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Frate Indovino

SAN TOMMASO apostolo
Tommaso, uno dei dodici apostoli, lo troviamo al seguito di Gesù che decide di tornare e salutare l’amico Lazzaro ormai morto. Tommaso, pur conoscendo i rischi del rientro in Giudea, è fedele al Maestro e lo segue a Betania. L’apostolo, talvolta, ha difficoltà a comprendere il livello comunicativo di Gesù e, quando è confuso o non gli è facile credere, non finge e con candore e schiettezza obietta e fa domande. E provoca in Gesù chiarimenti e risposte importanti. Non è un discepolo tiepido. Quando dichiara di voler verificare lui stesso che Gesù è risorto (nell’episodio che ce lo fa ricordare da sempre), immediata è poi la sua professione di fede – “Mio Signore e mio Dio” – semplice, accorata, totale. Gesù che non aveva mai concesso segni risponde a Tommaso, rivelando la sua divinità. Tommaso partì missionario e, probabilmente, morì martire in India.FB_IMG_1688364083308.jpg
 
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SANTA ELISABETTA DEL PORTOGALLO regina
Nacque a Saragozza (Spagna), nel 1271. Figlia del re Pietro III d’Aragona, a soli 12 anni venne data in sposa a Dionigi re del Portogallo, da cui ebbe due figli, Alfonso e Costanza. Egli non fu un buon marito, perché abbandonatosi presto all’infedeltà, ebbe diversi figli illegittimi, ma Elisabetta seppe dare testimonianza cristiana, arrivando ad avere cura dell’educazione anche dei figli naturali del marito. Il tempo libero lo impegnava a confezionare suppellettili per le chiese povere, con l'aiuto delle dame di corte. Alle buone opere, quando ne veniva a conoscenza, ella contribuiva con generosità. Al suo elemosiniere aveva dato ordine di non mandare mai via nessun bisognoso a mani vuote. Svolse opera pacificatrice in famiglia e, come consigliera del marito, riuscì a spegnere le tensioni tra Aragona, Portogallo e Castiglia. Ma soprattutto, mise pace tra il marito e il figlio che si era ribellato al padre, evitando uno scontro armato. Alla morte del marito a causa di una malattia che lei stessa aveva curato, donò i propri beni ai poveri e divenne terziaria francescana. Entrò nel monastero delle clarisse a Coimbra e terminò la sua vita consumata dalle penitenze e nel tentativo di portare pace tra il figlio Alfonso IV e il genero di questi, Alfonso XI di Castiglia.FB_IMG_1688450283932.jpg
 
SANT’ANTONIO MARIA ZACCARIA religioso
Antonio Maria nacque a Cremona nel XVI sec., si laurea in medicina a Padova, ma ama spiegare il Vangelo a grandi e piccoli. Viene consacrato prete e, si trasferisce a Milano come cappellano della contessa Ludovica Torelli. Nella contessa e in alcuni suoi amici milanesi troverà il sostegno per iniziative di carattere religioso. Antonio Maria dà origine a tre opere, tutte intitolate a san Paolo. Egli fonda una comunità di preti soggetti a una regola comune, i Chierici regolari di San Paolo, che verranno chiamati Barnabiti, dalla chiesa di San Barnaba, loro prima sede. Poi, fonda la congregazione delle Angeliche di San Paolo, primo esempio di suore fuori clausura, ma il Concilio di Trento non accoglierà questa novità. Inoltre, crea i Maritati di San Paolo, laici sposati a cui vengono affidati impegni apostolici. Denunciato come eretico e ribelle sarà processato a Roma e verrà assolto. Durante un viaggio per una missione di pace, Antonio Maria muore a poco più di 36 anni.FB_IMG_1688549200162.jpg
 
