E’ appena finita una battaglia.
Ancora si leva il fumo acre dei carri bruciati,
il fango tutt’intorno è cosparso di relitti meccanici ed umani.
Mi aggiro per quel luogo violentato dalla cecità dell’uomo,
dal suo egoismo e mi accorgo di quanto crudele sia tutto ciò.
Vedo corpi squarciati da bombe, corpi che gemono prima di
volgere l’ultimo sguardo verso l’infinito.
Vedo un uomo che striscia per andare a raccogliere un suo
braccio poco distante, inutilmente.
Sotto il cingolo imbrattato di sangue di un carro armato
vi è un corpo…credo. In quel terribile scenario s’ode il gracidare
secco di corvi e avvoltoi che calano dal nero cielo e vanno
a posarsi su quei corpi straziati e a succhiare quel poco sangue
rimasto nelle loro vene. S’odono anche grida di iene e sciacalli
che vanno a far scempio del resto di poveri corpi. Il fango su cui
cammino è diventato rosso, uno strano rosso cupo che grida
vendetta e giustizia.
Ma non c’è nessuno ad ascoltarlo, solo degli animali
che non capiscono, dei carri distrutti, del fumo levantesi
da loro, dei resti umani, del silenzio interrotto a tratti
dal grido di gioia di quegli animali…e un uomo
ed un cuore che benchè soli, disgustati e delusi
un giorno renderanno giustizia…(cit.)
(1973)