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Frate Indovino

SANTA BRIGIDA DI SVEZIA Patrona d’Europa
Brigida nacque nel XIV sec. da nobile famiglia. Già a dieci anni ebbe con Gesù un profondo colloquio. Alla domanda: “O mio caro Signore, chi ti ha ridotto così?”, si sentì rispondere: “Tutti coloro che mi dimenticano e disprezzano il mio amore!”. Decise allora di amare Gesù con tutto il cuore e per sempre, pensando di consacrarsi a lui. Ma, il padre la diede in sposa ad un giovane nobile con cui condusse una vita conforme agli insegnamenti evangelici e con cui instaurò un benefico clima di famiglia. I due ebbero otto figli. Nel periodo che trascorse a corte ebbe grande influenza sui sovrani e la Svezia ebbe buone leggi: furono abolite ingiuste e inumane consuetudini e furono mitigate le tasse che opprimevano il popolo. Con la morte del marito, Brigida si ritirò in monastero e, dopo meditazioni e riflessioni sulla Passione di Gesù, cominciò ad avere le visioni di Cristo. In una di queste, Gesù la elesse “sua sposa” e “messaggera del gran Signore”. Brigida ebbe, poi, l’idea di creare un nuovo Ordine religioso che sarà detto del Santo Salvatore, composto da monasteri “doppi”, cioè da religiosi e suore, rigorosamente divisi con un punto in comune, la preghiera, sotto la guida di un’unica badessa, rappresentante la Santa Vergine, e un confessore generale. Sogno di Brigida era vedere l’Europa unita e in pace, governata dall’imperatore e guidata spiritualmente dal Papa. Inviava così lettere al Papa, ai sovrani d’Europa, ai religiosi per far arrivare il suo messaggio di riforma e lanciava richiami a persone altolocate e allo stesso popolo per un risanamento morale dei costumi. Si stabilì a Roma dove aprì un ricovero per pellegrini che gestì nella povertà. Brigida trascorse la sua vita nella preghiera assidua, nello studio delle Sacre Scritture. Ebbe anche il merito di rendere accessibili e comprensibili le verità della fede da parte del popolo, presentandole con un linguaggio che toccava il cuore e spingeva alla conversione.FB_IMG_1690093590113.jpg
 
SAN GIACOMO MAGGIORE apostolo
Giacomo, fratello di Giovanni, figlio di Zebedeo, era pescatore a Betsaida, sul lago di Tiberiade. Viene chiamato da Gesù, insieme al fratello, a seguirlo e il racconto del Vangelo dice che essi lasciarono subito le reti e lo stesso padre, in maniera immediata. Giacomo entra a far parte della comunità dei Dodici destinati a stare con Gesù. Uno degli episodi in cui appare con Pietro e Giovanni è quello della Trasfigurazione, in cui è testimone dell’azione di Gesù che trasfigura la propria umanità, rivelando la propria figliolanza divina. È anche presente nell’Orto degli Ulivi per vegliare, ma come gli altri apostoli, viene colto dal sonno. Giacomo berrà il calice amaro della sequela di Cristo e della sua testimonianza: sarà il primo apostolo martire. In seguito a una persecuzione contro la comunità cristiana, fu fatto uccidere per decapitazione da Erode Agrippa, a Gerusalemme. Non si conoscono le modalità secondo cui il corpo attribuito a san Giacomo fosse stato portato in Spagna. Egli fu seppellito a Santiago de Compostela, dove è stata costruita una cattedrale in suo onore e dove viene venerato.FB_IMG_1690264373611.jpg
 
