Complimenti veramente bravo, la previsione si chiude qui? saluti ArmausOttimo 17 di recupero
Follow along with the video below to see how to install our site as a web app on your home screen.
Nota: This feature may not be available in some browsers.
Complimenti veramente bravo, la previsione si chiude qui? saluti ArmausOttimo 17 di recupero
Se il progresso scientifico si svolgesse secondo i nostri modelli, sarebbe facile formulare idee in anticipo rispetto ai tempi. Basterebbe confrontare la scienza odierna con quella di cinquant'anni fa; tracciando geometricamente la linea di progresso, dovremmo ricavare la scienza dei prossimi cinquant'anni. Il progresso della scienza ai tempi nostri consiste nell'eliminare i congegni obsoleti con i quali le vecchie generazioni avevano formulato, e quindi spazzare via tutte quelle ragnatele.
Il fatto che possa esistere ed essere costruita una scienza come la geometria ha sempre fortemente attirato l’attenzione di tutti coloro che si interessano di fondamenti della teoria della conoscenza. Fra tutti i rami della scienza umana non ve n’è un altro che al pari di essa dia l’impressione di una Minerva saltata fuori armata di tutto punto alla testa di Giove, e di fronte alla cui potente egida il dubbio e la contraddizione abbiano così poco osato alzare gli occhi.
Ad essa non tocca in alcun modo il lungo e faticoso compito di raccogliere i fatti sperimentali, come debbono fare le scienze naturali. Propriamente dette, il nostro metodo scientifico consiste unicamente nelle deduzione. Ogni conclusione viene sviluppata da un’altra conclusione, e ciò nonostante alla fine nessuna persona di buon senso dubita che queste proposizioni geometriche non abbiano a trovare concreta applicazione nel mondo reale che ci circonda.
L’agrimensura come l’architettura, l’ingegneria meccanica come la fisica matematica calcolano continuamente relazioni spaziali dei tipi più diversi partendo dai principi della geometria; esse si attendono che i risultati delle loro costruzioni e dei loro esperimenti siano in accordo con questi calcoli e non è ancora capitato alcun caso in cui tale aspettativa sia rimasta delusa, posto che i calcoli fossero corretti e basati su dati sufficienti. La conoscenza delle connessioni casuali dei fenomeni è basata essenzialmente sulla precisione con cui noi li seguiamo queste misurazioni.
Nelle statistiche classiche, invece, dove principi semplici per tali costruzioni mancano ancora. I problemi relativi alle relazioni metriche non sono quindi problemi oziosi. Se si assume che i corpi numerici esistono indipendentemente dalla posizione, dal ritardo o dalla frequenza, la misura metrica è ovunque costante; segue quindi da misurazioni che essa deve essere diversa da quella positiva.
Il problema della validità dei postulati della geometria è connesso con il problema del fondamento interno delle relazioni metriche spaziali. In questo problema, che si può a ragione considerare proprio della filosofia dello spazio, trova applicazione l’osservazione precedente, che mentre in una varietà discreta il principio delle relazioni metriche è implicito nella nozione di questa varietà, nel caso di una varietà continua deve venire da qualche altra parte.
Quindi, o gli enti reali che sono alla base di uno spazio debbono costituire una varietà discreta, oppure il fondamento delle relazioni metriche deve essere cercato altrove, nelle forze che agiscono su di essi tenendoli assieme. Ricerche che come la presente partono da nozioni generali, possono solo aiutare a che questo compito non sia reso più difficile da concezioni anguste, e che i pregiudizi della tradizione non impediscano il progresso nella conoscenza della connessione reale delle cose.
Vedi l'allegato 2205136
Effettivamente il fatto che la geometria esista, e sia capace di tali cose, è sempre stato citato nelle controversia relativa al punto centrale di tutte le antitesi tra sistemi filosofici, come esempio vistoso della possibilità di una conoscenza di principi non poggiante su una base ricavata dall’esperienza. Inoltre la circostanza che tali principi esistono e ci si impongono è considerata una prova della tesi che lo spazio è una modalità a priori di ogni percezione esterna. Tale circostanza sembra richiedere perciò, per questa forma a priori, non semplicemente il carattere di uno schema puramente formale e di per sé privo di contenuto nel quale potrebbe adattarsi qualunque contenuto dell’esperienza: al contrario sembra attribuirle certe particolarità che fanno sì che soltanto un certo contenuto e anzi uno delimitato rigorosamente possa entrare in esso ad essere da noi percepibile.
