Novità

Frate Indovino

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Lunedì 20 Settembre

Ss. Andrea Kim Tae-gon e Compagni martiri

La fede cristiana giunse in Corea agli inizi del XVII secolo e, malgrado l’assenza di pastori, si costituì una fervente comunità guidata da laici. Nel 1836, giunsero in segreto i primi missionari dalla Francia. Ma, il Governo e la religione tradizionale ostacolarono duramente i primi cristiani e le persecuzioni durarono oltre cento anni. Malgrado ciò, la fede cristiana fioriva e si rafforzava, aveva in sé quel seme fecondo che suscitò la primavera della Chiesa coreana. Molti furono i martiri. Documentato è il martirio subito tra il 20 e il 21 settembre, da un gruppo di 103 persone tra uomini, donne, anziani, giovani e bambini: il più giovane aveva 13 anni, il più anziano ne aveva 79.
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Martedì 21 Settembre

S. Matteo apostolo evangelista
S. Maura vergine
S. Panfilo martire

SAN MATTEO evangelista
Matteo era un pubblicano, cioè un esattore delle tasse, mestiere disprezzato dagli ebrei, perché le tasse venivano estorte dai romani oppressori e da persone senza scrupoli. Matteo, chiamato anche Levi, viveva a Cafarnao e un giorno, davanti al suo banco delle imposte passò Gesù. Rispose senza esitazione alla chiamata del Messia e, da quel momento, cambiò la sua vita. Per lui, l’incontro con Gesù, fu davvero un dono e lo seguì fedelmente fino al momento della Risurrezione. Dopo qualche anno dalla morte del Maestro, ebbe l’ispirazione di scrivere ciò che aveva visto e udito. Egli scrisse per i cristiani ebrei e citò con cura i Profeti per far capire come in Gesù si fossero compiute le promesse fatte dal Signore al suo popolo. Il suo è il primo tra i quattro Vangeli, il più ampio e particolareggiato. Non si conosce molto della vita di Matteo. Egli viene celebrato come martire dalla Chiesa, ma probabilmente morì anziano.FB_IMG_1632205959431.jpg
 
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Mercoledì 22 Settembre

S. Ignazio da Santhià sacerdote francescano
S. Maurizio martire

SANT’IGNAZIO DA SANTHIA’ cappuccino
Lorenzo Maurizio Belvisotti nacque a Santhià nel 1686. Di famiglia benestante, era orfano di padre. Egli scelse la vita religiosa, frequentò il seminario e prese i voti. Ordinato prete, fu precettore presso i conti Avogadro di Casanova, a Vercelli. Gli venne anche assegnata una parrocchia a Santhià, ma egli era ancora alla ricerca della propria strada. La trovò e questa lo condusse nel convento cappuccino di Chieri, a Torino: scelse così di seguire le orme di Francesco, prendendo il nome di Ignazio in quanto devoto di Ignazio di Loyola. La sua capacità di irradiare gioia lo rese popolare e amato. La fama di questo modesto frate si diffuse per la città di Torino, tra i malati e i bisognosi. Egli divenne una figura di riferimento per i poveri e per i potenti. Ogni giorno, scendeva lo scosceso sentiero della collina su cui sorge il convento per percorrere le vie della città e far visita di casa in casa agli ammalati e portare conforto con la sua parola e la sua celebre benedizione. Molti erano coloro che salivano al Monte per avvicinarsi al suo confessionale. Gli ultimi anni della sua vita era completamente trasformato dal Crocifisso che adorava; morì serenamente. Egli era chiamato dal popolo “il Santo del Monte”. Numerosi prodigi sono attribuiti alla sua intercessione.FB_IMG_1632291441160.jpg
 

