Sì, penso di aver capito che cosa intendi e credo che il desiderio dell'uomo di ricostruire il tutto partendo da una piccola parte, quasi sempre la parte più vicina al suo baricentro, dipenda dalla sua tendenza a considerarsi al centro dell'universo.
Quindi, tranne poche eccezioni,l'uomo è difficilmente in grado di vedere oltre la punta del suo naso.
Tu scrivi giustamente che ciò che ritrova l'archeologia è solo una parte della vita del passato, in genere, la storia scritta dai potenti, non dal popolo.
Però, questa parte della storia è forse quella meno "vera".
In effetti, regge, monumenti ecc. venivano eretti per lo più con uno scopo propagandistico. Celebravano una istituzione, una personalità, oppure servivano a gettare fumo negli occhi dei popoli nemici e a scoraggiarne le mire poco amichevoli.
Tu mi insegni che le grandi opere d'arte venivano per lo più commissionate (anche nel soggetto che rappresentavano) dai Papi, imperatori, regnanti o dai nobili più sensibili alle bellezze dell'arte e ai sentimenti che queste riescono a provocare in chi le ammira nel loro splendore.
Però, non vorrei che si sottovalutasse l'esistenza e il lavoro di una oscura umanità di archeologi (anche dilettanti), che probabilmente non verranno mai citati nelle riviste specializzate o nei documentari televisivi.
Giorno dopo giorno, questo esercito di sconosciute formichette ricostruisce, scheggetta su scheggetta, coccio su coccio, la "vera" storia di quell'esercito di poveracci (ultimi rimasti sempre ultimi) che venivano periodicamente e regolarmente munti per consentire al loro signore di far realizzare le "grandi opere"
[
)] che vengono in parte scoperte anche grazie all'archeologia. moro