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Siria

Vanessa e Greta coi ribelli anti-Assad

Quirico: "Andare oggi in Siria equivale a un suicidio"L'inviato de La Stampa nel 2013 rimase prigioniero per cinque mesi nel Paese mediorientale
07 agosto 2014

Sparite. Rapite forse da criminali comuni che si apprestano a chiedere un riscatto. Vanessa Marzullo e Greta Ramelli sono sparite nel nulla della Siria devastata dalla guerra. Due ragazzine di 21 e 20 anni innamorate di chissà cosa, in un conflitto in cui è difficile, se non impossibile, chi sia dalla parte del giusto e chi dalla parte del torto. Ma a 20 anni... Una scelta, quella delle due ragazze, di andare come cooperanti fai-da-te nel Paese mediorientale, che l'inviato de La Stampa Domenico Quirico, rimasto prigioniero per cinque proprio in Siria, definisce "l'equivalente di un suicidio. Oggi, andare da occidentali in Siria è una cosa da pazzi, perchè vaste aree del Paese sono fuori da ogni controllo e in mano a bande armate. I cosiddetti ribelli, poi, sono per lo più criminali che approfittano del caos, sfruttando e depredando le popolazioni locali" racconta in una intervista rilasciata a RaiNews24. Certo che anche chi ve le ha lasciate andare, due ragazzine, in quell'inferno...
 
Siria, scomparse 2 volontarie italiane
«Si teme siano state rapite»
Vanessa Marzullo e Greta Ramelli erano nei pressi di Aleppo per portare assistenza medica: scomparse tra il 31 luglio e il primo agosto
 
Siria: «un commando di 10 uomini ha rapito Greta e Vanessa» . Ancora nessuna rivendicazione
7 agosto 2014

«Il commando che ha rapito Greta Ramelli e Vanessa Marzullo era composto da almeno 10 persone. Erano tutte armate». Così una fonte spiega all'Agi. Le due volontarie del progetto Horryaty, sempre a quanto si apprende, non sarebbero in mano a una organizzazione militare o terroristica, «ma il pericolo che possano essere cedute non si può escludere». Per questo motivo gli uomini della Farnesina e dell'Intelligence sono tutti mobilitati e presenti nella zona di Aleppo, dove si è verificato il rapimento. «Sono già stati attivati tutti i possibili canali - spiega la fonte - per prendere contatto con i rapitori».

Il piano scattato e' quello già attuato in precedenti sequestri in zone a rischio, casi che si sono poi conclusi con il rilascio dei rapiti.

L'Unità di crisi della Farnesina e i servizi di intelligence continuano a lavorare senza sosta per ritrovare le due cooperanti. «Fin dalle prime ore abbiamo attivato tutti i canali e ci siamo messi in contatto con le famiglie» ha spiegato il ministro degli Esteri Federica Mogherini in un'intervista alla Stampa, sottolineando quanto sia «indispensabile lavorare nella massima discrezione».
 
In Siria c’è ancora la guerra
Esercito e ribelli continuano a combattere in tutto il paese e luglio è stato uno dei mesi più violenti: intanto l'ISIS è diventato il gruppo più forte a sfidare Assad

2 agosto 2014

Da qualche giorno la stampa statunitense ha ripreso a parlare della guerra in Siria, che va avanti da più di tre anni e che ha già fatto oltre 170mila morti: giovedì un ex membro della polizia militare siriana – disertore, ora si trova negli Stati Uniti – ha testimoniato di fronte a una commissione del Congresso americano sulle torture sistematiche che il regime del presidente siriano Bashar al Assad sta portando avanti contro i suoi oppositori. Da oltre un anno i governi occidentali e diverse organizzazioni umanitarie stanno denunciando le violazioni delle più importanti norme del diritto umanitario nella guerra in Siria: alcuni episodi sono più noti – come il bombardamento con il gas sarin compiuto dall’esercito siriano nell’agosto 2013 su due quartieri di Damasco – altri sono meno conosciuti, e riguardano per esempio le torture e le violazioni sistematiche dei diritti umani di cui ha parlato il soldato disertore siriano al Congresso.