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Giovedì 23 Settembre

S. Pio da Pietrelcina sacerdote francescano
S. Sossio martire
S. Lino papa

SAN PIO da PIETRELCINA cappuccino
Francesco Forgione nacque a Pietrelcina nel 1887 da famiglia contadina. Egli già da bambino riceveva le visite di Gesù e di Maria e vedeva i demoni e gli angeli. Consacrato sacerdote nell’Ordine dei frati Cappuccini, prese il nome di Pio. I primi anni fu costretto a rientrare nella casa paterna, perché una malattia fece presagire la sua fine. Ripresosi, fu trasferito nel Convento di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo, dove iniziò il suo apostolato del confessionale. Un numero indecifrabile di uomini e donne, da ogni dove, accorrevano per essere ascoltati dal frate, perché i loro peccati fossero lavati. Era il suo ministero, ricondurre le anime a Dio e, per tutte le ore passate nel confessionale, attingeva la forza dalla preghiera e dall’altare. Per assolvere a questo impegno, padre Pio patì sofferenze fisiche e morali. Il 20 settembre 1918, il cappuccino ricevette le stimmate della Passione di Cristo che rimasero aperte, dolorose e sanguinanti per cinquant’anni. Padre Pio fu visitato da molti medici, subì incomprensioni e calunnie per le quali tollerò ispezioni canoniche. Egli si considerava “figlio dell’obbedienza” e sopportò tutto con serafica pazienza. Venne anche sospeso “a divinis” dall’esercizio dei ministeri (aveva il permesso di celebrare la santa messa a porte chiuse). Solo dopo alcuni anni, prosciolto dalle accuse calunniose, venne reintegrato nel suo ministero sacerdotale. La Vergine è il centro della spiritualità di Padre Pio, il segreto della sua santità. Ella era il suo rifugio e la sua protezione contro gli attacchi del demonio, che subiva costantemente. Fondò i “Gruppi di preghiera” per far pregare e far recitare il santo Rosario. Egli stesso, durante il giorno e la notte sgranava sempre la corona del Rosario. Esortava i suoi figli spirituali a pregare il Rosario e a imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane, quali l’umiltà, la pazienza, il silenzio, la purezza, la carità. A Lei dedicò la “Casa Sollievo della Sofferenza”, l’ospedale che realizzò per sollevare i dolori e le miserie, ponendo la sua fiducia nella divina provvidenza, perché arrivassero gli aiuti necessari. Il suo testamento spirituale fu: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario”. Chiuse gli occhi il 23 settembre 1968, e come gli era stato predetto dal Signore, le stimmate scomparvero. Grande fu la devozione che i fedeli subito espressero verso di lui, considerandolo già santo nei loro cuori, uno dei santi più amanti nel mondo.FB_IMG_1632387291669.jpg
 

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Venerdì 24 Settembre

S. Pacifico francescano
S. Anatalo vescovo
B. Dalmazio Moner sacerdote

BEATA VERGINE MARIA DELLA MERCEDE
La Beata Vergine Maria è stata l’ispiratrice della fondazione, da parte di san Pietro Nolasco, dell’antico Ordine della Mercede. Pietro Nolasco nacque a Mas-Saintes-Puelles, in Francia, verso il 1182, ma si stabilì con la famiglia a Barcellona, in Spagna. Egli provava profondo dolore osservando lo stato miserevole dei cristiani fatti schiavi dai Mori, padroni allora di gran parte della Spagna. All’inizio, intraprese l’attività di mercante, per avvicinare più facilmente i maomettani e, a Valenza, riuscì a liberare trecento schiavi, pagandoli col suo denaro. Le sue ricchezze presto si esaurirono; vennero in soccorso della causa alcuni giovani nobili generosi, che raccolsero offerte per poter riscattare altri gruppi di schiavi; ma il numero degli schiavi aumentava. La notte del 1° agosto 1218, Pietro ebbe la visione della Vergine Maria che lo esortava a fondare un Ordine religioso dedito alle opere di misericordia, in particolar modo alla redenzione degli schiavi. Così, nella cattedrale di Santa Croce di Barcellona, Pietro Nolasco istituì l’“Ordine Religioso Redentore”: i compagni ricevettero dal vescovo la veste di lana bianca in omaggio alla purezza immacolata della Vergine Maria, segnato da una croce, segno della cattedrale e la Regola di sant’Agostino; il re Giacomo I consegnò loro lo scudo del regno d’Aragona (quattro sbarre rosse in campo oro) e l’Ospedale di Sant’Eulalia in Barcellona, che divenne il primo convento dei religiosi e casa d’accoglienza per gli schiavi liberati, gli infermi e i poveri. Il riscatto dello schiavo era chiamato “redenzione”. La “redenzione” avveniva con il pagamento di un riscatto in denaro o altro genere e il denaro veniva raccolto dai religiosi con il contributo di ogni ceto sociale. Le “redenzioni” erano precedute da una cerimonia religiosa celebrata prima dell’imbarco. Durante le “redenzioni”, se il denaro non era sufficiente, i Mercedari eroicamente si proponevano al posto di uno schiavo, col rischio di essere barbaramente uccisi per vendetta. Oggi, per schiavitù intendiamo tutti quei pericoli e affanni che accompagnano il peregrinare dell’uomo, in particolare economica e culturale. La Beata Vergine sotto il titolo “della Mercede”, con amore si china sull’umanità oppressa e angosciata e spezza i legami della schiavitù, restituendo la piena libertà.
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Sabato 25 Settembre

