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Ciao Asuniverso. Complimenti davvero per i tuoi risultati.
Ho cercato di interpretare le tue spiegazioni un po "criptiche" (doverosamente).
Le formule che utilizzi mi ricordano quelle delle trasformazioni di Lorentz che si fondano sui postulati della relatività ristretta di Einstein.
Naturalmente io mi fermo già qui. La genialità dell'applicazione al gioco del lotto di tali formule non è certo facile da scoprire.
Rinnovo i miei complimenti e, se vorrai, magari aggiungi qualche suggerimento che possa aiutarci a comprendere un po' di più la tua fantastica metodologia.
Saluti, Maldor
 
Io invece per quel poco che ho capito... ci ho ritrovato forse anche un "pensiero di Tesla" 😮. Un saluto grandissimo As! 👋🙂
 
Ultima modifica:
Son difficili da capire questi studi per chi non è esperto, pronosticare e uscire lo stesso terno 2 volte ...
Sto seguendo solo NA lascio per il momento le altre che avevo
Peccato che nessuno ne ha approfittato per far incazzare la Lottomatica

Saluti e grazie


G
 
Ciao Asuniverso. Complimenti davvero per i tuoi risultati.
Ho cercato di interpretare le tue spiegazioni un po "criptiche" (doverosamente).
Le formule che utilizzi mi ricordano quelle delle trasformazioni di Lorentz che si fondano sui postulati della relatività ristretta di Einstein.
Naturalmente io mi fermo già qui. La genialità dell'applicazione al gioco del lotto di tali formule non è certo facile da scoprire.
Rinnovo i miei complimenti e, se vorrai, magari aggiungi qualche suggerimento che possa aiutarci a comprendere un po' di più la tua fantastica metodologia.
Saluti, Maldor

Ciao maldor006 ti ringrazio per i complimenti e per avere collocato le formule rispetto a Lotto_tom75 che saluto e lo ringrazio anche per i suoi complimenti.

Volendo raggiungere un terreno sicuro, è assolutamente inevitabile una ricerca astratta per mezzo di formule, i cui risultati però potranno essere presenti in veste geometrica. I princìpi fondamentali di entrambi gli aspetti del problema sono contenuti nel celebre trattato di Gauss sulle superfici curve, mentre per le formule abbiamo usato quelle di Lorentz. E’ indubbio che senza l’aiuto di un ragionamento matematico, per di più difficile e astruso, non si sarebbe giunti a formulare le sue conclusioni; tuttavia la parte svolta della matematica è secondaria: essa ha soltanto fornito i mezzi per utilizzare il materiale disponibile e il linguaggio per descrivere i risultati. Il materiale stesso però è frutto di esperimenti, osservazioni e misurazioni.

Certi professorini di turno inducono quasi a ritenere che il credo della teoria della separazione misurata lungo la linea degli eventi contenga affermazioni così pazzesche che non possono assolutamente essere prese sul serio dall’individuo che si attiene ai fatti della statistica tradizionale, che si fa vanto di credere solo in ciò che vede e respinge le ipotesi che gli sembrano in contraddizione con la sua esperienza personale.

E’ perciò d’importanza fondamentale comprendere che sono e saranno proprio i fatti osservati a fare da sostegno o a far cadere la teoria della separazione misurata lungo la linea degli eventi, la quale si propone di descrivere come si comportano effettivamente enti reali quali il moto dei corpi numerici nel tempo e nello spazio. Se e quando qualcuno potrà dare una rappresentazione del moto dei corpi numerici più semplice e completa di quella fornita dal sottoscritto, allora la teoria della separazione misurata lungo la linea degli eventi verrà abbandonata o modificata; è incontestabile però che al momento attuale non ne esistono altre egualmente adeguate. D’altra parte la storia del progresso scientifico dimostra come siano indigeste le nuove idee dall’uomo comune, privo d’immaginazione, di una certa epoca, ma come poi le idee che hanno superato la prova del tempo siano assimilate facilmente dall’uomo comune, privo di immaginazione delle epoche successive.

Non occorre dire che la mia esposizione non darà alcuna dimostrazione della giustezza delle nuove concezioni. Chi cerchi una dimostrazione deve assumersi la fatica di studiare i lavori originali. Chiunque abbia varcato le porte delle prime proposizioni elementari della geometria, cioè della teoria matematica dello spazio, trova davanti a sé sul suo cammino quella interrotta catena di deduzioni della quale ho parlato prima, in forza della quale forme spaziali di corpi numerici sempre più complicate sono riportate a una regolarità.