Rispetto a qualche mese fa, i rapporti delle forze in campo in Siria non hanno subìto notevoli stravolgimenti, anche se la situazione generale del Medio Oriente, e in particolare dell’Iraq, sta provocando effetti diretti sulla guerra siriana. Il governo continua a controllare le zone occidentali del paese, e le recenti uscite pubbliche di Assad sono il segno che il regime si sente piuttosto sicuro della sua posizione. L’est della Siria è controllato in buona parte dallo Stato Islamico (IS, la sigla in inglese), il gruppo estremista sunnita prima conosciuto con il nome Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS). Le altre fazioni dei ribelli si contendono – o tra di loro o con l’esercito governativo – soprattutto il nord della Siria, tra cui Aleppo e le province di Idleb e Hama. In pratica in Siria la guerra non è mai finita. Luglio 2014 è stato uno dei mesi con più morti di tutto il conflitto: in soli sette giorni sono state uccise 1.700 persone, tra cui 270 soldati governativi. Oggi sembra che il più potente avversario di Assad sia lo Stato Islamico, il gruppo più estremista e violento nella fazione dei ribelli.
 
Iraq, violenze contro i cristiani
Giovedì 7 Agosto 2014

Decine di migliaia di cristiani iracheni sono in fuga dalle loro case nel nord del paese dopo che i jihadisti nella notte hanno preso il controllo di Qaraqosh e di altre tre località vicine, dove vivono gran parte dei cristiani del paese. Lo hanno riferito gli stessi abitanti in fuga e un responsabile religioso.

«Apprendo ora che le città di Qaraqosh, Tal Kayf, Bartella e Karamlesh sono state abbandonate dai loro abitanti e sono ora sotto il controllo degli insorti», ha detto alla France Presse l'arcivescovo caldeo di Kirkuk e Sulaymaniyah, Joseph Thomas. Nella notte le località erano state abbandonate dalle forze curde.

«È una catastrofe, una situazione tragica - ha aggiunto il prelato -. Chiediamo al Consiglio di sicurezza dell'Onu di intervenire immediatamente. Decine di migliaia di persone terrorizzate sono cacciate da casa loro mentre noi parliamo, non si può descrivere quello che succede».

Migliaia di Yazidi e di Turcmeni del Nord Iraq, in fuga davanti a violenze e atrocità dei miliziani jihadisti dello Stato Islamico (Isis), potrebbero cercare rifugio in Turchia, riferisce la stampa di Ankara.

I jihadisti dell'Isis, vicini ad Al Qaida, hanno infatti occupato negli ultimi giorni alcune zone del nord Iraq dove vivono migliaia di Yazidi, una comunità pre-islamica curda che si ispira all'antica religione zoroastriana, in particolare la città di Sinjar.

Secondo fonti della comunità i miliziani jihadisti hanno ucciso 500 uomini Yazidi e sequestrato altrettante donne della comunità. Fonti turche hanno indicato che alcune centinaia di Yazidi ieri hanno varcato la frontiera vicino ad Habur ieri.

Altri profughi sono in attesa sul versante iracheno del confine. Diverse migliaia di civili in fuga dall'avanzata dell'Isis , molti dei quali Yazidi e turcmeni, si sono rifugiati nelle montagne in condizioni estremamente precarie, senza acqua e cibo.

Secondo l'Unicef, già una quarantina di bambini sarebbero morti a causa del caldo e della disidratazione. A quanto pare sulle montagne sarebbero bloccate oltre 40 mila persone. Si teme che molti, circa 25 mila, siano bambini.

