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Frate Indovino

SAN CHARLES DE FOUCAULD sacerdote
Charles-Eugène nacque a Strasburgo nel 1858. Di famiglia nobile, perse entrambi i genitori all’età di sei anni. Venne allevato dal nonno materno, che gli lasciò una cospicua eredità. Il giovane Charles la dilapidò tutta in poco tempo, vivendo dissolutamente. Nel 1876 intraprese la carriera militare, ma fu congedato con disonore per indisciplina. Si dedicò, allora, alle esplorazioni geografiche in Marocco. L’impresa del 1885 gli valse una medaglia d’oro dalla Società di Geografia di Parigi. L’anno successivo rientrò in patria e si riavvicinò alla Chiesa cattolica. Nel 1890 entrò fra i trappisti, ma ben presto lasciò la Trappa per imitare materialmente Gesù con una vita di nascondimento, nel lavoro e nell’amicizia con gli uomini. Egli predicava la fraternità, desideroso di condividerla con qualcuno. Nel 1901 fu ordinato sacerdote. Lo stesso anno si trasferì in Africa, in un’oasi del Sahara, col desiderio di portare Gesù presso i popoli che non lo conoscevano e in una terra dove non c’erano sacerdoti. Indossò una tunica bianca sulla quale era cucito un cuore di stoffa rossa, sormontato da una croce e la scritta “Caritas”. Ospitava chiunque passasse vicino alla sua capanna: cristiani, musulmani, ebrei, pagani. A tutti si presentava come “fratello universale”. Più tardi si spinse fino a Tamanrasset, dove trascorse tredici anni nella preghiera e nella stesura di un dizionario di lingua francese-tuareg. La sera del primo dicembre 1916, la sua abitazione fu saccheggiata alla ricerca del “tesoro” di cui lui parlava sempre (ignorando che si trattasse di Gesù sacramentato). Durante l’aggressione, Charles fu ucciso. Solo dopo la sua morte fiorirono le fraternità dei Piccoli fratelli e delle Piccole sorelle. La vita di Charles de Foucauld è un invito ad aspirare alla fraternità universale.FB_IMG_1701413395600.jpg
 
SANTA BIBIANA martire
Bibiana nacque all’incirca nel 347, figlia di Flaviano, prefetto di Roma e della nobile Dafrosa e crebbe con la sorella Demetria nella fede cristiana. Il padre fu deposto dal pagano Aproniano, che diede inizio alle persecuzioni. Flaviano si impegnò nella cura dei bisognosi, dei perseguitati e nella sepoltura dei martiri. Scoperto, non abiurò e fu condannato a essere schiavo, ma perse la vita. Private dei loro beni, le tre donne condussero una vita di intensa preghiera, pronte a sopportare la persecuzione contro i cristiani. Esse rifiutarono di sacrificare agli dei e vennero rinchiuse nella loro casa senza acqua e viveri, ma non persero la salute. La madre Dafrosa fu la prima a essere decapitata per un altro rifiuto a sacrificare agli dei, mentre le due sorelle vennero chiuse nella casa paterna. Quando per l’ennesima volta si chiese loro di offrire agli idoli, Demetria, cominciò a cantare le glorie di Dio: era a tal punto rapita in un’estasi di felicità, forte era il desiderio di unirsi allo Sposo Celeste, che si inginocchiò e morì tra le braccia della sorella. Aproniano ne rimase turbato e affidò Bibiana a una matrona, perché la corrompesse. Inutili furono i tentativi, così fu condannata alla flagellazione e il suo corpo esposto in città. Ma lo Sposo Celeste non permise che quel corpo venisse profanato. Così, un presbitero lo raccolse e lo seppellì insieme ai corpi della madre e della sorella.FB_IMG_1701500615624.jpg
 
SAN FRANCESCO SAVERIO sacerdote
Francesco Xavier, in italiano Saverio, nacque nel 1506, in Navarra (Spagna), nel castello di famiglia. Studiò a Parigi, dove conobbe e frequentò Ignazio di Loyola. Con questi e altri compagni, fece voto di farsi pellegrino in Terra Santa, di vivere vita apostolica e di castità. Fu ordinato sacerdote nel 1537 e, stabilitosi a Roma, contribuì alla fondazione della Compagnia di Gesù. Ignazio lo inviò missionario nelle Indie. Evangelizzò le Indie e il Giappone, battezzò e si dedicò ai coloni, ai fanciulli, agli schiavi, ai lebbrosi, all’istruzione degli indigeni. Morì nel 1552 durante il viaggio verso la Cina, assistito da Antonio, un cristiano cinese.FB_IMG_1701588230365.jpg
 