S. Cleofa
Ss. Paolo, Tatta e Compagni martiri
S. Firmino vescovo martire

SAN CLEOFA discepolo di Gesù
Cleofa era originario di Emmaus. Egli era il padre di Giacomo il Minore e di Giuseppe, cugini del Signore. Ed era il fratello di san Giuseppe e padre anche di Giuda e Simone. Cleofa è colui che Giovanni, nel Vangelo, identifica come marito della sorella della Madonna, Maria di Cleofa, appunto, presente con le pie donne sul Calvario. Egli era padre di tre apostoli. Il giorno della risurrezione di Cristo, sulla strada di Emmaus, fu avvicinato, insieme al suo compagno di viaggio, da Gesù Risorto, ma che non riconobbe per la tristezza e la delusione che riempiva il suo cuore per la morte e la scomparsa del corpo del suo Signore. I due discepoli ascoltavano con interesse le parole di speranza dello sconosciuto, che spiegava loro le Scritture. I due discepoli offrirono ospitalità al Signore e lo riconobbero solo a sera, nel gesto che fece “allo spezzare del pane”. Il gesto eucaristico dell’Ultima Cena. Questo ci testimonia che Cleofa era presente al banchetto pasquale. Egli fu trucidato a Emmaus dai Giudei, che mal sopportavano la sua convinzione e la sua fede nel Signore risorto.
Egli è l’immagine della nostra solitudine, quando non sappiamo che Gesù ci cammina accanto; della nostra angoscia, quando nel cuore si fa sera; della nostra desolazione, quando non ci accorgiamo che Gesù è entrato nella nostra casa e non sappiamo vederlo.
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Domenica 26 Settembre

26ª p.a. Ss. COSMA e DAMIANO martiri

SANTI COSMA E DAMIANO martiri
Gemelli, medici a Egea in Cilicia, erano dediti alla cura gratuita di uomini e anche di animali. L’attenzione ai malati era per loro uno strumento di apostolato. Infatti, essi cercavano anche di infondere forza e coraggio nei malati, facendo conoscere loro il messaggio evangelico. Per questo furono arrestati durante la persecuzione di Diocleziano, a lungo tormentati dissero ai loro persecutori: “Noi adoriamo il solo vero Dio e seguiamo il nostro unico maestro, Gesù Cristo”. Infine, furono decapitati. I cristiani cercarono di impadronirsi delle loro reliquie, ma il dromedario che le trasportava dichiarò: “Non li separate nella sepoltura, perché non sono separati nel merito”. Così, furono sepolti insieme a Cirro, in Siria e da lì il culto si estese in tutto l’Oriente. Giunse a Roma grazie a Papa Felice IV e all’Imperatore Giustiniano, che ricevette per loro intercessione una grazia.
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Lunedì 27 Settembre