Centinaia di adulti sarebbero stati uccisi dall'Isis, che circonda il nascondiglio dei cristiani in fuga.


mi chiedo cosa ci sta a fare il Consiglio di sicurezza dell'Onu dovrebbe intervenire subito e invece resta a guardare
che forse piu di quello nn sa fare
 
Iraq, centomila cristiani in fuga 07 agosto 2014
Obama pronto a bombardare

Iraq, 100 mila cristiani in fuga dopo le minacce jihadiste

Papa Francesco ha chiesto ai governi mondiali di "porre fine al dramma umanitario in corso in Iraq e adottare nuove misure per proteggere coloro che sono minacciati dalla violenza". A distanza di due settimane, è il secondo appello che Bergoglio rivolge alla comunità internazionale affinché si odoperi a bloccare l'avanzata jihadista dell'autoproclamato Califfato islamico nel nord del Paese che finora ha costretto alla fuga 100.000 cristiani.

Gli sfollati sono scappati per scampare la minaccia delle torturazioni e delle violenze, abbandonando tutto e persino le scarpe, come ha riferito il cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; e sono diretti verso il "sicuro" Kurdistan, Paese impegnato contro gli islamisti islamici su diversi fronti, tra cui anche l'est della Siria.

Intanto Barack Obama, sta valutando l'ipotesi di bombardamenti aerei sui militanti jihadista dell'Isis, in Iraq. Lo riferisce il New York Times citando fonti dell'amministrazione Usa. Durante una riunione alla Casa Bianca con il suo team per la sicurezza nazionale, Obama avrebbe indicato una serie di opzioni che vanno dal lancio di cibo e medicine sul monte Sinjar, dove sono rimaste intrappolate almeno 40.000 persone appartenenti a minoranze religiose, al bombardamento delle postazioni dell'Isis
 
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Iraq, i cristiani fuggono in massa. Usa: "Se azione, sarà limitata"
I jihadisti dello Stato Islamico avanzano nel nord dell’Iraq: cristiani perseguitati, chiese occupate, croci divelte. Il papa: "Fermate la persecuzione dei cristiani"

Sergio Rame - Gio, 07/08/2014 - 20:09
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Avanzano i jihadisti dello Stato Islamico nel nord dell’Iraq. E ai cristiani, decine di migliaia di cristiani, non resta che fuggire.

In preda al terrore, migliaia di fedeli e religiosi cristiani stanno fuggendo verso il Kurdistan autonomo. Qaraqosh è una città interamente cristiana, che si trova tra Mosul, da settimane in mano ai jihadisti, e Arbil, la capitale della regione curda. "È terribile, non si può raccontare", ha detto sconsolato Joseph Thomas, arcivescovo caldeo di Kirkuk e Sulaimaniyah. Già nei giorni scorsi il patriarca di Babilonia aveva scritto al pontefice per denunciare "l’enorme tragedia" dei cristiani iracheni: "La Chiesa è completamente sola, oggi più che mai". Il patriarca caldeo ha descritto una situazione drammatica: "Ci sono 100mila cristiani sfollati, fuggiti magari con nient’altro che i loro vestiti e a piedi per raggiungere le regioni del Kurdistan. È un disastro umanitario". Le Chiese sono state occupate e le croci sono state tolte. Almeno 1.500 manoscritti sono stati dati alle fiamme.

Washington: "No a truppe in Iraq"
Non ha per ora conferme l'indiscrezione lanciata questa sera dal New York Times, secondo cui la Casa Bianca starebbe valutando le sue opzioni in merito alla crisi irachena. Un articolo pubblicato sul prestigioso quotidiano statunitense, che cita alcune fonti dell'amministrazione, sostiene che a Washington si stia valutando se inviare aiuti umanitari o autorizzare invece degli strike aerei.

Qualunque sia l'opzione che si sta valutando, per ora gli Stati Uniti procedono con i piedi di piombo. Un portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha ribadito un punto chiave della dottrina di Obama, spiegando che "non ci saranno truppe Usa in Iraq" e che se si deciderà per un'azione militare, sarà comunque "limitata nei suoi obiettivi".
 