SANTA BARBARA vergine martire
Barbara nacque a Nicomedia, nel 273; era una ragazza riservata e fu obbligata dal padre Dioscuro a entrare in una torre, che aveva fatto apposta costruire per lei. La bellissima Barbara era richiesta in sposa da molti pretendenti e il padre intendeva custodirla, ma ella non voleva sposarsi, perché desiderava consacrarsi a Dio. Il padre, pagano, appena scoprì l’intenzione della figlia, pensò di ucciderla, ma lei riuscì a scappare e a rifugiarsi in un bosco. Fu ritrovata e condotta davanti al prefetto Marciano. Sottoposta a processo, venne condannata a crudeli torture che la lasciavano sempre miracolosamente indenne. Alla fine, fu decapitata dal suo stesso padre, il quale, nello stesso istante in cui colpì la fanciulla, fu incenerito da un fulmine scoccato dal cielo. Barbara è stata una delle sante più popolari nel Medioevo.FB_IMG_1701667799690.jpg
 
SANT’AMBROGIO vescovo dottore
Ambrogio nacque a Treviri, in Gallia, verso il 339. Figlio di un funzionario romano, dopo la morte del padre, con la famiglia si ritirò a Roma. Si avviò alla carriera giuridica e, quando morì il Vescovo di Milano, egli si trovò nella città. Come funzionario imperiale, ebbe cura che le elezioni ecclesiastiche si svolgessero secondo coscienza e nel rispetto delle libertà. I suoi discorsi giudiziosi colpirono l’assemblea dei fedeli che lo proclamò Vescovo. Ambrogio era ancora catecumeno, ma nemmeno la tentata fuga fermò il popolo. Fu battezzato e, subito dopo, ricevette la consacrazione episcopale. Comprese che questa era la volontà di Dio: che fosse al suo servizio. Distribuì le sue ricchezze ai poveri e cominciò a studiare per insegnare ciò che ancora non sapeva. La sua opera fu vasta e profonda; fu al di sopra di tutti i Vescovi per quanto era grande nello spirito. Ambrogio affermava, davanti al sovrano che l’imperatore era nella Chiesa, non al di sopra della Chiesa. Infatti, quando l’imperatore Teodosio fece trucidare settemila innocenti, il Vescovo gli rimproverò il massacro e gli impose una pubblica penitenza, che fu eseguita. Con questo gesto, egli voleva evidenziare che corona e scettro non dispensano l’uomo dal rispetto della legge morale, uguale per tutti, e di cui sono giudici i ministri di Dio e i pastori di anime.FB_IMG_1701927778203.jpg
 
IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BVM
L’8 dicembre ricorre l’importante solennità di Colei che è Regina di tutti i Santi: l’Immacolata Concezione di Maria. Il dogma fu proclamato da Papa Pio IX, nel 1854, confermando una devozione molto antica, entrata nella tradizione popolare. I Padri della Chiesa d’Oriente, esaltando la Madre di Dio, l’avevano posta al di sopra del peccato e la chiamavano “più pura degli Angioli, giglio purissimo…”. In Occidente, vi era una certa resistenza, perché affermare che Maria era immacolata, quindi concepita al di fuori del peccato originale, voleva dire che Ella non aveva bisogno della Redenzione, e questa non si poteva dire universale. Il beato Giovanni Duns (Scoto) intuì che la Madonna era stata redenta da Gesù con una Redenzione preventiva, prima e fuori del tempo; preservata dal peccato originale in previsione dei meriti del suo figlio divino. Dopo questa ispirazione dottrinale, la devozione verso la Vergine si diffuse ancora con più fervore, fino alla proclamazione del dogma, quando Pio IX la definì “donna vestita di sole”, l’Immacolata. Qualche anno dopo, a conferma di questo grande gesto, la Madonna, “tutta bella; piena di grazia” priva di ogni macchia del peccato originale, apparve a Lourdes e dal suo cuore fece piovere abbondanti grazie sull’umanità.FB_IMG_1702021227996.jpg
 