S. Vincenzo de’ Paoli sacerdote
S. Bonfilio vescovo

SAN VINCENZO DE’ PAOLI sacerdote, fondatore

Vincenzo nacque nelle Lande della Guascogna, in Francia, nel 1581, da famiglia contadina. Fece il guardiano di porci per pagarsi gli studi. A 19 anni fu consacrato sacerdote. Nel 1610, fu cappellano elemosiniere della Regina Margherita di Valois. Egli considerava il sacerdozio come un’opportunità di riscatto dell’uomo, ma l’accusa di un furto da cui non volle difendersi e altre esperienze, cominciarono a dirigere il suo sguardo su nuovi valori. Comprese che il sacerdote è un uomo “mangiato” e che nell’eucarestia è sacerdote e vittima. Cominciò a sperimentare la bellezza della cura delle anime e dello spendersi per il prossimo. Vincenzo prese a cuore le persone misere, sole e abbandonate e, oltre a sollecitare la solidarietà dei parrocchiani, volle fare di più: fondò le “Compagnie della Carità”, associazione laicale per organizzare l’assistenza delle famiglie povere attraverso la visita personale a domicilio. Rifletté anche sulla possibilità di coinvolgere il mondo aristocratico e religioso nelle opere di carità e, soprattutto, di renderle un impegno a tempo pieno. Grazie all’aiuto di santa Luisa de Marillac (che ben interpretò il carisma vincenziano), le dame cooperarono con le Figlie della Carità. Una vera rivoluzione: le religiose poterono operare anche fuori dei conventi al servizio dei poveri. Vincenzo fu una di quelle figure che la storia dona all’umanità: pastore zelante, umile, amante della carità, meritevole di aver cambiato l’atteggiamento nei confronti dei poveri, cioè di avvicinarli e soccorrerli, ispirandosi alla carità evangelica, che vede nel povero la persona di Cristo.
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Martedì 28 Settembre

S. Venceslao martire
Ss. Lorenzo Ruiz e Compagni martiri
S. Fausto vescovo

SAN VENCESLAO martire
Venceslao, governava la Boemia intorno al 907. Fu zelante propagatore del cristianesimo nel suo Paese ancora pagano e, con l’aiuto di missionari tedeschi, avvicinò la Boemia all’Occidente fino a riconoscere la sovranità del re di Germania, Enrico I. A lui si deve la coniazione della prima moneta boema. Il suo programma fu osteggiato dalla nobiltà che lo accusò di atteggiamento antinazionale. Morì per una congiura organizzata dal fratello Boleslao, sotto i colpi assassini di un gruppo di sicari. Fu venerato dal popolo come martire della fede; primo santo boemo, la sua figura divenne leggendaria e fu venerato come protettore dello Stato.FB_IMG_1632827610503.jpg
 

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Mercoledì 29 Settembre

Ss. Michele, Gabriele e Raffaele Arcangeli

GLI ARCANGELI
La devozione ai tre Arcangeli è molto antica. Il titolo di Arcangelo deriva dalla descrizione di una corte celeste di Angeli ordinati secondo gradi e dignità differenti. Gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele occupano le sfere più elevate delle gerarchie angeliche. Le gerarchie hanno il compito di preservare la trascendenza e il mistero di Dio e rendono percepibile la sua vicinanza salvifica.
San Michele, il cui nome significa “Chi come Dio?”, è il custode di Israele, del popolo di Dio. È il principe delle milizie celesti, degli angeli fedeli a Dio, difensore della Chiesa e degli uomini contro i nemici terreni ed infernali. Ha combattuto il drago ed i suoi angeli e non ci fu posto in cielo per loro. Michele sfida il male e difende i giusti e per questo è guida dell’anima nel momento del trapasso. Sarà a fianco di ciascuno nel giorno del Giudizio. È patrono della Chiesa Universale in quanto aiuto nella lotta contro le forze del male.
San Gabriele, “Forza di Dio”, ha la missione di orientare i fedeli verso l’arrivo del Messia. Egli è l’Angelo annunciatore, messaggero di speranza. Nella Bibbia, appare a Zaccaria per annunciargli la nascita di Giovanni, il Battista. Nell’Annunciazione a Maria, egli raccoglie la mirabile offerta di una donna che ha permesso al Verbo di farsi Uomo e realizzare il piano divino d’Amore.
San Raffaele, in ebraico significa “Dio guarisce”, è l’Angelo custode per eccellenza. Infatti, egli è accompagnatore di Tobiolo, figlio del vecchio Tobi, nel lungo viaggio per andare ad incontrare la futura moglie Sara. Come guaritore, restituirà la vista a Tobi, recuperando un farmaco dal fiele di un pesce e applicandolo sugli occhi. Raffaele è l’angelo più vicino all’uomo, guida amorevole nelle difficoltà dell’esistenza, presenza visibile di Dio.
Al di sopra di ogni cosa, i tre Arcangeli hanno la loro particolare missione: giorno e notte servono Dio e, contemplando il Suo Volto, lo glorificano incessantemente.FB_IMG_1632903386799.jpg
 