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SANTI ANNA E GIOACCHINO
Gioacchino e Anna sono i genitori della Vergine Maria. Gioacchino, sposo di Anna, era un uomo pio e molto ricco, era pastore e abitava vicino a Gerusalemme. Anna amava profondamente suo marito, ma pur essendo passati gli anni, non avevano figli. Ella pregava il Signore che esaudisse la sua supplica. Anche per Gioacchino fu un dolore profondo quando il sacerdote del tempio rifiutò la sua offerta, perché senza discendenza. E allora fuggì nel deserto per vincere la sua umiliazione e pregare. Anna piangeva. Dio ascoltò e le mandò un angelo che le annunciò che la sua preghiera era stata esaudita. Anna corse incontro al marito a cui era apparso l’angelo facendogli lo stesso annuncio. La loro fede era salda e fiduciosa nelle promesse di Dio. Nove mesi dopo nacque la dolce Maria che venne consacrata al Signore. Maria fu una figlia seria, matura, obbediente, luminosa e dolcissima, amata dai suoi genitori immensamente. Anna e Gioacchino sono santi grazie all’amore, perché hanno amato in modo totale Dio, si sono amati tutta la vita, hanno amato la loro figlia. Essi sono i protettori dei nonni.FB_IMG_1690352257385.jpg
 
SANTA MARTA di BETANIA
Marta, (è un nome femminile di origine aramaica, con il significato di “signora”, “padrona”) era la sorella di Maria e di Lazzaro di Betania, quest’ultimo un villaggio vicino Gerusalemme. Gesù amava sostare nella loro casa durante la sua predicazione in Giudea. A Marta era affidata la cura della casa. Ella mostrava ogni impegno per servire bene Gesù, mentre la sorella Maria preferiva stare quieta in ascolto delle parole del Maestro. Marta muove un rimprovero a Maria che non aiuta nelle faccende domestiche: «Signore, non t'importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti» (Lc 10,40). Gesù le risponde con amabilità: «Marta, Marta, tu t'inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10,41). Di lei ricordiamo, ancora, il drammatico episodio della risurrezione di Lazzaro: qui la donna domanda a Gesù, giunto per la notizia della morte dell’amico, il miracolo con una semplice e stupenda professione di fede nella onnipotenza del Salvatore, nella risurrezione dei morti e nella divinità di Cristo. Quando Gesù tornerà a trovarli sarà sempre Marta a occuparsi del banchetto e di ogni faccenda. La lezione del Maestro riguardava il suo eccessivo affanno per le cose materiali a scapito della vita interiore. Grazie a questa santa, tanto impegnata nelle faccende domestiche e nel servire bene, l’incompreso mestiere delle massaie viene rivalutato.FB_IMG_1690612145761.jpg
 
SAN PIETRO CRISOLOGO dottore
Il momento della consacrazione a vescovo di Ravenna, avvenuto intorno al 433, è davvero significativo nella vita di Pietro. Egli viene consacrato dal papa Sisto III in persona, il papa della pace religiosa dopo i dissidi, gli scontri e le iniziative scismatiche. E ad ascoltare la sua prima omelia, oltre al papa, c’è Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, oltre che sorella del successivo imperatore Onorio e madre e tutrice dell’imperatore Valentiniano III. Ma, raccolta intorno a lui, in quel giorno solenne, vi è l’intera città di Ravenna, ora capitale dell’Impero, congiunzione tra Oriente e Occidente negli ultimi instabili giorni di quel che resta degli antichi splendori. Il vescovo Pietro è alla guida della Chiesa in questa città e il suo popolo gli dà il soprannome di “Crisologo”, ossia “dalle parole d’oro”. Era uomo con un’ottima cultura, che si distingueva per il suo calore umano e il vigore della sua fede. Il vescovo di Ravenna insegnava a tutti coloro che cercavano la verità della fede e dava rigorose indicazioni circa i buoni comportamenti. Il suo linguaggio era sempre amichevole, la sua voce sempre cordiale. Ha lasciato alla Chiesa ben 180 sermoni ricchi delle sue “parole d’oro”. È oggi ricordato come Dottore della Chiesa.FB_IMG_1690695831775.jpg
 
