Isis Iraq: migliaia circondati rischiano la morte
Potrebbero essere fino a 40.000 persone
07/08/2014
Isis Iraq: migliaia circondati rischiano la morte
Un numero indefinito di persone, molte delle quali appartenenti alla minoranza religiosa degli yazidi, si trovano bloccate sulla cima del monte Sinjar in Iraq e si trovano davanti a un duplice scelta, che però potrebbe portare allo stesso, tragico epilogo: potrebbero o consegnarsi al nemico, rischiando il massacro, oppure morirebbero di fame.
Secondo le stime delle organizzazioni umanitarie sarebbero rimasti intrappolati nella montagna da 10.000 a 40.000 civili che erano fuggiti dalla città di Sinjar e dai villaggi circostanti. Ma la montagna che è diventata il loro rifugio, scrive l’Independent, “sta diventando un cimitero per i loro figli”. Inoltre, non riuscendo a scavare in profondità sulla roccia, i profughi sono costretti a seppellire i propri defunti ricoprendoli con delle pietre.
Il governo iracheno ha intenzione di rifornire i propri cittadini di acqua, lasciar cadere delle bottiglie dal cielo, e per ora riuscito a raggiungere soltanto alcuni. Marzio Babille, portavoce dell’Unicef, ha detto: “Ci sono bambini che muoiono nella montagna, nelle strade. Non c’è acqua, non c’è vegetazione. Sono completamente isolati e circondati.”
La maggior parte dei profughi appartiene alla minoranza religiosa degli yazidi, una popolazione che pratica lo Yazidismo, religione praticata da circa 500.000 persone, che mischia elementi di giudaismo cabalistico, Cristianesimo mazdeo (vedi Zoroastrismo) e misticismo islamico. Gli yazidi sono considerati apostati e chiamati “adoratori del diavolo” dal nuovo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante.
L’Isis è secondo Massimo Fini, “il più grave pericolo che si è presentato all’Occidente negli ultimi anni“. Infatti il nome stesso, Califfato islamico dell’Iraq e del Levante, indicherebbe che “la loro intenzione non è conquistare semplicemente l’Iraq, ma spazi molto più ampi”. E nell’Isis, per di più, “non confluiscono solo combattenti Iracheni o siriani, ma anche somali (Al-Shabaab somali) e guerriglieri del delta del Niger”.