SAN JUAN DIEGO veggente
La Vergine, nella sua apparizione sulla collina del Tepeyac, a Guadalupe, scelse come veggente un “povero indio”, nato verso il 1474, dall’affascinante nome azteco, Cuauhtlotatzin, che significa “colui che parla come un’aquila”. Egli era un “macehual”, cioè un uomo del popolo, piccolo coltivatore diretto in un modesto villaggio: nulla di che nella società azteca complessa e fortemente gerarchizzata. Cuauhtlatoatzin fu tra i primi a ricevere il battesimo, nel 1524, all’età di cinquant’anni, con cui prese il nuovo nome cristiano di Juan Diego. Con lui venne battezzata anche la moglie Malintzin, che prese il nome di Maria Lucia.
Juan, nella popolazione del villaggio, si distingueva per la sollecitudine nel frequentare le catechesi e i sacramenti, poiché non badava ai sacrifici che questo richiedeva: si metteva in cammino fin dalle prime ore del giorno per raggiungere Santiago di Tlatelolco, dove i francescani facevano dottrina agli indigeni. Rimasto vedovo dopo solo quattro anni, Juan Diego pose sempre più Dio al centro della sua vita: trascorreva il suo tempo fra il lavoro dei campi e le pratiche cristiane; conduceva una vita esemplare, che edificava chi lo conosceva. L'esperienza eccezionale vissuta sul Tepeyac s'inserì in un’esistenza già trasformata dalla grazia del battesimo e l’incontro con la Madre di Dio potenziò, in modo straordinario, il suo cammino di fede. Infatti, egli decise di abbandonare tutto, e trasferirsi in una casetta che il vescovo Zumàrraga gli fece costruire accanto alla cappella fabbricata in onore della Vergine di Guadalupe. Juan Diego visse in questo luogo per 17 anni in penitenza e preghiera, svolgendo gli umili lavori di sagrestano, testimoniando il bene che Maria aveva fatto per lui e può fare per tutti coloro che, con affetto di figli, si rivolgono al suo cuore di Madre.FB_IMG_1702107219743.jpg
 
BEATA VERGINE MARIA DI LORETO
Nel 1296, l’eremita fra Paolo della Selva ebbe una visione, in cui gli fu rivelata l’autenticità della traslazione dell’antica Casa di Maria e Giuseppe, dalla Palestina a Loreto. “L’alma chiesa di Santa Maria di Loreto fu camera della casa della gloriosissima Madre del nostro Signore Gesù Cristo… La quale casa fu in una città della Galilea, chiamata Nazareth. E in detta casa, nacque la Vergine Maria, qui fu allevata e poi, dall’Angelo Gabriele salutata; e finalmente, nella stessa camera, nutrì Gesù Cristo suo figliuolo… Quindi, gli apostoli e discepoli consacrarono quella camera in chiesa, ivi celebrando i divini misteri… Ma, dopo che il popolo di Galilea e di Nazareth abbandonò la fede in Cristo e accettò la fede di Maometto, gli Angeli levarono dal suo posto la chiesa e la trasportarono… depositandola alla fine sul colle, nella notte del 9-10 dicembre 1294, dove si trova attualmente”. Fu a causa delle Crociate, per liberare i popoli dall’occupazione araba che, secondo la tradizione, gli Angeli intervennero per mettere in salvo la casa della Vergine, già trasformata in chiesa. Il prodigio della traslazione della Santa Casa attirò, dal XV secolo, la peregrinazione di re e regine, principi, cardinali e papi, ma anche condottieri, poeti, scrittori, religiosi, filosofi. I papi, nei secoli successivi, confermarono la devozione alla Vergine Lauretana, specie nelle circostanze dolorose. Nel Santuario Lauretano è custodita l’esperienza della vita condivisa tra Gesù, Maria e Giuseppe nei trent’anni che il Signore è stato in mezzo a noi. Ed è per questo che, nella casa di Nazareth vi è la storia di tutti gli uomini, poiché ogni uomo è legato ad una “casa”, dove nasce, lavora, riposa, la casa della sua infanzia, dei suoi primi passi nella vita. In questa casa è vissuto Gesù, quindi la storia di ogni uomo, figlio di Dio, passa attraverso questa casa.FB_IMG_1702198374433.jpg
 