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Isis Iraq: migliaia circondati rischiano la morte
Potrebbero essere fino a 40.000 persone
07/08/2014

Isis Iraq: migliaia circondati rischiano la morte
Un numero indefinito di persone, molte delle quali appartenenti alla minoranza religiosa degli yazidi, si trovano bloccate sulla cima del monte Sinjar in Iraq e si trovano davanti a un duplice scelta, che però potrebbe portare allo stesso, tragico epilogo: potrebbero o consegnarsi al nemico, rischiando il massacro, oppure morirebbero di fame.

Secondo le stime delle organizzazioni umanitarie sarebbero rimasti intrappolati nella montagna da 10.000 a 40.000 civili che erano fuggiti dalla città di Sinjar e dai villaggi circostanti. Ma la montagna che è diventata il loro rifugio, scrive l’Independent, “sta diventando un cimitero per i loro figli”. Inoltre, non riuscendo a scavare in profondità sulla roccia, i profughi sono costretti a seppellire i propri defunti ricoprendoli con delle pietre.

Il governo iracheno ha intenzione di rifornire i propri cittadini di acqua, lasciar cadere delle bottiglie dal cielo, e per ora riuscito a raggiungere soltanto alcuni. Marzio Babille, portavoce dell’Unicef, ha detto: “Ci sono bambini che muoiono nella montagna, nelle strade. Non c’è acqua, non c’è vegetazione. Sono completamente isolati e circondati.”

La maggior parte dei profughi appartiene alla minoranza religiosa degli yazidi, una popolazione che pratica lo Yazidismo, religione praticata da circa 500.000 persone, che mischia elementi di giudaismo cabalistico, Cristianesimo mazdeo (vedi Zoroastrismo) e misticismo islamico. Gli yazidi sono considerati apostati e chiamati “adoratori del diavolo” dal nuovo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante.

L’Isis è secondo Massimo Fini, “il più grave pericolo che si è presentato all’Occidente negli ultimi anni“. Infatti il nome stesso, Califfato islamico dell’Iraq e del Levante, indicherebbe che “la loro intenzione non è conquistare semplicemente l’Iraq, ma spazi molto più ampi”. E nell’Isis, per di più, “non confluiscono solo combattenti Iracheni o siriani, ma anche somali (Al-Shabaab somali) e guerriglieri del delta del Niger”.
 
Iraq, raid Usa contro postazioni Isis
Francia: ‘Pronti ad affiancare Washington’

Il Pentagono conferma, dopo l'ok di Obama alle operazioni. Il presidente americano ha anche annunciato l'invio di aiuti umanitari alle popolazioni in fuga. Un appello ad agire è arrivato anche dal Consiglio di sicurezza dell'Onu. Intanto prosegue la fuga dei cristiani davanti all'avanzata dei militanti dello Stato islamico

Gli aerei militari statunitensi hanno bombardato alcune postazioni dello Stato islamico in Iraq. L’operazione è avvenuta a distanza di ore e in due fasi. La prima è stata resa nota su Twitter dal portavoce del Pentagono, John Kirby, che ha spiegato che i militanti avevano usato l’artiglieria contro le forze curde che difendono la città di Erbil vicino a personale statunitense. La seconda è stata data per certa dal Cbs che sostiene che ci sono state vittime anche tra i jihadisti.

Alle 6.45 del mattino, ora di Washington, due aerei caccia FA 18 statunitensi hanno sganciato bombe da 500 pound l’una (226 chilogrammi) contro l’artiglieria e un camion dello Stato islamico, vicino Arbil, dove sono di stanza addestratori militari statunitensi. Gli Stati Uniti continueranno ad agire contro i militanti dell’Isis ogni volta che il personale e gli impianti americani saranno minacciati”, ha detto Kirby. L’operazione è stata avviata dopo l’ok del presidente americano Barack Obama: l’annuncio del comandante in capo delle forze armate Usa è arrivato durante una diretta Tv.