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Giovedì 30 Settembre

S. Girolamo dottore
S. Onorio vescovo
B. Felicia Meda badessa francescana

SAN GIROLAMO dottore della Chiesa
Girolamo nacque a Stridone, nell’odierna Croazia, verso il 347 da una famiglia cristiana che gli garantì un’ottima educazione e istruzione. Da giovane, Girolamo sentì l’attrazione per la vita mondana, fin quando prevalse l’interesse per Cristo e la vita ascetica. Partì per l’Oriente e visse da eremita nel deserto di Calcide, a sud di Aleppo, dove si dedicò agli studi e alla trascrizione dei testi sacri. La meditazione, la solitudine, la riflessione sulla parola di Dio formarono fortemente la sua anima. A Roma, Papa Damaso I lo volle come suo consigliere. Più tardi intraprese un pellegrinaggio in Terra Santa, durante il quale decise di fermarsi a vivere a Betlemme. La sua attività fu intensa: s’impegnò nella difesa della fede contro varie eresie, insegnò ai giovani allievi, esortò i monaci alla perfezione, revisionò le traduzioni dei Vangeli e ne scrisse i commenti, a lui si deve la Volgata in latino della Bibbia. Soprattutto, si impegnò a vivere la parola, nonostante il suo carattere difficile. Girolamo, eletto Padre della Chiesa, si spense nella sua cella, vicino alla grotta della Natività.
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Venerdì 1 Ottobre

SANTA TERESA DI GESU’ BAMBINO dottore della Chiesa
Nacque in Francia, nel 1873, da famiglia profondamente religiosa, dai solidi valori, in cui si insegnava che il dolore non andava sopportato, ma “offerto”. Era molto amata come tutte le sue sorelle e ricevette una educazione rigorosa. Era una bimba intelligente, volitiva, felice. Perse presto la madre e, poco dopo le due sorelle maggiori entrarono nel Carmelo. Per lei fu un dramma, che modificò la sua vita e la sua sensibilità. Fino a quando, la piccola Teresa si guardò con Gesù e fu “una fusione”. Entrò nel Carmelo di Lisieux ancora giovane, prendendo il nome di suor Teresa di Gesù Bambino, dove ritrovò la pace. Si sentiva amata e amava profondamente il Signore, aveva una fede viva, chiara, e tutto le procurava felicità. Ma giunse la prova della “notte dello spirito”, in cui il Signore si sottrasse a lei per farle comprendere cosa volesse dire essere senza Dio. In questa prigione di sofferenza in cui si trovò la sua anima, Teresa scoprì che Dio è Amore, amore misericordioso, che si abbassa verso il nulla della creatura per trasformarla nel suo Tutto. Comprese che essere santi non dipende dallo sforzo dell’uomo, ma dal suo partecipare alla santità di Dio e che le virtù sono un dono di Dio. Con semplici riflessioni sull’oscurità che stava attraversando, arrivò a queste deduzioni che indicò come “la piccola via”, da poter seguire nel cammino di spiritualità. Ella, maestra di dottrina, è stata nominata Dottore della Chiesa. Il “piccolo fiore” fu colto da Dio a soli ventiquattro anni.
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Sabato 2 Ottobre

