mihael
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SAN LORENZO diacono
Della vita di Lorenzo si sa pochissimo. Le antiche fonti lo indicano come arcidiacono di Papa Sisto II, cioè il primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. Egli assiste il Papa nella celebrazione, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte fatte alla Chiesa. Ma Valeriano decreta una persecuzione. Inizialmente, questa semplicemente vieta le adunanze di cristiani, blocca gli accessi alle catacombe, esige rispetto per i riti pagani e non obbliga a rinnegare pubblicamente la fede cristiana. In seguito, Valeriano ordina la messa a morte di vescovi e preti. Così il prefetto arresta Lorenzo e gli chiede di consegnare “i tesori della Chiesa”, convinto che la Chiesa del tempo possedesse molte ricchezze accumulate. Lorenzo chiede un po’ di tempo e si affretta a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Poi, si presenta al prefetto con tutti i malati, gli storpi e gli emarginati che aveva nutrito e sfamato con i beni elemosinati, dicendo: «Ecco, i tesori della Chiesa sono questi». Viene arrestato e martirizzato. Noto è il suo martirio sulla graticola, ma gli studi dicono che Valeriano non avesse ordinato torture. Quindi, si presume che Lorenzo sia stato decapitato come tutti i religiosi arrestati.
Della vita di Lorenzo si sa pochissimo. Le antiche fonti lo indicano come arcidiacono di Papa Sisto II, cioè il primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana. Egli assiste il Papa nella celebrazione, distribuisce l’Eucaristia e amministra le offerte fatte alla Chiesa. Ma Valeriano decreta una persecuzione. Inizialmente, questa semplicemente vieta le adunanze di cristiani, blocca gli accessi alle catacombe, esige rispetto per i riti pagani e non obbliga a rinnegare pubblicamente la fede cristiana. In seguito, Valeriano ordina la messa a morte di vescovi e preti. Così il prefetto arresta Lorenzo e gli chiede di consegnare “i tesori della Chiesa”, convinto che la Chiesa del tempo possedesse molte ricchezze accumulate. Lorenzo chiede un po’ di tempo e si affretta a distribuire ai poveri le offerte di cui è amministratore. Poi, si presenta al prefetto con tutti i malati, gli storpi e gli emarginati che aveva nutrito e sfamato con i beni elemosinati, dicendo: «Ecco, i tesori della Chiesa sono questi». Viene arrestato e martirizzato. Noto è il suo martirio sulla graticola, ma gli studi dicono che Valeriano non avesse ordinato torture. Quindi, si presume che Lorenzo sia stato decapitato come tutti i religiosi arrestati.