APPARIZIONE DELLA MADONNA DI GUADALUPE
Nell’anno 1531, il 9 dicembre, dieci anni dopo la conquista del Messico da parte degli spagnoli, il contadino indio Cuauhtlatoatzin (ribattezzato Juan Diego) si recava a Città del Messico. Era l'alba. All'improvviso, una voce dolcissima lo chiamò sul colle Tepeyac. La voce veniva da una bellissima donna, che si presentò come “la Perfetta sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo e unico Dio” (la Tonantzin “la nostra venerata Madre”). La Madonna gli ordinò di recarsi dal vescovo e di far costruire una chiesa ai piedi del colle. Per un paio di volte, il vescovo, comprensibilmente dubbioso, non volle credere alle parole del povero indio. Tre giorni dopo la prima apparizione, Juan Diego fu chiamato ad assistere uno zio gravemente malato. Uscì alla ricerca di un sacerdote e provò ad aggirare la collina su cui era apparsa la Vergine “Morenita”, per evitare di incontrarla. Ma, la Signora gli apparve lungo la strada, lo rassicurò sulla salute dello zio e gli chiese di salire sulla collina per raccogliere dei fiori. Juan Diego eseguì gli ordini e trovò la cima del colle ricoperta di bellissimi fiori, evento straordinario per la stagione invernale e per il luogo di natura rocciosa. L'indio li raccolse e li depose nella sua tilma, cioè nel mantello, per portarli al Vescovo Juan de Zumárraga, come prova delle apparizioni. Appena Juan Diego aprì il mantello e fece cadere i fiori raccolti davanti all'alto prelato, avvenne un vero miracolo: sul mantello si disegnò l'immagine della Madonna. Fu la prova che Juan Diego non era un mentitore e che Maria era veramente scesa dal Cielo per parlare all'umile indio. Se si osservano gli occhi della figura della Madonna impressa nella tilma, si distingue chiaramente la scena di Juan Diego che apre il suo mantello davanti a Vescovo e agli altri testimoni. È come una vera fotografia, minuscola, invisibile all'occhio umano, di ciò che accadde quel 12 dicembre 1531. Si ipotizza, quindi, che la Madonna fosse presente nella stanza, sebbene invisibile e abbia “proiettato” sulla tilma la propria immagine con riflesso negli occhi ciò che stava osservando.
In questo prodigio, è stato colto il segno della sintesi tra la cultura azteca e la fede cristiana: l'evangelizzazione del Messico si compì in modo pacifico e rispettoso delle tradizioni locali.FB_IMG_1702362641735.jpg
 
SANTA LUCIA martire
Lucia, fanciulla di Siracusa, era fidanzata con un ricco giovane. Con la mamma molto malata si recò in pellegrinaggio sulla tomba di sant’Agata. Qui, la mamma ottenne il miracolo della guarigione e Lucia, spinta da una forte fede, decise di consacrarsi a Dio, dopo aver donato in beneficenza le sue ricchezze. Il fidanzato, esasperato dall’atteggiamento della giovane, intenta a distribuire il patrimonio, la denunciò come cristiana. Lucia subì un duro interrogatorio, che divenne una vera disputa dottrinale. Per piegare la sua fede, il proconsole la condannò a essere chiusa in un lupanare, ma ella affermò che nulla di quello che avrebbe potuto subire, per quanto violento, avrebbe intaccato la sua anima e la sua mente. Essa sarebbe rimasta comunque casta. La presenza in lei del supporto dello Spirito Santo rese il suo corpo pesante e inamovibile. Fu così torturata, violentemente, e infine, trafitta con la spada. I persecutori, le tolsero gli occhi e per questo è considerata protettrice della vista. Lucia: la luce; portatrice di luce. Questi i simboli del nome. Santa Lucia, martire, ha fama grandissima, si può definire una figura universale, perché la sua testimonianza e la sua storia hanno realmente superato i limiti del suo sepolcro e i confini fisici dei luoghi natali, divenendo “luce spirituale” dei cristiani.FB_IMG_1702454102742.jpg
 