SANT’IGNAZIO DI LOYOLA sacerdote
Ignazio nacque in Spagna nel 1491. Ultimo di sette figli, secondo le usanze del tempo, era destinato alla vita religiosa. Ma, era di casato nobile e presto indossò abiti eleganti dai colori vivaci e divenne un ufficiale brillante e un combattente valoroso. Durante una battaglia fu ferito e riportato a Loyola, nel castello di famiglia, dove passò la convalescenza. La lettura di alcuni libri religiosi fatta per trascorrere il tempo, lo aiutarono in alcune riflessioni: l’unico vero Signore al quale si poteva dedicare la fedeltà di cavaliere era Gesù stesso. Così, lasciò ai piedi di una statua della Madonna i suoi abiti cavallereschi e le armi, vestì quelli di povero e fece voto di castità perpetua. Condusse, per un periodo, una vita di penitenza in cerca della propria vocazione; andò in Terrasanta; ritornato studiò e divenne sacerdote. Egli ebbe la grande illuminazione di fondare una congregazione di consacrati che portasse il nome di Gesù, al fine di difendere la Chiesa dall’eresia: la “Compagnia di Gesù”. Inizialmente costoro furono chiamati “Preti Pellegrini”, conosciuti poi come “Gesuiti”. I Pellegrini missionari e apostoli lottavano per il mondo e per il trionfo della Chiesa. La Compagnia fiorì, garante di una solida disciplina, un rigore morale forte, una fedeltà assoluta. Ignazio, molto malato, morì in modo dimesso nel 1556, dopo aver redatto le “Costituzioni” del suo Ordine.FB_IMG_1690785950543.jpg
 
SANT’ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI dottore
Nacque il 27 settembre 1696 a Marianella, (un quartiere di Napoli), nella nobile famiglia de’ Liguori: il padre Giuseppe era ufficiale della marina reale e la madre, Anna Maria Caterina Cavalieri, era sorella del servo di Dio Emilio Giacomo Cavalieri. Primo di otto figli, il padre voleva che ricevesse una buona istruzione e crebbe all’insegna di una robusta educazione religiosa. Intrapresi gli studi di diritto all’Università di Napoli, a sedici anni divenne dottore in diritto civile e canonico. Esercitò con successo la professione forense, ma persa un’importante causa, decise di abbandonare l’avvocatura. Rampollo di un’antica famiglia, rinunziò al diritto di primogenitura a favore del fratello. Depose quindi la spada sull’altare della chiesa di Santa Maria della Mercede, per iniziare a studiare teologia in casa e nel 1726, a trent’anni, fu ordinato sacerdote. Si dedicò con tutto sé stesso all’attività pastorale. Confessore efficace, si dice che non abbia mai rifiutato l’assoluzione ad alcuno. Alfonso de’ Liguori pensò a una congregazione che si dedicasse al soccorso e all'educazione della parte più povera della società, sognò missionari che portassero la luce della fede e il fuoco della carità nei bassi cittadini e nelle capanne rurali. Nel 1732 fondò a Scala, vicino Amalfi, l’Ordine dei Redentoristi, attualmente diffuso in tutta Europa, in America e in altre parti del mondo. A settantasei anni fu nominato vescovo di S. Agata dei Goti, tra Benevento e Capua. Morì novantunenne il 1° agosto 1787 a Nocera dei Pagani. Pio VII lo beatificò nel 1816, Gregorio XVI lo canonizzò il 29 maggio 1839 e nel 1871 fu proclamato dottore della Chiesa da Pio IX. Nella sua celebre “Theologia moralis” reagendo al rigorismo dei giansenisti ne accentuò non la severità ma la compassione e la misericordia. Ha ispirato una vasta corrente della spiritualità mariana con “Le Glorie di Maria” libro di devozione popolare. È ricordato anche per aver scritto il canto di Natale italiano più noto: “Tu scendi dalle stelle”.FB_IMG_1690867932209.jpg
 
PREGHIERA ALLA MADONNA DEGLI ANGELI
Vergine degli Angeli, che da tanti secoli avete posto il vostro trono di misericordia alla Porziuncola, ascoltate la preghiera dei figli vostri che fiduciosi ricorrono a voi. Da questo luogo veramente santo e abitazione di Dio, particolarmente caro al cuore di San Francesco, avete sempre richiamato tutti gli uomini all’Amore.