La promessa di continuare a bombardare è stata mantenuta alcune ore dopo con i nuovi raid: i droni hanno colpito un mortaio vicino ad Arbil e quattro jet da combattimento F/A-18 hanno centrato un convoglio composto da sette veicoli fuori dalla località. I jet sono partiti dalla portaerei George HW Bush.
 
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sabato 9 agosto 2014
Iraq: miliziani ISIS sequestrano centinaia di donne per farne schiave
10:30 | Pubblicato da admin |


IRAQ, I TERRORISTI DEL CALIFFATO SEQUESTRANO PIU' DI CENTO DONNE E UCCIDONO I LORO MARITI. GUARDA IL SERVIZIO DELL'ANSA

I miliziani dell'ISIS hanno sequestrato oltre 100 donne, appartenenti ad una minoranza religiosa islamica; hanno ucciso i loro mariti e le hanno condotte in alcuni casolari, dove si teme possano essere rese schiave, per sfruttarle anche sessualmente. Gli uomini del califfato, provenienti da tutte le nazioni islamiche del mondo e qualcuno anche dall'Europa, hanno bisogno di donne per dare sfogo alle loro "esigenze" sessuali; per questo motivo i miliziani nelle scorse settimane avevano lanciato un appello, ribattezzato "la jihad del sesso", affinché le donne che non hanno marito si offrissero volontarie. Ricordiamo che per le leggi dei jihadisti, stuprare donne cristiane o musulmane di diversa etnia è consentito.

Ieri avevamo commentato l'indiscrezione secondo la quale gli USA avrebbero condotto dei raid aerei per colpire i terroristi del califfo; pare che gli americani siano passati all'azione, ma come avevamo previsto condurranno dei "limitati raid" più per una questione di "facciata" che altro, visto che non saranno risolutivi: anzi serviranno a ben poco, poiché i miliziani si mescolano ai cittadini, e colpirli con i raid aerei è impossibile (salvo essere disposti a fare una carneficina, uccidendo molti innocenti) e Obama ha confermato che gli USA non faranno operazioni terrestri.

Nel frattempo il numero dei miliziani ISIS continua a crescere; solo poche settimane fa le truppe del califfo erano stimate in circa 15.000 uomini; oggi secondo nuove stime sarebbero il doppio: 30.000, nonostante l'esercito di Assad ne abbia uccisi alcune centinaia, tra quelli impegnati sul fronte siriano. Anche l'esercito iracheno, ed in numero minore i peshmerga curdi e l'esercito libanese, che ha respinto un attacco, ne hanno uccisi alcuni.
 
IRAQ, UN LEADER CRISTIANO: "OLOCAUSTO DEI CRISTIANI.
L'ISIS STA DECAPITANDO TUTTI I BAMBINI
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Bimbi Yazidi morti di fame e sete dopo essere fuggiti sulle montagne
Sabato 9 Agosto 2014

BAGHDAD - «La cristianità a Mosul non esiste più, è in corso un olocausto dei cristiani». A denunciarlo, ai microfoni della Cnn, è Mark Arabo, uomo d'affari californiano e leader cristiano, che parla di «sistematica decapitazione di bambini» da parte dell'Isis, la lega per la creazione di uno stato islamico nell'area della cosiddetta Mezzaluna Fertile.

Arabo definisce quello in atto in Iraq un «genocidio dei cristiani» e racconta che «i bambini vengono decapitati, le madri violentate e uccise e i padri impiccati. In questo momento tremila cristiani in Iraq sono in fuga verso le città vicine», prosegue, lanciando un appello alla comunità internazionale affinché venga offerto loro asilo.