Ss. Angeli Custodi
S. Leodegario vescovo

ANGELI CUSTODI
Chi sono gli Angeli e che rapporto hanno col genere umano? La loro esistenza è un dogma di fede. Sono creature anche esse create da Dio e, nell’ordine della creazione, lo sono state prima degli uomini. L'origine del nome viene dal greco “ánghelos”, “messaggero”, che nel linguaggio biblico indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione. Gli Angeli sono esseri spirituali immortali e immutabili, dal corpo luminoso e sottile. Nella Bibbia si parla di essi, appunto, come di messaggeri ed esecutori degli ordini divini. Godono della visione del volto di Dio e proprio perché sono “innanzi a Dio”, “al cospetto di Dio o del suo trono” vengono definiti come “santi”, “figli di Dio”, “angeli di luce”, tutte espressioni che indicano il loro stato di beatitudine. Le specie angeliche sono molte e costituiscono la milizia celeste, suddivisa in nove gerarchie, cioè i nove Cori angelici: Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Potestà, Virtù celesti, Principati, Arcangeli, Angeli. La devozione per gli Angeli si sviluppò particolarmente nel Medioevo, quando i monaci eremiti richiedevano la compagnia di queste creature invisibili e le sentivano vicine nella loro vita di silenzio e raccoglimento. Oggi, invece, l’uomo trascura questa compagnia angelica e non avverte la presenza di un puro spirito, testimone dei pensieri e delle azioni umane. Si pensa che l’Angelo custode sia una figura che riguardi il mondo infantile e non si considera che anche gli adulti sono accompagnati da un amico di viaggio, silenzioso consigliere. Ogni cristiano, dal Battesimo, riceve il proprio Angelo custode che lo segue, lo ispira e lo guida per tutta la vita. Esso è esemplare perfetto di condotta da dover tenere nei riguardi di Dio e degli uomini: insomma, specchio della nostra condotta quotidiana.FB_IMG_1633156638668.jpg
 

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Domenica 3 Ottobre

27ª p.a. S. CANDIDA martire

TRANSITO DEL SERAFICO PADRE FRANCESCO
Poi si fece portare il libro dei Vangeli, pregando che gli fosse letto il brano del Vangelo secondo Giovanni, che inizia con le parole: “Sei giorni prima della Pasqua, sapendo Gesù ch'era giunta l'ora di passare da questo mondo al Padre (Gv 12,1; 13,1)”. Questo stesso passo si era proposto di leggergli il ministro, ancora prima di averne l'ordine, e lo stesso si presentò alla prima apertura del libro, sebbene quel volume contenesse tutta intera la Bibbia.
E dato che presto sarebbe diventato terra e cenere, volle che gli si mettesse indosso il cilicio e venisse cosparso di cenere. E mentre molti frati, di cui era padre e guida, stavano ivi raccolti con riverenza e attendevano il beato “transito” e la benedetta fine, quell'anima santissima si sciolse dalla carne, per salire nell'eterna luce, e il corpo s’addormentò nel Signore.
Uno dei suoi frati e discepoli, molto celebre, del quale non dico il nome, perché essendo tuttora vivente non vuole trarre gloria da un sì grande privilegio, vide l'anima del santissimo padre salire dritta al cielo al di sopra di molte acque; ed era come una stella, grande come la luna, splendente come il sole e trasportata da una candida nuvoletta.

Vita Prima di san Francesco di Tommaso da Celano
Fonti Francescane 511-513
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Lunedì 4 Ottobre