Vedi l'allegato 2205137
Proprio questo interesse della geometria dal punto di vista della teoria della conoscenza mi incoraggia a parlare di cose matematiche a un pubblico che solo per piccolissima parte ha proceduto negli studi matematici oltre le nozioni apprese a scuola. Fortunatamente anche questo bagaglio minimo di cognizioni di geometria penso possa bastare a rendere comprensibile perlomeno il senso dei principi che intendo discutere nel seguito.
Vedi l'allegato 2205138
E’ infatti alcunché di reale gravità del corpo, o della velocità del movimento. E tali cose sono tuttavia tra loro equivalenti, se siano considerate soltanto sotto il riguardo della dimensione, come si deve fare qui e nelle discipline matematiche; appartiene infatti più ai ricercatori esaminare se il loro fondamento sia reale. Le considerazioni di questa cosa getta luce sulla geometria, poiché in essa tutti concepiscono tre specie di quantità: linea, superficie e corpo. (le tre dimensioni dei corpi numerici) qui non le facciamo oggetto di considerazione più che infinite altre. Il compito della conoscenza è quello di ricostruire la struttura dell’ente dato nel concetto, attraverso la sua correlazione con altri; ogni analisi di un concetto è la sintesi di un nuovo concetto, la ricostruzione di un ulteriore dato correlato al primo in forma necessaria. In altre parole, la conoscenza è un far valere la legge dell’oggetto nel processo del pensiero.
Vedi l'allegato 2205139
In un certo senso una teoria basata sulla deduzione è nemica della statistica sperimentale. Quest'ultima lotta continuamente per stabilire mediante prove cruciali la natura delle cose fondamentali; la prima lotta per minimizzare i successi ottenuti dimostrando quanto vasta sia la natura delle cose che può accordarsi con tutti i sistemi sperimentali.
Una teoria scientifica si mantiene valida solo finchè concorda coi fatti osservati. Se tra essa e l'osservatore permangono delle discrepanze, dopo che si è tenuto conto di tutti i possibili errori compiuti nell'osservazione stessa, allora occorre modificarla.
Milano ambata principale
6
Per recupero secondarie
17-25
Per ambo e terno anche su tutte
6-17-25
Saluti...
Ciao Asuniverso, ti devo fare davvero i complimenti, stasera a MI ambata, ambo secco a ruota e terno +3 ambi. Davvero immenso. Grazie di tutto, SrmausNon è inconcepibile che la scienza possa una volta o l'altra in futuro ideare e condurre un esperimento decisivo per risolvere la questione; tuttavia questo è un tipo di conoscenza superficiale. La teoria in oggetto può descrivere le leggi a cui la statistica innovativa obbedisce e mette in evidenza la struttura migliore; questo è in realtà il suo compito: in questo campo lascia piena libertà ai filosofi di turno, i quali dicono molto, sebbene non sembri che noi alla fine abbiamo appreso da loro qualcosa in più.
Vedi l'allegato 2205462
Saluti...
E' il pensiero di parecchi io ho raccolto qualcosina avendo continuato con il 6.Ternooooo .....Mitico....mi sto a mangiare le mani non l ho giocato stasera pensavo avesse dato martedì.....Complimenti Asuniverso sei S.U.P.E.R.?????
Se il progresso scientifico si svolgesse secondo i nostri modelli, sarebbe facile formulare idee in anticipo rispetto ai tempi. Basterebbe confrontare la scienza odierna con quella di cinquant'anni fa; tracciando geometricamente la linea di progresso, dovremmo ricavare la scienza dei prossimi cinquant'anni. Il progresso della scienza ai tempi nostri consiste nell'eliminare i congegni obsoleti con i quali le vecchie generazioni avevano formulato, e quindi spazzare via tutte quelle ragnatele.
Il fatto che possa esistere ed essere costruita una scienza come la geometria ha sempre fortemente attirato l’attenzione di tutti coloro che si interessano di fondamenti della teoria della conoscenza. Fra tutti i rami della scienza umana non ve n’è un altro che al pari di essa dia l’impressione di una Minerva saltata fuori armata di tutto punto alla testa di Giove, e di fronte alla cui potente egida il dubbio e la contraddizione abbiano così poco osato alzare gli occhi.
Ad essa non tocca in alcun modo il lungo e faticoso compito di raccogliere i fatti sperimentali, come debbono fare le scienze naturali. Propriamente dette, il nostro metodo scientifico consiste unicamente nelle deduzione. Ogni conclusione viene sviluppata da un’altra conclusione, e ciò nonostante alla fine nessuna persona di buon senso dubita che queste proposizioni geometriche non abbiano a trovare concreta applicazione nel mondo reale che ci circonda.