La gravità di quanto dice Mark Arabo colpisce il giornalista della Cnn Johnatan Mann che lo interrompe: «La gravità di ciò che dici mi sta spaventando... stanno decapitando bambini?». «Lo stanno facendo sistematicamente», ripete l'uomo scandendo le parole e precisando che «a Mosul esiste un parco dove sono stati decapitati bambini e le loro teste sono state infisse su dei bastoni... si tratta di crimini contro l'umanità. Stanno commettendo i più orrendi crimini che si possano immaginare», conclude.

Poi Mann chiede ad Arabo della lettera inviata dall'Isis ai crisitani di Mosul con cui si chiede loro di convertirsi all'Islam, pagare una sorta di riscatto o essere messi a morte con la spada. «E' assodato che in molti vengono uccisi ma ci sono cristiani che stanno riuscendo a salvarsi pagando?». L'uomo d'affari racconta che dopo aver pagato, i militanti dell'Isis prendono bambini e donne, facendone le proprie mogli. «Di fatto, quindi, la scelta è tra convertirsi o morire», dice.
 
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Gli USA colpiranno il califfato degli orrori ISIS?
Pubblicato Da: nocensura.com

Torniamo a parlare del califfato degli orrori, dopo i diversi articoli pubblicati ieri sulla situazione caldissima in medio oriente, dove i terroristi dell'ISIS si stanno rapidamente facendo largo. In questi giorni, oltre ai combattimenti in Siria ed in Iraq, hanno attaccato il Libano, e conquistato diverse città curde a nord dell'Iraq, provocando una fuga di massa dai territori passati sotto il controllo dei terroristi; sono almeno 100.000 i cristiani in fuga, terrorizzati dal trattamento che riceverebbero dagli uomini dell'ISIS, e sembra profilarsi un disastro umanitario. Aerei cargo americani avrebbero sganciato cibo e medicine sul monte Sinajar, dove sono rimasti intrappolati almeno 40.000 civili in fuga.I miliziani dell'ISIS riescono a combattere su quattro fronti: contro l'esercito di Assad in Siria, in Iraq contro l'esercito di Baghdad ed i peshmerga curdi, e persino contro il Libano. Sembra di parlare delle forze speciali di chissà quale esercito, a giudicare dalle loro gesta nessuno potrebbe pensare di essere davanti ad un totale di circa 15.000 miliziani.Ieri il New York Times ha annunciato che Obama potrebbe rompere gli indugi e intervenire in Iraq, mediante incursioni...
 
Obama: “Non torneremo in Iraq ma non possiamo fare finta di niente”

Articolo ricavato da: Obama: “Non torneremo in Iraq ma non possiamo fare finta di niente”
Pubblicato Da: blitzquotidiano.it -

ROMA – “Come commander in chief – dice Barack Obama nel consueto discorso del sabato – non permetterò che gli Stati Uniti siano trascinati in un’altra guerra in Iraq. Le truppe americane non torneranno a combattere in Iraq perché non c’è una soluzione militare americana alla crisi”.
“Continueremo – continua Obama -la nostra strategia in Iraq. Proteggeremo i nostri cittadini. Lavoreremo con la comunità internazionale per affrontare questa crisi umanitaria. Aiuteremo a prevenire che questi terroristi abbiano un paradiso permanente da cui attaccare l’America”.
“Gli Stati Uniti non possono e non devono intervenire ogni volta che c’è una crisi. Ma quando c’è una situazione” come quelle sul monte Sinjar, “quando innocenti si trovano ad affrontare un massacro e quando noi abbiamo la possibilità di prevenirlo, gli Stati Uniti non possono guardare da un’altra parte”.
 