S. Francesco di Assisi
S. Petronio vescovo

SAN FRANCESCO D’ASSISI patrono d’Italia (4 ottobre)
Francesco nacque ad Assisi nel 1182 da Pietro di Bernardone, ricco mercante di stoffe e Madonna Pica. Da giovane, condusse una vita mondana. Partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, ma fu tenuto prigioniero per più di un anno, durante il quale patì per una grave malattia che lo indusse a mutare radicalmente lo stile di vita. Tornato ad Assisi, Francesco, in un primo momento, cercò di realizzare il suo sogno di diventare cavaliere e si preparò a partire per partecipare alla Crociata. Durante il viaggio, una voce lo trattenne dal proseguire, facendogli capire che il suo percorso era diverso. Tornò ad Assisi, si dedicò a opere di carità tra i lebbrosi e restaurò alcune chiese in rovina, come gli aveva suggerito una voce ascoltata attraverso il Crocifisso, nella chiesa di San Damiano. Il padre di Francesco, adirato per il cambiamento radicale del figlio e per la generosità con cui offriva i beni ai poveri, lo diseredò. Francesco rinunciò alla sua condizione agiata e davanti al vescovo Guido si spogliò dei suoi vestiti e indossò l’abito da eremita. Egli iniziò a predicare, raggruppando intorno a sé i primi compagni, che divennero i primi confratelli del Primo Ordine Francescano da lui fondato. La loro prima sede fu nella chiesetta della Porziuncola. Nel 1210, l'Ordine venne riconosciuto da Papa Innocenzo III. Nel 1212, fu seguito da santa Chiara d'Assisi. Ella indossò l'abito monastico e istituì il Secondo Ordine Francescano, detto delle clarisse. Nel 1219, Francesco si recò in Egitto, dove riuscì a incontrare il sultano, il quale rimase ammirato dalla personalità e dalla forza del frate. Tornato ad Assisi, trovò disaccordo tra i frati, rinunciò così all’incarico del governo. Si ritirò sul Monte della Verna, dove nel 1224, dopo una quaresima di digiuno e sofferenza affrontati con gioia, gli comparve un Serafino e gli fu fatto il dono delle stimmate. Francesco trascorse gli ultimi anni della sua vita nella sofferenza fisica e in una cecità quasi totale, ma non fu, per questo, indebolito l'amore per Dio e per la Creazione di cui aveva cantato le lodi tutta la vita. Morì nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 1226.
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Martedì 5 Ottobre

S. Maria Faustina Kowalska vergine
B. Bartolo Longo

SANTA FAUSTINA KOWALSKA vergine
Maria Faustina Elena nacque il 25 agosto 1905, terza di dieci figli, da famiglia contadina che viveva nel villaggio di Glogowiec, in Polonia. A vent’anni partì per Varsavia ed entrò nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. La vita di suor Faustina fu apparentemente ordinaria, svolgeva con diligenza tutti i lavori, osservava fedelmente le regole religiose, era riservata, silenziosa e nello stesso tempo piena di amore benevolo e disinteressato. La sua vita apparentemente monotona e grigia nascondeva una profonda e straordinaria unione con Dio. Il Signore l’ha colmata di grazie straordinarie: rivelazioni, visioni, stimmate nascoste, partecipazione alla passione di Cristo, dono della profezia e lo sposalizio mistico. Era molto devota alla Vergine che le apparì diverse volte. Nulla all’esterno tradiva la sua vita mistica così particolarmente ricca: compiva serenamente i suoi compiti di cuoca, giardiniera, portinaia. Ella, consapevole del suo ruolo, collaborava con la misericordia Divina nell'opera della salvezza delle anime smarrite e, rispondendo al desiderio e all'esempio di Gesù, offrì la sua vita in sacrificio. Il Signore aveva scelto suor Faustina come segretaria e apostola della Sua misericordia per trasmettere, attraverso di lei, un grande messaggio a tutti gli uomini: proclamare al mondo la verità sull’Amore Misericordioso di Dio, implorare la Misericordia Divina per tutto il mondo e per i peccatori, ispirare un movimento apostolico della Divina Misericordia. Per ordine del confessore scrisse il famoso “Diario” che compose seguendo il desiderio di Gesù, annotando fedelmente tutte le parole del Signore e rivelando così l’intimità della sua anima con Lui. È da questi scritti che si evince la profondità della vita spirituale di suor Faustina.FB_IMG_1633421347511.jpg
 