L’agrimensura come l’architettura, l’ingegneria meccanica come la fisica matematica calcolano continuamente relazioni spaziali dei tipi più diversi partendo dai principi della geometria; esse si attendono che i risultati delle loro costruzioni e dei loro esperimenti siano in accordo con questi calcoli e non è ancora capitato alcun caso in cui tale aspettativa sia rimasta delusa, posto che i calcoli fossero corretti e basati su dati sufficienti. La conoscenza delle connessioni casuali dei fenomeni è basata essenzialmente sulla precisione con cui noi li seguiamo queste misurazioni.
Nelle statistiche classiche, invece, dove principi semplici per tali costruzioni mancano ancora. I problemi relativi alle relazioni metriche non sono quindi problemi oziosi. Se si assume che i corpi numerici esistono indipendentemente dalla posizione, dal ritardo o dalla frequenza, la misura metrica è ovunque costante; segue quindi da misurazioni che essa deve essere diversa da quella positiva.
Il problema della validità dei postulati della geometria è connesso con il problema del fondamento interno delle relazioni metriche spaziali. In questo problema, che si può a ragione considerare proprio della filosofia dello spazio, trova applicazione l’osservazione precedente, che mentre in una varietà discreta il principio delle relazioni metriche è implicito nella nozione di questa varietà, nel caso di una varietà continua deve venire da qualche altra parte.
Quindi, o gli enti reali che sono alla base di uno spazio debbono costituire una varietà discreta, oppure il fondamento delle relazioni metriche deve essere cercato altrove, nelle forze che agiscono su di essi tenendoli assieme. Ricerche che come la presente partono da nozioni generali, possono solo aiutare a che questo compito non sia reso più difficile da concezioni anguste, e che i pregiudizi della tradizione non impediscano il progresso nella conoscenza della connessione reale delle cose.
Vedi l'allegato 2205136
Effettivamente il fatto che la geometria esista, e sia capace di tali cose, è sempre stato citato nelle controversia relativa al punto centrale di tutte le antitesi tra sistemi filosofici, come esempio vistoso della possibilità di una conoscenza di principi non poggiante su una base ricavata dall’esperienza. Inoltre la circostanza che tali principi esistono e ci si impongono è considerata una prova della tesi che lo spazio è una modalità a priori di ogni percezione esterna. Tale circostanza sembra richiedere perciò, per questa forma a priori, non semplicemente il carattere di uno schema puramente formale e di per sé privo di contenuto nel quale potrebbe adattarsi qualunque contenuto dell’esperienza: al contrario sembra attribuirle certe particolarità che fanno sì che soltanto un certo contenuto e anzi uno delimitato rigorosamente possa entrare in esso ad essere da noi percepibile.
Vedi l'allegato 2205137
Proprio questo interesse della geometria dal punto di vista della teoria della conoscenza mi incoraggia a parlare di cose matematiche a un pubblico che solo per piccolissima parte ha proceduto negli studi matematici oltre le nozioni apprese a scuola. Fortunatamente anche questo bagaglio minimo di cognizioni di geometria penso possa bastare a rendere comprensibile perlomeno il senso dei principi che intendo discutere nel seguito.
Vedi l'allegato 2205138
E’ infatti alcunché di reale gravità del corpo, o della velocità del movimento. E tali cose sono tuttavia tra loro equivalenti, se siano considerate soltanto sotto il riguardo della dimensione, come si deve fare qui e nelle discipline matematiche; appartiene infatti più ai ricercatori esaminare se il loro fondamento sia reale. Le considerazioni di questa cosa getta luce sulla geometria, poiché in essa tutti concepiscono tre specie di quantità: linea, superficie e corpo. (le tre dimensioni dei corpi numerici) qui non le facciamo oggetto di considerazione più che infinite altre. Il compito della conoscenza è quello di ricostruire la struttura dell’ente dato nel concetto, attraverso la sua correlazione con altri; ogni analisi di un concetto è la sintesi di un nuovo concetto, la ricostruzione di un ulteriore dato correlato al primo in forma necessaria. In altre parole, la conoscenza è un far valere la legge dell’oggetto nel processo del pensiero.
Vedi l'allegato 2205139
In un certo senso una teoria basata sulla deduzione è nemica della statistica sperimentale. Quest'ultima lotta continuamente per stabilire mediante prove cruciali la natura delle cose fondamentali; la prima lotta per minimizzare i successi ottenuti dimostrando quanto vasta sia la natura delle cose che può accordarsi con tutti i sistemi sperimentali.
Una teoria scientifica si mantiene valida solo finchè concorda coi fatti osservati. Se tra essa e l'osservatore permangono delle discrepanze, dopo che si è tenuto conto di tutti i possibili errori compiuti nell'osservazione stessa, allora occorre modificarla.
Milano ambata principale
6
Per recupero secondarie
17-25
Per ambo e terno anche su tutte
6-17-25
Saluti...