SANTA MARIA GORETTI vergine e martire
Maria Goretti, nacque a Corinaldo nelle Marche il 16 ottobre 1890, terzogenita di sette figli. I genitori erano braccianti agricoli e stentavano nel vivere quotidiano con una famiglia numerosa, così decisero di cercare lavoro altrove scegliendo di spostarsi nell’Agro Pontino, nel Lazio. Mentre i genitori si occupavano del lavoro massacrante dei campi, Maria accudiva alle faccende domestiche, tenendo in ordine la casa colonica, badando ai fratellini più piccoli e cercando sempre di non trascurare l’educazione religiosa. Il padre fu stroncato dalla malaria nella palude dove lavorava. Maria prese a confortare la mamma rimasta sola con la famiglia e con un lavoro da svolgere superiore alle sue forze. Per sopravvivere fu necessario associarsi con i Serenelli, vicini di casa, con cui divisero i lavori dei campi con quelli di casa e della fattoria. Maria aveva una personale e forte spiritualità, una devozione grande per il Signore, e sentiva profondo il concetto di difesa della purezza come dono di Dio. Così, quando Alessandro Serenelli, giovane diciottenne, cominciò a guardarla con occhi diversi e ad insidiarla, fu respinto dalla ragazza. Ma una mattina, respinto un’altra volta, fu colto da rabbia e colpì Maria ripetutamente a morte. Maria morì, a dodici anni, perdonando il suo assassino, dicendo che lo voleva con lei in Paradiso. In prigione, Alessandro si pentì e si convertì dopo aver sognato Maria che gli diceva che avrebbe raggiunto il Paradiso. Quando fu scarcerato, egli chiese perdono alla madre di Maria.FB_IMG_1688624195496.jpg
 
SANTA VERONICA GIULIANI vergine
Veronica Giuliani (XVII-XVIII sec.) è una delle più grandi figure mistiche della storia. A diciassette anni ella riuscì a entrare nel Monastero delle Cappuccine di Città di Castello (Perugia). Percorse un cammino di penitenze e privazioni e Dio le elargì numerose grazie, doni, privilegi, visioni, estasi, carismi singolari, a lei sua "diletta". A causa dei fenomeni mistici che in lei si verificarono, fu controllata severamente dalle autorità della Chiesa, con punizioni, obbedienze difficili, castighi, ma ella conservava sempre una tranquillità indescrivibile e un umore gioioso. Gesù fece di suor Veronica la sua sposa mistica. In modo misterioso, ella riuscì a sperimentare tutti i martìri e gli oltraggi della Passione del Cristo, venendo così soddisfatta nella sua ardente brama di patire per Lui. Alla sua morte, avvenuta dopo trentatré giorni di malattia, fu eseguita l’autopsia e nel suo cuore verginale furono trovati scolpiti gli emblemi della passione (il cuore era stato passato da parte a parte) così come li aveva descritti e persino disegnati per ordine del confessore nel suo diario spirituale.FB_IMG_1688885340192.jpg
 
SAN BENEDETTO DA NORCIA patrono d’Europa
Benedetto nacque intorno all’anno 480 d.C. Fu mandato a Roma per la sua formazione negli studi. Ma, il giovane Benedetto rimase disgustato dallo stile di vita dissoluto di molti suoi compagni: egli voleva piacere a Dio solo. Così, si fece eremita sul Monte Subiaco, dove trascorse un periodo di solitudine col Signore, tempo di maturazione per lui. Egli era convinto che solo dopo aver riappacificato la propria anima avrebbe potuto dire agli altri una parola utile per le loro situazioni di bisogno ed essere un creatore di pace intorno a sé. Quando Benedetto entrò in una nuova fase spirituale, si stabilì a Montecassino, dove fondò un monastero e compose la Regola per l’Ordine da lui fondato, figlia della sua continua contemplazione di Dio. La Regola si occupa della vita del monaco, simbiosi feconda tra azione e contemplazione, “affinché in tutto venga glorificato Dio”. La vita monastica è scuola di servizio del Signore e in essa hanno un ruolo determinante la lettura meditata della parola di Dio e la lode liturgica, alternata con i ritmi del lavoro in un clima intenso di carità fraterna e di servizio reciproco. Benedetto raccolse molti discepoli, la sua Regola fiorì ed è considerata forza illuminante per lo sviluppo della civiltà europea. A causa di ciò fu proclamato Patrono d’Europa.FB_IMG_1689053921142.jpg
 
SANT’ENRICO II imperatore
Enrico era figlio del duca Enrico II di Baviera, nacque a Bamberga nel 973, in una famiglia cristiana e ricevette una profonda formazione religiosa. Fu educato dallo stesso vescovo san Wolfgang. Enrico fu erede del padre e del cugino Ottone III, ricevendo la corona di Germania prima e d’Italia successivamente. Nel frattempo, il fratello Bruno fu nominato vescovo di Augusta e una delle sorelle scelse la vita monastica. Nel 1014, papa Benedetto VIII consacrò Enrico imperatore del Sacro Romano Impero. Egli fu sempre accanto al papa e, per il suo zelo religioso, attuò una riforma che coinvolgeva tutta la Chiesa: combatté la simonia, cioè l’acquisto delle cariche religiose e riaffermò il celibato dei sacerdoti. Inoltre, nel 1022, partecipò col papa al Concilio di Pavia, in cui furono emanati sette canoni contro il concubinato dei sacerdoti e la difesa dei patrimoni ecclesiastici. La sua fede lo condusse oltre: infatti, promosse l’introduzione della recita del Credo durante la celebrazione della Messa domenicale. Bello e intenso fu il rapporto con la moglie Cunegonda, anche lei canonizzata. Non ebbero figli, ma mai Enrico pensò di ripudiarla, secondo le usanze del tempo, né ebbe figli illegittimi. Enrico testimoniò il riconoscimento del valore del Sacramento del Matrimonio e dell’amore per la moglie.FB_IMG_1689228009061.jpg
 
