano, le pagine dei giornali infatti traboccano di finto sgomento. Le parole che vi si leggono sono così inutili, così scontate, così manifestamente bugiarde, che scivolano via senza lasciare traccia, consunte dall’uso che se n’è fatto in questi anni di fronte ad ogni tragedia del mare. «Fantasmi che pesano sulle nostre coscienze», ha titolato La Repubblica un pezzo di Roberto Saviano, lo scrittore prêt à porter buono per ogni stagione purché politicamente corretta, sia che si parli degli amici immigrati sia che si discuta con gli amici di Maria De Filippi. Non so su quali coscienze pesino le centinaia di persone finite in fondo al mare al largo delle coste libiche. Di sicuro non pesano sulla nostra, dato che da anni denunciamo l’incapacità della politica di dire la verità a proposito di un’immigrazione senza frontiere. Forse peseranno sulla coscienza di chi, fingendo di essere rammaricato per l’ennesima strage, poi non sa dire altro che banalità a proposito della bontà che non ha più cittadinanza. Forse peseranno sulla coscienza di chi, con la pretesa di difendere i diritti dei libici a non avere un dittatore, ha appoggiato una guerra che in Libia ha spodestato e barbaramente assassinato un dittatore, per sostituirlo con un’altra e peggiore dittatura: quella della paura, quella del fanatismo islamico e dei predoni, che magari sono musulmani, ma venerano più il denaro di Allah.
 
Immigrazione, la mossa della Ue: "Possibile un'operazione militare"

Giovedì il Consiglio europeo straordinario. Renzi: "Distruggere i barconi e raddoppiare Triton". E il Vaticano alza la voce: "Il blocco navale è un'idea orrenda"


Sergio Rame - Mar, 21/04/2015 - 21:58

Le operazioni di sequestro e distruzione delle imbarcazioni utilizzate dagli scafisti per trasportare gli immigrati in Europa dovranno essere condotte attraverso "una missione militare e civile" dell’Unione europea.


Natasha Bertaud, portavoce della Commissione Ue in materia di immigrazione, chiarisce uno dei dieci punti del piano presentato ieri dall'Esecutivo Ue ai ministri degli Esteri e degli Interni riuniti a Lussemburgo.


La missione dovrebbe essere simile alla missione "Atalanta", operazione militare dell'Ue in corso contro i pirati al largo delle coste somale. "Il mandato della nuova operazione non è stato ancora deciso", ha puntualizzato la Bertaud spiegando che la questione sarà discussa dal Consiglio europeo straordinario di giovedì prossimo. In quella sede Matteo Renzi si impegnerà affinché nel piano rientrino anche "gli interventi nei Paesi d’origine, la distruzione dei barconi, il raddoppio di Triton, la ricollocazione d’emergenza condivisa tra tutti i Paesi, la collaborazione con le Nazioni unite e lo sforzo comune alle frontiere meridionali della Libia". Per il premier "se davvero finalmente alle parole scritte corrisponderanno fatti concreti per l’Europa sarà un primo passo". Ma la strada da fare è ancora tanto lunga. Anche il ministro dell'Interno Angelino Alfano l'obiettivo primario della nuova missione deve esser impedire che gli scafisti prendano il largo affondando i barconi prima che partano. "Noi da soli non possiamo farlo - ammette - è in corso un negoziato con Onu e Ue per avere, in un quadro di legalità internazionale l’autorizzazione a questo intervento".

"Siamo in presenza di un fenomeno per certi aspetti inedito, ma per altri tristemente già visto ai tempi della tratta degli schiavi -prosegue Renzi- criminali che prendono soldi lucrando sulla carne umana: solo l’Italia ne ha arrestati oltre mille". La scorsa settimana Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere, aveva segnalato in un comunicato stampa che gli scafisti hanno fatto ricorso già due volte quest'anno alla violenza per recuperare le imbarcazioni sequestrate dalle guardie costiere europee. Segno che, stando ai tecnici di Frontex, "c’è un carenza di imbarcazioni" a disposizione degli scafisti. Dal Vaticano, poi, è arrivato un durissimo monito contro il blocco navale ipotizzato nelle ultime ore. "Quella di «bloccare persone disperate che fuggono dalla fame o dalla guerra è un’idea mostruosa, orrenda, inumana - tuonano dalla Santa Sede - lo chiamerei un crimine di guerra".

no comet ...
 
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Immigrazione: l'Austria blocca i profughi alla frontiera

L'accordo di Dublino impone ai profughi di rimanere sul suolo italiano se qui avviene la procedura di identificazione. Intanto però l'Italia continua a dover subire, da sola, il carico di un'ondata migratoria senza precedenti

Mario Valenza - Mer, 22/04/2015 - 14:10

L'Italia sempre più sola nell'affrontare l'emergenza immigrazione. Il nostro Paese non può contare sull'appoggio dei vicini per smistare i flussi migratori.