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Mercoledì 6 Ottobre

S. Bruno sacerdote
S. Renato vescovo

SAN BRUNO abate
Bruno nacque a Colonia, in Germania, prima del 1030 e fu maestro all’Università di Reims, in Francia. Era esperto di eloquenza, dialettica, dottrina, maestro esemplare per i suoi allievi. Ma, egli sentiva attrazione per la solitudine e la preghiera, così nel 1084, insieme a sei compagni si ritirò nella valle di Chartreuse, un luogo selvaggio e appartato, in latino “Carthusia”, dove poter vivere il Vangelo in maniera radicale. Lì diede origine alla prima Certosa, modello di quelle che seguirono, costituita da un oratorio, dove i monaci pregavano riuniti in coro e una cella singola per ciascuno di essi, in cui studiavano, lavoravano e pregavano. Nella Certosa si svolgeva una vita da eremiti con momenti comunitari. Un suo ex allievo di Reims fu eletto papa col nome di Urbano II. Costui lo chiamò a Roma come suo consigliere. Dopo poco, però, il monaco lasciò l’incarico per ritirarsi di nuovo in solitudine e fondò un’altra Certosa in Calabria, nella Foresta della Torre e vi trascorse gli ultimi anni della sua vita. Per Bruno, la Certosa era un autentico modello di povertà e di gioia, che si rifaceva alla Chiesa primitiva. La vita dei Certosini doveva essere orientata a servire il Signore col lavoro e a insegnare ai fratelli e alle famiglie i mestieri, mantenendo la fedeltà allo spirito primitivo.FB_IMG_1633501620447.jpg
 

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Giovedì 7 Ottobre

Beata Vergine Maria del Rosario
S. Giustina vergine martire
S. Marco papa

BEATA VERGINE MARIA DEL ROSARIO
La festa di oggi deriva da Santa Maria della Vittoria, festa istituita da Papa Pio V per commemorare la vittoria delle forze cristiane riportata a Lepanto sulla flotta turca, il 7 ottobre 1571. Non deve però fuorviare l’evento storico: il Rosario è strumento di pace, nato probabilmente nel Medioevo dall'amore dei cristiani per Maria. La corona, con cui si recita la preghiera, ha origini antiche. Gli anacoreti orientali usavano le pietruzze per contare il numero delle preghiere recitate. Nei conventi medievali, i fratelli laici che non conoscevano il latino, recitavano il “Paternostro” contando con una collana di grani infilati a uno spago. La devozione alla corona del Rosario si diffuse come preghiera popolare e fu adottata come fosse un “breviario del popolo”, da recitarsi in famiglia per risvegliare un autentico spirito di preghiera. La ripetizione delle “Ave Maria”, idealmente, compone una ghirlanda di rose da offrire alla Madonna. Attraverso l’esempio di Maria e la continua unione con Gesù nella meditazione dei misteri della sua vita, noi diveniamo anime di pace. Fu Papa Pio V il primo a raccomandare la recita del Rosario e Papa Pio X ne fissò la data ufficiale di celebrazione della festa nel calendario liturgico al 7 ottobre.FB_IMG_1633593294842.jpg
 

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Venerdì 8 Ottobre

S. Pelagia vergine martire
S. Evodio vescovo
S. Reparata vergine martire

SANTA PELAGIA DI ANTIOCHIA vergine e martire
Pelagia era una giovane cristiana di Antiochia, che fu arresta alla fine del IV secolo, durante la persecuzione di Diocleziano. Quando i soldati andarono a prenderla a casa e la portarono in tribunale, la fanciulla era quindicenne. Poiché cristiana, sarebbe stata certamente condannata. Allora, Pelagia chiese di poter cambiare l’abito, cosa che le fu consentita. Salì al piano superiore e consapevole del trattamento indegno a cui sarebbe stato esposto il suo corpo, per il desiderio di presentarsi vergine davanti allo sposo divino, si gettò dalla finestra.FB_IMG_1633696488635.jpg
 

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Sabato 9 Ottobre

Ss. Dionigi vescovo e Compagni martiri
S. Giovanni Leonardi sacerdote

SAN DIONIGI vescovo e martire
Il tentativo dell’Apostolo Paolo di evangelizzare la città di Atene andò fallito, tanto che deluso, andò via. Fu seguito, però, attratto dal suo discorso, da un certo Dionigi l’Areopagita, giudice del tribunale dell’Areopago. Dopo la conversione alla fede cristiana, Dionigi divenne il primo vescovo di Atene. A lui vengono attribuite alcune opere di teologia mistica, ma quasi certamente sono di autore posteriore ignoto.
Un altro famoso Dionigi è conosciuto come primo vescovo di Parigi e organizzatore della prima comunità cristiana sulla Senna, martire, nel III secolo, insieme ai compagni Rustico ed Eleuterio.
I due santi, erroneamente identificati in una stessa persona, vengono festeggiati nello stesso giorno.FB_IMG_1633777071713.jpg
 

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