SAN CAMILLO DE LELLIS religioso
Camillo (1550-1614) nacque in Abruzzo da nobile famiglia. Al seguito del padre, che era un ufficiale al servizio della Spagna, intraprese la vita militare e si diede poi al gioco. Fu così che perse tutti i suoi averi e si ridusse a chiedere l’elemosina. Una crisi spirituale profonda cambiò la sua vita. Costretto a un ricovero in ospedale a Roma, osservò lo stato di abbandono dei malati, a causa del personale indifferente e insufficiente. Egli stesso si mise a servire i sofferenti ed ebbe l’ispirazione di convocare un gruppo di amici che, consacratisi a Cristo Crocifisso, si dedicassero totalmente alle prestazioni verso gli ammalati. Essi formeranno la Compagnia dei Ministri degli Infermi con il permesso di portare l’abito nero di cui elemento distintivo e privilegio è una croce di panno rosso sul petto. Nel frattempo, Camillo studiò e venne ordinato sacerdote, continuando a occuparsi dell’assistenza ai malati e ai poveri.FB_IMG_1689312822126.jpg
 
SAN BONAVENTURA vescovo dottore della Chiesa
San Bonaventura si chiamava Giovanni di Fidanza e nacque a Bagnoregio, in provincia di Viterbo, nel 1217. Egli stesso narra che da bambino si ammalò gravemente, ma fu risanato da san Francesco in persona il quale, facendo su di lui un segno di Croce, pronunciò queste parole: “Bona ventura”. Fu guarito e da allora fu chiamato Bonaventura. Entrò nell’Ordine francescano. San Bonaventura affermò chiaramente che Dio è l’essere assoluto, eterno, provvidente e illuminante, perché la vita, la sapienza, la bontà di Dio sono la luce stessa di Dio impressa nelle cose al momento della creazione. Egli, cioè riconosce uno stretto legame tra Creatore e realtà creata. Infatti, san Bonaventura è convinto che solo così si possa spiegare il continuo intervento provvidente di Dio nel creato. L’uomo arriva a Dio partendo dalle sue cose della sua vita quotidiana. Scrisse numerose opere di carattere teologico e mistico, tra queste importante fu la “Legenda maior”, biografia ufficiale di san Francesco. In lui pienezza di fede, di pietà, di lavoro, di azione, fu tutto permeato dell’amore di Dio. Cose che lo aiutarono a conservare la vita spirituale insieme ad altre virtù: la purezza, l’umiltà, la speranza, la carità. Una grande potenza d’amore semplice e affettuosa, un senso d’equilibrio morale lo distinsero in mezzo ai suoi frati. Tutto questo, oltre alla profonda capacità di rinuncia di sé stesso fa di lui un santo.FB_IMG_1689409698056.jpg
 
SANT’ALESSIO mendicante
Sant’Alessio, detto “l’uomo di Dio”, nacque a Roma nel IV secolo. Figlio di Egle e del ricchissimo nobile Eufemiano, la sua infanzia fu influenzata dalla carità dei genitori che ogni giorno allestivano una grande mensa per i poveri, le vedove e gli orfani. Una volta adulto, scappò di casa e raggiunse Edessa, in Asia Minore, dove donò ai poveri tutto il denaro e si fece povero come loro, vestendo umilmente, abitando sotto il portico di una chiesa e chiedendo l’elemosina. I genitori lo fecero cercare senza risultato, perché quando alcuni servi giunsero a Edessa, non lo riconobbero. Alessio fu considerato morto. Diciotto anni dopo, Alessio tornò a casa, fingendosi un povero pellegrino e come tale fu accolto con generosità e ospitalità in un sottoscala del palazzo. Qui trascorse molti altri anni. Il giorno che morì, tutte le campane della città si misero a suonare prodigiosamente e si udì una voce dal cielo: “Cercate l’uomo di Dio che prega per Roma, lo troverete in casa di Eufemiano!”. Lo cercarono inutilmente, finché si ricordarono del pellegrino nel sottoscala: lo trovarono cadavere, ma il suo viso risplendeva come quello di un angelo. Scoprirono così che il pellegrino sconosciuto era Alessio, cui si attribuirono, in seguito, molti miracoli.FB_IMG_1689576477403.jpg
 
