LA CONVERSIONE DI SAN PAOLO apostolo
La celebrazione della Conversione di san Paolo offre l’opportunità di riflettere sulla magnifica figura dell’“Apostolo delle genti”. Apostolo, perché ha visto il Signore, Cristo Risorto, quindi, testimone della risurrezione ed è stato inviato direttamente da Cristo a predicare, come i Dodici.
Egli possiede i tre requisiti propri degli Apostoli: visione, vocazione, missione, tutti ricevuti “per grazia” sulla via di Damasco, dove Cristo lo spinse alla conversione. Affiora l’inquietudine, quel “pungolo” di cui gli parla il Signore, il tormento seminato dalla grazia dell’incontro con Dio e, nella cecità, egli vede la scintilla della luce di verità: “Chi sei tu, Signore?”. “Io sono Gesù che tu perseguiti” (At 9, 5). Cristo irrompe nella vita di Paolo, gli si manifesta nella sua gloria e gli svelerà il mistero della sua passione. L’Apostolo grida: “Signore, che vuoi che io faccia?”. Così, colmo di Spirito Santo, egli comprenderà la sua missione e annuncerà il Vangelo per la salvezza delle genti, patendo e affrontando il martirio per il nome di Cristo.
San Paolo concluderà dicendo: “Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Appunto per questo ho trovato misericordia. In me specialmente ha voluto Gesù Cristo mostrare tutta la sua longanimità, affinché io sia di esempio per coloro che nella fede in Lui otterranno d’ora innanzi la vita eterna” (1Tm 1, 16).