Iraq, Pentagono: aviazione Usa attacca artiglieria Stato Islamico

MILANO (Reuters) - L'aviazione Usa ha condotto un attacco contro l'artiglieria dello Stato islamico utilizzata contro le forze curde impegnate nella difesa della città di Erbil. Lo ha detto un portavoce del Pentagono.
Due velivoli F/A-18 hanno sganciato bombe a guida laser su pezzi di artiglieria mobile in prossimità di Erbil, secondo quanto riferito in una dichiarazione dal segretario stampa del Pentagono, il contrammiraglio John Kirby.
Kirby ha detto che i ribelli islamici stanno usando l'artiglieria per bombardare le forze curde poste a difesa di Erbil, dove si trova del personale Usa.
Ieri il presidente Usa Barack Obama ha autorizzato attacchi aerei in Iraq per proteggere i cristiani e impedire il genocidio di decine di migliaia di membri di un antico culto rifugiatisi su una montagna del deserto per sfuggire ai combattenti dello Stato Islamico che minacciano di sterminarli.
 
Obama ha detto sì al bombardamento dell'Iraq. Siete d'accordo?
Pubblicato Da: liberoquotidiano.it - Ieri
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41%
No, peggiorerà la situazione
15%
 
Iraq, i jihadisti dell'Isis crocifiggono i prigionieri

Sarebbero almeno 500, tra cui 40 bambini, i membri della minoranza Yazidi uccisi in Iraq negli ultimi giorni dalle squadre della morte dell'Isis. Lo denunciano fonti locali mentre sul web continuano a girare foto scioccanti di corpi crivellati di colpi e crocifissi in strada.

(Atrocità) Si parla anche di centinaia di donne Yazidi rapite e forse vendute come schiave e persino di bambini decapitati. Le notizie, tuttavia, sono difficili da verificare.

(Persecuzione) Mentre Obama, pur annunciando di non voler dare avvio a una nuova guerra in Iraq, lancia i primi attacchi aerei contro l'esercito dello Stato Islamico, nel Paese prosegue violenta la persecuzione delle minoranze religiose. Decine di migliaia i cristiani fuggiti da Mosul, sulle montagne vicine. Le loro case vengono marchiate con la "n" di nassarah, nazareno, termine che nel Corano indica i seguaci di Gesù di Nazareth.

Sabato 09 Agosto 2014 - 13:27
Ultimo aggiornamento: 13:32
 
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Inghilterra, allarme dei servizi segreti: il radicalismo islamico si diffonde nelle periferie

Ma la British Law Society a sorpresa dà il via libera
ai testamenti redatti secondo la Sharia: donne diseredate
di Luca Lippera

Il fondamentalismo islamico che sta ferocemente conquistando posizioni in tutto il Medio Oriente può contare su formidabili avamposti nel cuore dell’Europa. Ne sa qualcosa l’Inghilterra, dove la percentuale dei musulmani, nelle città delle Midlands e in alcuni quartieri di Londra, supera abbondantemente il 30 per cento della popolazione.
Le autorità scolastiche britanniche, nei mesi scorsi, hanno scoperto un piano con il quale alcuni gruppi radicali avevano di fatto preso il controllo di quattro scuole pubbliche di Birmingham nel centro del Paese: presidi e professori di credo islamico, ottenuta la maggioranza nei consigli di istituto, stavano cercando di indottrinare gli studenti - tutti gli studenti - ai dettami del Corano e della Sharia, arrivando a non autorizzare le recite dei ragazzini per Natale, ritenute una pratica da infedeli.

I servizi segreti inglesi e le forze anti-terrorismo, secondo la stampa britannica, sono costantemente all’erta per scongiurare che la crescita esponenziale dei musulmani induca mutazioni irreversibili nella società britannica.
 
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Iraq, raid Usa contro Isis e aiuti ai profughi. Obama: "Non ci trascineranno in un'altra guerra"

Distribuzione di acqua e viveri dall'alto per le decine di migliaia di persone bloccate sui monti di Sinjar. Il Pentagono: nei raid di ieri "eliminati dei terroristi". Isis provoca gli Usa: "Mandate soldati, non droni".
 

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