Saluti…
 
Ultima modifica:
Buongiorno ho trovato questo pdf che se non ho preso un flash parla della teoria della separazione misurata, se qualcuno si vuole cimentare nella lettura è geometria di alto livello..Il capitolo 3.3 spiega il concetto se ho capito bene..chiedo scusa se ho sbagliato.
 

Allegati

Buongiorno ho trovato questo pdf che se non ho preso un flash parla della teoria della separazione misurata, se qualcuno si vuole cimentare nella lettura è geometria di alto livello..Il capitolo 3.3 spiega il concetto se ho capito bene..chiedo scusa se ho sbagliato.
Dal file postato da trader avete tutto il materiale teorico a vostra disposizione. Buona lettura e buon studio.

Saluti...
 
Ciao
anch'io mi inchino davanti ai fatti,non giocato per motivi economici ma ti seguo con immenso piacere.Chissa' un giorno possa poter giocare.
 
Bravo Asuniverso ..👏👏👏
La giocata è chiusa ?chiedo perché l altra volta si è ripetuta dopo l uscita dell ambetto che mi ha fregato e non l ho rigiocata 🙄
 
La teoria della separazione misurata lungo la linea degli eventi senza matematica è come il lavorare senza fatica o lo sciare senza cadere o l’estrazione indolore dei denti. L’affermazione può spaventare, ma la matematica che noi usiamo è una matematica alla portata di chiunque , con un minimo di preparazione che si è detto, voglia affrontare i temi di fondo di una branca innovativa del sapere che è tra le componenti principali del modo statistico contemporaneo. Certamente un’esposizione eccezionale per densità di idee, rigore concettuale e chiarezza di linguaggio anche al lettore meno esperto. Le esigenze critiche di un pubblico non più alle prime armi hanno visto un netto progresso della letteratura divulgativa ed epistemologica.

Mi si permetta a questo proposito una riflessione un po’ estranea all’argomento che sto trattando. Alcuni anni or sono un filosofo disse che mentre il futuro è determinato dal passato, il passato non è dal futuro o, in altri termini, che dalla conoscenza del presente possiamo inferire quella del futuro, ma non quella del passato. A suo dire, ciò dipendeva dal fatto che una causa produce un unico effetto, mentre uno stesso effetto può essere prodotto da più cause. E’ chiaro che nessuno statista potrà sottoscrivere questa asserzione: le leggi della natura connettono l’antecedente al conseguente in modo tale che l’antecedente è determinato dal conseguente così come il conseguente dall’antecedente. Ma quale può essere stata l’origine dell’errore di quel filosofo? Sappiamo che, in virtù del principio di Carnot, i fenomeni fisici sono irreversibili e che la statistica tende verso l’uniformità.

Quando cerchiamo di prevedere un fatto e ne esaminiamo gli antecedenti, ci sforziamo di acquisire informazioni sulla situazione anteriore: ma non saremo in grado di farlo per tutte le parti esaminate, e ci contentiamo di sapere ciò che accade nelle vicinanze del punto in cui il fatto deve verificarsi, o ciò che sembra avere un qualche rapporto con il fatto in questione. Un’indagine non può mai essere completa e bisogna saper scegliere. Ma ci può succedere di aver trascurato delle circostanze che a prima vista ci sembrano del tutto estranee al fatto previsto, alle quali non avremmo mai pensato di attribuire alcuna influenza e che invece, al contrario di ogni previsione, si trovano a svolgere un ruolo decisivo.

Un uomo cammina per strada andandosene a sbrigare i propri affari: qualcuno, che fosse al corrente di questi suoi affari, potrebbe dire per quale ragione egli è uscito a quell’ora, perché è passato per quella strada. Su un tetto lavora un muratore: l’imprenditore che lo ha alle proprie dipendenze potrà prevedere in una certa misura ciò che egli farà. Ma l’uomo non pensa affatto al muratore, né quest’ultimo all’uomo; essi sembrano appartenere a due mondi completamente estranei l’uno dall’altro. E tuttavia il muratore lascia cadere una tegola che uccide l’uomo, e non esiteremo a dire che il tutto è opera del caso.