La situazione è esplosiva al confine con l'Austria. Migliaia di profughi provano a varcare la frontiera per raggiungere il cuore dell'Europa ma puntualmente vengono respinti dalla polizia austriaca e da quella tedesca. Ai profughi viene ordinato di abbandonare i treni su cui viaggiano e vengono rimandati indietro. Si tratta di etiopi, eritrei e sudanesi. La situazione è sempre più critica. A lanciare l'allarme è il Siulp, il sindacato di polizia: "È arrivata l'onda lunga di un esodo biblico - spiega il segretario provinciale Mario Deriu - non sappiamo più come tenerli, è come voler fermare un fiume in piena". Germania e Austria non hanno intenzione di far mettere piede nel loro territorio. Vienna e Berlino hanno un solo problema: rassicurare i cittadini sul fatto che gli immigrati provenienti dall'Italia saranno bloccati alle frontiere.

Di fatto l'accordo di Dublino impone ai profughi di rimanere sul suolo italiano se qui avviene la procedura di identificazione. Intanto però l'Italia continua a dover subire, da sola, il carico di un'ondata migratoria senza precedenti. C'è chi prova a sfuggire ai controlli aggrappandosi ai treni merce, ma in pochi riescono a fregare la polizia austriaca. Con la primavera e l'estate che si avvicina a Bolzano cresce lo stato di allerta. Un milione di profughi potrebbe arrivare dalle coste libiche. Dopo l'approdo in Sicilia in tanti faranno rotta verso il Brennero.

austria e germania ..invece noi abbiamo la s-boldrini e alf-no ...
 
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Sull'invasione la politica è senza vergogna
L'immobilismo della politica cialtrona sugli immigrati

Piero Ostellino - Mer, 22/04/2015 - 07:00
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Ogni volta che si rovescia un barcone di migranti diretto alle nostre coste, e ne muore qualcuno, i media grondano lacrime di coccodrillo e la politica lamenta che l'Europa ci abbia lasciati soli ad affrontare il fenomeno dell'immigrazione, ma non facciamo nulla per affrontare e risolvere noi il problema.

In realtà, se fossimo un Paese serio e avessimo un governo serio, avremmo già provveduto. Poiché, dopo tutto, si tratta di combattere la criminalità che specula sui viaggi della disperazione, basterebbe bloccare sul nascere la partenza dei barconi nelle acque prospicienti i Paesi d'origine con opportune misure di polizia marittima. Invece, subiamo passivamente l'invasione, limitandoci, con la nostra generosa Marina militare, a soccorrere umanitariamente i migranti in difficoltà, che continuano a morire e ad arrivare a frotte e minacciano una vera e propria colonizzazione che sconvolgerebbe i nostri equilibri demografici e sociali. Scarseggiano già i centri di accoglienza, ma non facciamo ciò che Paesi meglio organizzati, come la Germania e la Svizzera hanno fatto da tempo: non contingentiamo l'accoglienza di immigrati sulla base delle capacità di inserimento nella nostra economia, perché così vogliono un Papa populista e demagogo e una irresponsabile presidente della Camera - bella donna, ma che palesemente non sa quel che si dice -, figlia di una cultura politica cialtrona.

Il problema dell'immigrazione clandestina è lo specchio della miserevole condizione del Paese. Non c'è uno straccio di politica dell'immigrazione; assistiamo alla loro morte in mare, subiamo passivamente l'arrivo di centinaia di immigrati, non sapendo che farne, persino di fronte al pericolo di ingresso di eventuali terroristi; ne prevediamo centinaia d'altri e restiamo inerti, salvo parlarne sui media come fosse solo un dato statistico, non umano e tanto meno politico; i media, per parte loro, nel timore di disturbarlo, non chiedono al governo di darsi da fare. Così, le nostre strade brulicano di immigrati che fanno, per elemosina, i lavavetri delle auto ferme al semaforo: uno spettacolo mortificante per loro, abbandonati a se stessi, e per lo Stato paralizzato dall'incompetenza e dall'assenza di capacità di decisione. Il governo ne parla come se la cosa non lo riguardasse, probabilmente contando su fantomatici controlli di polizia (?) una volta che il pericolo di atti terroristici si manifestasse, ma nascondendo le proprie manchevolezze dietro il dito di una non meglio definita solidarietà, che è poi un modo ipocrita di evitare di affrontare seriamente e concretamente il problema, secondo doppia morale e prassi cattolica e di sinistra. Evidentemente, si pensa di sfruttare la manodopera esuberante a basso costo per lavori che gli italiani non fanno più. In tal modo, fra qualche anno, saremo totalmente colonizzati da una cultura dell'immigrazione che non riconosce i nostri principi e persino le stesse nostre leggi. Se qualcuno solleva il problema di «che fare» e prospetta soluzioni, scatta l'accusa di razzismo. Abbiamo superato i limiti della decenza e manco ce ne vergogniamo...

il problema e proprio questo nn abbiamo un governo serio ...
nigel farage nel video diceva che avevano sost con governi fantocci
che spettacolo ripugnante..
 
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