SANT’EMILIANO DI DUROSTORO martire
Nella seconda metà del V secolo, l’imperatore Giuliano l’Apostata inviò il vicario Capitolino a Durostoro, oggi Romania, per ridare forza al paganesimo. Con questo intento Capitolino organizzò una festa. Il figlio del prefetto della città, Emiliano, non tollerando quanto imposto da Roma, andò nel tempio e con un martello distrusse la statua del dio pagano e l’altare. Venne accusato dell’atto e arrestato un contadino innocente, per infliggergli una pena che fosse di monito a tutta la popolazione. Ma Emiliano confessò di essere lui il colpevole. Fu processato e condannato alla flagellazione e a essere arso vivo.FB_IMG_1689661291635.jpg
 
SANT’APOLLINARE vescovo martire
Apollinare nacque ad Antiochia da famiglia pagana. Quando nella città, arrivò l’apostolo Pietro, che predicava una nuova religione fondata sull’amore, il giovane ne fu affascinato e decise di seguirlo a Roma, ma Pietro lo inviò a Classe, vicino Ravenna, a evangelizzare la popolazione locale. Qui, Apollinare guarì la moglie del tribuno e riuscì a portare alla fede cristiana molte persone, ottenendo la conversione di intere famiglie. Pietro gli affidò la costruzione della chiesa di Ravenna, di cui diventò pastore, interpretando alla perfezione la missione pastorale del vescovo, del sacerdote e del confessore. I pagani, però, gli ordinarono di non predicare. Egli rifiutò, così, un giorno, mentre tornava dalla visita da un lebbrosario, venne picchiato e ridotto in fin di vita. morì pochi giorni dopo. Il suo culto si diffuse rapidamente, superando i confini della città. Arrivò a Roma e il re franco Clodoveo gli dedicò una chiesa vicino a Digione.FB_IMG_1689832022226.jpg
 
SAN LORENZO DA BRINDISI sacerdote e dottore apostolico
Giulio Cesare Russo, suo nome di nascita, nacque nel 1559. Divenuto orfano di padre e madre molto presto, raggiunse uno zio sacerdote a Venezia, dove poté studiare e maturare la vocazione nell'Ordine dei Minori Cappuccini. Prese presto l’abito e gli fu cambiato il nome in Lorenzo. La sua ascesa nell'Ordine fu rapida; tra i vari incarichi istituzionali, fu posto a capo della schiera di missionari che i Cappuccini inviarono in Germania. Qui, ad accrescere la sua fama di santità contribuì un episodio verificatosi nel 1601: Lorenzo volle essere uno dei quattro cappellani che assistevano spiritualmente le truppe cattoliche nella campagna contro i Turchi in Ungheria. Quando il nemico sferrò l'attacco, egli fu d'esempio sia con la parola che con i comportamenti e la sua fama divenne ancora più grande. Fu convinto dalla nobiltà napoletana a intercedere per loro presso il re di Spagna, Filippo III, denunciando i maltrattamenti del Viceré a Napoli. Ma, dopo aver predetto al re la sua fine se non avesse risolto la questione (come poi accadde nella realtà), Lorenzo fu avvelenato a Lisbona, nel 1619.FB_IMG_1689919336019.jpg
 
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SANTA MARIA MADDALENA
Maria Maddalena è la donna di Magdala, modello di vita consacrata alla ricerca appassionata del Signore. Ella, insieme a un gruppo di altre donne, segue Gesù durante la sua vita pubblica. Maria, ardente innamorata di Dio, segue il Signore fin sul Calvario insieme a Maria, Giovanni e alle altre donne, quando i discepoli erano fuggiti. Veglia il Sepolcro nella notte più oscura dell’umanità. Ma, sul finire di quella notte, ella si mette, tra le lacrime, alla ricerca del suo Signore che le è stato strappato, pur avendolo visto morire. E il Signore a lei si rivela, lei che lo ama senza stancarsi, di un amore che viene dal Cristo e le lascia la missione di annunciare ai fratelli che il Sepolcro è vuoto e che ha visto il Risorto.FB_IMG_1690004833758.jpg
 

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