I vostri occhi, colmi di tenerezza, ci assicurano una continua, materna assistenza e promettono aiuto divino a quanti si prostrano ai piedi del vostro trono o da lontano si rivolgono a voi, chiamandovi in loro soccorso.
Voi siete veramente la nostra dolce Regina e la nostra speranza.

Benediteci come vostri figli prediletti e con noi vi preghiamo di benedire, con uno stesso gesto materno, gli innocenti e i colpevoli, i fedeli e gli smarriti, i credenti e i dubbiosi. Benedite l’intera umanità, affinché gli uomini riconoscendosi figli di Dio e figli vostri ritrovino, nell’Amore, la vera Pace e il vero Bene.

Amen.FB_IMG_1690954879088.jpg
 
SAN GIOVANNI MARIA VIANNEY sacerdote
Giovanni Maria Vianney, conosciuto come il Curato d’Ars, nacque in Francia (8 maggio 1786) da famiglia contadina, durante l’epoca napoleonica. Suo desiderio era quello di diventare prete e condurre molte anime a Dio. Coronò il suo sogno con grandi difficoltà e fatiche, incontrando duri ostacoli sia legati agli studi, sia alle vicende di vita personale. Nel 1818 fu mandato ad Ars come curato. Arrivò nel piccolo centro a piedi, ignorato dal popolo, che neppure gli andò incontro per accoglierlo. Egli non rimproverò nessuno, né corse per le strade per chiamare i parrocchiani, semplicemente, si inginocchiò davanti al tabernacolo in preghiera e lì rimase per giorni. Fu il suo esempio, il suo pregare accorato e commovente a fare di Ars un centro di spiritualità, negli anni successivi. Giovanni Maria fu un uomo di Dio che non si stancò mai di predicare, di educare i giovani, di donare sé stesso con amore. Ben presto, Ars divenne meta di pellegrinaggi, perché molti erano i fedeli che desideravano confessarsi col curato, che finì per trascorrere molte ore nel confessionale. Il santo Curato d’Ars è patrono di tutti i sacerdoti.FB_IMG_1691139128228.jpg
 
SANTA MARIA DELLA NEVE
Il culto della Madonna della Neve è legato alla nascita della più grande chiesa dedicata alla Vergine: Santa Maria Maggiore (in Roma) e all’evento della straordinaria nevicata avvenuta durante la stagione estiva. L’importanza di celebrare la contemporaneità di questi due avvenimenti è nel fatto che Maria è immagine stessa della Chiesa. Nel IV secolo, sotto il Pontificato di Papa Liberio, un nobile e ricco patrizio romano di nome Giovanni e sua moglie, non avendo figli, decisero di offrire i loro beni alla Santa Vergine, per la costruzione di una chiesa a lei dedicata. La Madonna gradì il desiderio e apparve in sogno ai due, la notte fra il 4 e il 5 agosto, dicendo che avrebbe indicato con un miracolo il luogo dove doveva sorgere la chiesa. La mattina dopo, i coniugi si recarono da Papa Liberio a raccontare il sogno fatto e si scoprì che anche il Papa aveva fatto lo stesso sogno. Si recarono sul luogo indicato, il colle Esquilino, che trovarono coperto di neve, in piena estate. Il Pontefice tracciò il perimetro, seguendo la superficie del terreno innevato e lì fece costruire il tempio a spese dei nobili coniugi. Questo narra la tradizione che, però, non trova riscontro in nessun documento. La chiesa fu detta “Liberiana” dal nome del Pontefice, ma dal popolo fu chiamata Santa Maria “ad Nives”, della Neve. Più tardi, questa chiesa fu abbattuta da Sisto III che fece edificare una basilica più imponente e maestosa, a cui diede il nome di Basilica di Santa Maria Maggiore, per indicare la sua preminenza su tutte le chiese dedicate alla Madonna.FB_IMG_1691215649917.jpg
 
TRASFIGURAZIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO
L’evangelista Matteo racconta con queste parole l’episodio: "Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello, e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce" (17,1-2). Gesù, in questo modo, vuole far comprendere ai tre apostoli la sua divinità e offrire loro questa certezza. L’episodio si svolse nel secondo anno di vita pubblica di Gesù, nel 29, periodo dedicato da Lui, in modo particolare, alla formazione degli apostoli. L'alto monte è quasi sicuramente il Tabor, che si erge nel cuore della Galilea. Il Tabor, geograficamente isolato, era propizio come luogo alle meditazioni e al silenzio. È in questa cornice che Gesù si offrì alla vista dei tre discepoli, in tutto lo splendore del suo corpo glorioso, così come ci apparirà in ogni istante della naturale visione beatifica di cui gode la sua anima. Con questa visione, Gesù confermava la professione di Pietro: "Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente" (Mt 16,16). Nell’episodio appaiono, accanto a Gesù, Mosè ed Elia che dialogano insieme come ad annunciare la passione e la morte del Messia, che avverranno poco dopo. Noi tutti cerchiamo il Volto di Dio nel nostro cammino terreno, ciò vuol dire cercare di conoscerlo, vivere concretamente nella sua presenza.FB_IMG_1691304576960.jpg
 
SAN GAETANO THIENE sacerdote
Nacque a Vicenza, laureato, ricevette la tonsura, ma non si sentì degno di essere ordinato sacerdote. Si trasferì a Roma, dove svolse l’incarico di segretario di papa Giulio II. Inoltre dedicava il suo tempo ad assistere gli ammalati nell’Ospedale di San Giacomo. Nel 1517, fu ordinato sacerdote e fu nella notte di Natale che la Vergine gli porse il Bambin Gesù, esperienza che lo impegnò a diffondere il Presepio in ogni famiglia. Nel 1524, col vescovo di Chieti, Giampietro Carafa, fondò una compagnia di sacerdoti che facevano vita comune sull’esempio degli Apostoli: i “chierici Regolari della Divina Provvidenza” - detti Teatini - animati dall’amore per la povertà, per Dio, per il prossimo. Alla compagnia fu affidato il compito della riforma del breviario e della liturgia della Messa. I Teatini si stabilirono a Venezia. Fu Gaetano stesso il superiore maggiore della Congregazione, per alcuni anni, in cui si prodigò anche in diverse opere di apostolato. Più tardi, si recò a Napoli e qui operò nell’ospedale degli Incurabili e per la formazione religiosa e morale del popolo, promuovendo la pratica dei sacramenti e soprattutto della Comunione frequente. Morì durante un tumulto e la tradizione vuole che Gaetano abbia offerto la sua vita terrena, affinché avesse inizio quella ultraterrena.FB_IMG_1691389589782.jpg
 
Domenico di Guzmán sacerdote
Domenico nacque nel XII sec., nella Vecchia Castiglia, in Spagna. Egli, preso da grande pietà per i poveri, fu dedito alle opere di misericordia. Assecondò la chiamata del Signore e fu consacrato sacerdote. Un viaggio attraverso la Provenza gli fece conoscere la gravità del fenomeno dell’eresia catara che stava dilagando fino a Roma. Si rese conto anche di quanto fosse difficile far ammettere di essere in errore colui che fosse convinto, in buona fede, di essere nella verità. E di quanta pazienza e delicatezza bisognasse essere dotati per sostenere una controversia. Da questo momento, egli si impegnò nella predicazione assidua della Verità. Pubblici e logoranti dibattiti, colloqui personali, trattative, predicazione, opera di persuasione, preghiera e penitenza occupano i primi anni di questa intensa attività. Nel 1215 fonda l’”Ordine dei Frati Predicatori”, a cui lascia una “Magna Carta”, che riporta le indicazioni di comportamento: i frati dovevano essere caritatevoli, benevoli verso gli eretici, affinare gli argomenti intellettuali per la predica, organizzare spedizioni missionarie, dediti alla povertà mendicante. Domenico, consumato dalle penitenze e dalle fatiche mentali, si spegne a Bologna e con lui la sua stella che aveva brillato durante la sua instancabile opera di predicazione.FB_IMG_1691476596324.jpg
 