SAN GIOVANNI DELLA CROCE dottore della Chiesa
Giovanni nacque a Fontiveros, vicino Avila, nel 1542, in una famiglia povera di mezzi, ma ricca e prodiga di amore. Mentre seguiva gli studi di medicina, era alla ricerca di una collocazione religiosa, corrispondente alla sua spiritualità e al sentimento mistico. Per pagarsi gli studi fece dei lavoretti: fu apprendista sarto, falegname, intagliatore, pittore e infermiere. Alla fine, entrò nell’Ordine Carmelitano: era ormai fra Giovanni. Incontrò, presto, santa Teresa d’Avila con cui procedette alla riforma carmelitana. Insieme diedero inizio alla storia dei carmelitani scalzi, cioè “riformati”, dalla vita solitaria, di preghiera e di assistenza spirituale dei più poveri. I due erano osteggiati nella loro opera, tanto che Giovanni fu accusato ingiustamente di essere un ribelle nell’ordine e incarcerato. Fu per lui la “notte oscura”, in cui però, Dio lo avvolse di luce e di amore. Il suo grido straziato cercava l’amato e si trasformò in appassionate invocazioni poetiche. Uscito da questa esperienza, fu stimato e amato; si diede all’insegnamento della “nuda fede” che non vuole null’altro se non Dio, che aveva maturato durante la prigionia. Alle sofferenze morali si unirono quelle fisiche, che visse col desiderio di diventare simile al Signore Crocifisso e che lo portarono alla morte. Giovanni, proclamato Dottore della Chiesa, ha lasciato opere di grande valore spirituale, in cui enuncia la dottrina del “nada”, del “nulla”, cioè l’annullamento di sé stessi per conoscere l’unica vera realtà: quella di Dio.FB_IMG_1702539659093.jpg
 
SANTA ADELAIDE imperatrice
Figlia di Rodolfo II, re di Borgogna e di Berta di Svevia, figlia del duca Burcardo; a soli sei anni perse il padre. Nel 947, a 16 anni, sposò Lotario II, re d’Italia. Rimase vedova dopo soli tre anni di matrimonio e, chiesta in sposa dal figlio di Berengario II del Friuli, ne rifiutò l’offerta. Per questo fu perseguitata e imprigionata. Fu aiutata a fuggire in barca da un frate e da un pescatore e a raggiungere la città di Canossa. Riuscì a incontrare Ottone I, Imperatore del Sacro Romano Impero, al quale raccontò quanto accaduto. Il sovrano colpito dal coraggio della donna, che era anche molto colta, se ne innamorò. Decise di aiutarla, andò in Italia e sconfisse Berengario II. Prese la corona del Regno d'Italia e la notte di Natale del 951, sposò Adelaide, che partecipò attivamente alla conduzione dello Stato. Ebbero tre figli. Nel 962, Adelaide fu incoronata imperatrice insieme al marito e dopo la morte di questi, avvenuta nel 973, divenne reggente del Regno d’Italia, ma ebbe contrasti con suo figlio, Ottone II e la nuora, pur ricevendo l’affidamento dell’educazione del nipote. Resse l’impero con grande saggezza. Fu generosa con i poveri e fece costruire chiese e monasteri. In quello di Seltz si ritirò e, nel silenzio e la preghiera vi finì la sua vita.FB_IMG_1702711576832.jpg
 
SAN PIETRO CANISIO sacerdote Dottore della Chiesa
Nel 1521, da agiati e nobili genitori, nacque in Olanda, Pieter Kanijs (latinizzato in Canisius) a Nimega, allora appartenente al Sacro Romano Impero. Giovane di talento, intelligente, sapiente, aperto alla vita, tra le diverse strade tra cui poteva scegliere, decise per lo studio della teologia. Appassionato, divenne grande conoscitore della Sacra Scrittura e della patristica. L’evento che diede la svolta significativa alla sua vita fu l’incontro con Pietro Faber, compagno di sant’Ignazio di Loyola, persona di alto profilo spirituale. Fu così che entrò nella Compagnia di Gesù, dove fu ordinato sacerdote e offrì tutto sé stesso nel suo operato. Viaggiò moltissimo in tutta l’Europa: strinse relazioni con personaggi influenti di cui divenne consigliere e in cui riuscì a risvegliare la fede viva; si impegnò per una migliore formazione del clero, difendendo la fede cattolica; ricompose un legame più stretto tra Roma e la Chiesa tedesca adoperandosi la ricostruzione di quest’ultima scossa dallo scisma luterano e la riportò nella linea della Riforma. Sul piano apostolico compose due opere di catechismo: una detta maggiore, Teologia sommaria, per gli studenti delle scuole superiori, una detta minore (ma non meno importante), Catechismo breve, per i bambini e il popolo. Due opere che ebbero grande risonanza e successo per il linguaggio chiaro e concreto; per l’indicazione che dà della pratica spirituale che conduce alla consapevolezza del valore della vita; per l’insegnamento che dà riguardo il senso divino dell’impegno umano. Coraggioso, dolce, umile, sapiente, predicatore, catechista, testimone di speranza, la Chiesa lo ha canonizzato col titolo di Dottore.FB_IMG_1703144075128.jpg
 

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