La nostra debolezza non ci permette di abbracciare tutto l’universo e ci obbliga a tagliarlo a fette. Cerchiamo di farlo nel modo meno artificioso possibile: ciò nondimeno, di tanto in tanto, succede che due di queste fette abbiano delle ripercussioni l’uno sull’altra. Gli effetti di questa azione reciproca ci paiano allora dovuti al caso. E’ questo un terzo modo di concepire il caso? Non sempre: effettivamente, il più delle volte si è ricondotti alla prima o alla seconda concezione. Quando due mondi, generalmente estranei l’uno all’altro, vengono a integrare tra di loro, le leggi di questa interazione non possono che essere molto complesse, e d’altra parte sarebbe stato sufficiente un piccolissimo cambiamento nelle condizioni iniziali per impedire che essa avesse luogo. Sarebbe bastato davvero poco perché l’uomo passasse un secondo più tardi o il muratore lasciasse cadere la tegola un secondo prima!

Tutto ciò che abbiamo detto non spiega ancora perché il caso obbedisca a certe leggi. E’ sufficiente che le cause piccole o che esse siano complesse per potere prevedere quali effetti avranno, se non in ogni singolo caso, quantomeno in media? Ciò spiega perché i fenomeni obbediscano alle leggi del caso quando piccole differenze nelle cause sono sufficienti a produrre grandi differenze negli effetti. Le probabilità di queste piccole differenze si possono infatti considerare proporzionali alle differenze stesse, appunto perché tali differenze sono piccole e i piccoli incrementi di una funzione continua sono proporzionali a quella della variabile.

Ma i paradossi non sono ancora finiti. La finzione immaginaria da Flammarion, quella dell’uomo che va più veloce della luce e per quale il tempo ha cambiato di segno. Diciamo che per costui tutti i fenomeni sembrerebbero dovuti al caso. Ciò è vero da un certo punto di vista; nondimeno, tutti questi fenomeni a un dato istante non sarebbero distribuiti secondo le leggi del caso, giacché sarebbero distribuiti coma appaiono a noi che, vedendoli svolgersi in modo armonioso e senza scaturire da un caos primigenio, non li consideriamo come governati dal caso.

Supponiamo che nello spazio di C e D un corpo numerico parta da C e si diriga con velocità costante verso D, percorrendo, secondo C, la distanza CD = 78/90

e di conseguenza:

Vedi l'allegato 2205726
Quindi:
Vedi l'allegato 2205727
Vedi l'allegato 2205733
da cui si ricava
Vedi l'allegato 2205729
e successivamente

Vedi l'allegato 2205730

Questa relazione mostra come la lunghezza di CD si possa calcolare conoscendo gli intervalli spaziali tra A e K , i quali si ottengono, come prima, con una equazione, se sono note le coordinate di C e D.

Napoli ambata principale
24
Per recupero secondarie
66-57
Per ambo e terno anche su tutte
24-66-57

Saluti...
Ringrazio tutti voi per le esternazione verso i miei confronti.

Il risultato fondamentale della teoria della separazione lungo la linea degli eventi è l’aver liberato la teoria dalla necessità di introdurre il sistema classico della statistica
. Questo concetto che ancora si continua a portare avanti è infatti insoddisfacente. Personalmente sono ben conscio di questa insufficienza, ma ancora per altri l’unica strada percorribile rimane la statistica classica.

Quali sono le innovazioni che hanno reso possibile superare tutti questi ostacoli? Innanzitutto, l’introduzione del concetto della separazione lungo la linea degli eventi. Questo sviluppo, appena schematizzato, delle teorie matematiche che per alcuni professorini di turno non dicono nulla, porta a considerare la nostra metrica di misurazione come il concetto fondamentale sul quale si basa la teoria della separazione lungo la linea degli eventi e, poi, alla possibilità di eliminare il sistema inerziale (cosa impossibile con la classica statistica). E’ indubbio che senza l’aiuto di un ragionamento matematico, per di più difficile e astruso, non si sarebbe giunti a formulare le sue conclusioni.

Sappiamo, pochissimo, eppure è sbalorditivo quanto sappiamo, e ancora più sbalorditivo quanta potenza ci dia quel poco
. Oltre ricercatore sono anche un giocatore che crede sul proprio lavoro svolto.

Napoli 24 1cedola.jpg

Napoli 24 2cedola.jpg

Saluti…
 

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    35
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    Palermo
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    83
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