Domenico di Guzmán sacerdote
Domenico nacque nel XII sec., nella Vecchia Castiglia, in Spagna. Egli, preso da grande pietà per i poveri, fu dedito alle opere di misericordia. Assecondò la chiamata del Signore e fu consacrato sacerdote. Un viaggio attraverso la Provenza gli fece conoscere la gravità del fenomeno dell’eresia catara che stava dilagando fino a Roma. Si rese conto anche di quanto fosse difficile far ammettere di essere in errore colui che fosse convinto, in buona fede, di essere nella verità. E di quanta pazienza e delicatezza bisognasse essere dotati per sostenere una controversia. Da questo momento, egli si impegnò nella predicazione assidua della Verità. Pubblici e logoranti dibattiti, colloqui personali, trattative, predicazione, opera di persuasione, preghiera e penitenza occupano i primi anni di questa intensa attività. Nel 1215 fonda l’”Ordine dei Frati Predicatori”, a cui lascia una “Magna Carta”, che riporta le indicazioni di comportamento: i frati dovevano essere caritatevoli, benevoli verso gli eretici, affinare gli argomenti intellettuali per la predica, organizzare spedizioni missionarie, dediti alla povertà mendicante. Domenico, consumato dalle penitenze e dalle fatiche mentali, si spegne a Bologna e con lui la sua stella che aveva brillato durante la sua instancabile opera di predicazione.Vedi l'allegato 2265362
Avevo il nonno materno che si chiamava Domenico è ha sempre festeggiato l'onomastico il quattro di agosto ed ora vedo che da diversi anni viene invece festeggiato oggi. Ci sarà qualche motivo. Tra l'altro anche mio fratello si chiama Domenico e quindi gli ho fatto gli auguri oggi come da calendario di frate indovino e forse anche lui stesso da piccolo la mai mamma glielo festeggiava il quattro......ma parlaimo del giurassico
 
Avevo il nonno materno che si chiamava Domenico è ha sempre festeggiato l'onomastico il quattro di agosto ed ora vedo che da diversi anni viene invece festeggiato oggi. Ci sarà qualche motivo. Tra l'altro anche mio fratello si chiama Domenico e quindi gli ho fatto gli auguri oggi come da calendario di frate indovino e forse anche lui stesso da piccolo la mai mamma glielo festeggiava il quattro......ma parlaimo del giurassico
Ciao Zac anche mio fratello si chiama Domenico (per gli amici Miko) e lo festeggiano da che ho memoria 8 Agosto.
 
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SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE martire
Edith Stein nacque nel 1891 in Polonia da famiglia di origine ebraica. In giovane età, ebbe una crisi di fede e di smarrimento interiore. Si professerà atea, ma sempre alla ricerca della verità. Dotata di viva intelligenza, animata da alti ideali, aperta alla cultura, studiò con successo diventando assistente del filosofo Husserl e, lei stessa brillante filosofa. Mentre organizzava la sua vita, insegnando all’università, l’angoscia ed il tormento interiore la facevano brancolare nel buio fin quando, una sera d’estate, lesse casualmente un libro sulla vita di santa Teresa d’Avila. Quando chiuse il libro, aveva la consapevolezza di aver trovato Colui che cercava altrove, l’Unico che poteva appagare la sua sete di Verità. Aveva scoperto che la Verità non è un’idea, un concetto, ma una persona, anzi la Persona per eccellenza. Edith ricevette il Battesimo nella Chiesa cattolica nel gennaio 1922. Per lei, il Signore aveva scritto il suo progetto e, alcuni anni dopo, Edith entrò nell’ Ordine contemplativo del Carmelo, vero “giardino” di vita cristiana, tutto orientato verso la devozione specifica a Maria, come segno di obbedienza assoluta a Dio, con il nome di Teresa Benedetta della Croce. Ella visse la sua vocazione in spirito di olocausto per il suo popolo, condividendo davvero le sofferenze redentrici di Cristo. Teresa Benedetta fu prelevata con la sorella, suor Rosa, dal Carmelo dalla Gestapo e deportata ad Auschwitz, dove concluse la sua vita col martirio. È stata nominata compatrona d’Europa con santa Brigida di Svezia e santa Caterina da Siena.FB_IMG_1691564586022.jpg
 

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