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PAESE DEI BALOCCHI

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Letta,rifacce Tarzan!

dal Corriere della Sera: "Chi è Pinocchio?". Letta risponde con durezza a Beppe Grillo che criticava le misure sul lavoro giovanile approvate dal governo. "Si sappia che sono bugiarde le informazioni sul decreto lavoro per i giovani che Grillo mette sul suo blog per chiamarmi Pinocchio".
Oggi, 3 novembre 2013, dal Corriere della Sera: "Fallisce il bonus assunzioni del governo per i giovani." Letta, rifacce Tarzan!

"La tanto sbandierata misura che avrebbe dovuto garantire 200 mila assunzioni ha fallito miseramente, come qualunque persona di buon senso aveva previsto. Oramai il governo va avanti a slogan, facendo annunci privi di ogni riscontro con la realtà, in attesa che avvenga qualcosa che risolva i problemi che loro non sanno assolutamente risolvere. Quando il governo annuncia di aver diminuito le tasse sul lavoro, garantendo a pochi italiani un incremento di 14 euro mensili in busta paga, mentre gli stessi italiani dovranno tirarne fuori molti di più in ragione di nuove e più pesanti tasse, vuol dire che il livello della nostra rappresentanza ha raggiunto livelli senza alcun riscontro nella storia d'Italia. Questa gente è totalmente aliena alla realtà del Paese." Giorgiofra
 
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VENDERSI PER VIVERE

1. CHE CI FANNO QUI, SI SONO CHIESTI I CARABINIERI, QUASI NASCOSTE NELL’ANGOLO PIÙ BUIO DEL GRANDE PARCHEGGIO DAVANTI AL TRIBUNALE NUOVO DI RIMINI, DUE DONNE DEL NORD ITALIA, MADRE E FIGLIA, UNA DI 56 ANNI E L’ALTRA DI 29, TIMIDE, IMPACCIATE, VISTOSAMENTE NORMALI, JEANS E MAGLIETTA, TRA RUMENE E UNGHERESI E RUMENE MINIGONNATE ALL’INGUINE, CALZE A RETE, SCOLLATURE COME CANYON, LABBRA, NASI E NATICHE RIFATTE?
2. IN CASERMA, È LA MADRE A RIPERCORRERE LA SUA DISCESA ALL’INFERNO, SENZA BIGLIETTO DI RITORNO: “LO FACCIAMO DA POCO, SARÀ LA SECONDA O TERZA VOLTA. LO FACCIAMO PERCHÉ NON RIUSCIAMO PIÙ A PAGARE L’AFFITTO. ABBIAMO SEMPRE ENTRAMBE LAVORATO, LAVORI PULITI E DIGNITOSI, MA DA MESI NON TROVIAMO PIÙ NULLA, NEANCHE QUALCUNO CHE CI FACCIA LAVARE LE SCALE. LA CASA È L’UNICA COSA CHE CI RIMANE, POI SIAMO PERDUTE...”
3. L’IDEA DELLA MADRE È STATA POI “CORRETTA” DALLA FIGLIA: “NO, NON VOGLIO CHE TU VADA SOLA IN MEZZO SUL MARCIAPIEDE, VENGO ANCH’IO, COSÌ ALMENO TI PROTEGGO”
 
cosi si e ridotta l italia,, in tv fanno vedere il lato bello della vita ballando sotto le stelle,, ma ce gente che balla in altro modo,,
 
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con i soldi e l amicizia si va in cxxo la giustizia,, senza soldi e senza amicizia ti mangi sta liquirizia
 
La perdita di democrazia in Europa: governi sempre più succubi di altri poteri di Massimo Ragnedda
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Dal 2008 ad oggi il tasso di democrazia è regredito in 15 dei 17 paesi dell'Eurozona. L’indice di democrazia pubblicato dall’Economist Intelligence Unit (EIU) si basa su 60 indicatori appartenenti a 5 categorie che vanno dal pluralismo politico alle libertà civili, dalla cultura alla partecipazione politica. Il peggior risultato, dopo l’Olanda il cui indice è crollato dello 0,58, va alla Grecia il cui indice è precipitato di 0.48 punti. Anche la Germania segna una vertiginosa caduta in termini di democrazia segnando un -0,48, così come l’Irlanda (-0,45), la Spagna (-0,43) e Cipro (-0,41). L’Italia, giusto per dovere di cronaca, cede un 0,24 e si colloca al 13 posto su 17: dietro di noi solo Grecia, Estonia, Slovacchia e Cipro.

Il problema greco, e che riguarda sempre di più anche l’Italia e tutti gli altri stati europei, è che le politiche economiche e sociali non sono dettate dai politici eletti con il libero voto popolare, ma da oscuri burocrati legati all’alta finanza internazionale e alla cosiddetta elite finanziaria. Si svuota così di senso uno degli aspetti più importanti delle democrazie elettive: la volontà popolare. La Troika, ovvero BCE (Banca Centrale Europea), FMI (Fondo Monetario Internazionale) e Commissione Europea, impone manovre finanziarie lacrime e sangue che distruggono il tessuto sociale, il Welfare State e svuotano di senso la democrazia. Nel frattempo le grandi banche di affari, gli speculatori e i grossi fondi pensione privati si arricchiscono alle spalle dei cittadini, sempre più vessati e umiliati. Si arricchiscono dalle privatizazzioni, dai tassi di interessi che gli Stati sono costretti a pagare agli speculatori finanziari e dal debito pubblico. Si arricchiscono comprando, a prezzo di svendita, i gioielli di famiglia, ovvero aziende e proprietà in mano allo Stato che pur di far cassa si vede costretto a vendere. Si arricchiscono, in una parola, facendo gli strozzini.

E mentre loro si arricchiscono in Grecia chiudono gli ospedali, le Università, le scuole, decine di migliaia di dipendenti pubblici vengono licenziati in massa e a quelli che rimangono occupati tagliano lo stipendio del 30%. Tutto questo non ha niente a che fare con la democrazia. E i dati sono lì a ricordarcelo.

Gli Stati perdono, ogni giorno di più, la loro sovranità nazionale e i cittadini perdono, ogni giorno di più, il loro potere di decidere da chi essere governati. Essere governati da un governo di centro destra o di centro sinistra (non è un caso infatti che le grandi coalizione spuntino pian piano in Europa) non fa oramai una grande differenza (se non, in parte, in termini di diritti umani), poiché tutti sono soggetti alle direttive della Troika. Piaccia o non piaccia i governi nazionali hanno perso il loro valore e la politica economica e sociale di uno Stato viene decisa da persone non democraticamente elette. E non di certo nell’interesse della popolazione.

Assistiamo dunque, ovunque in tutta Europa, ad una perdita di sovranità e di democrazia e alla trasformazione di governi nazionali in esecutori materiali di decisioni prese altrove. Aveva ragione Bauman quando qualche anno fa mise in evidenza come gli stati nazionali si stanno lentamente tranformando in commissariati di polizia, il cui unico scopo è quello di imporre ordine sociale e sanzionare chi devia e garantire, così, che il sistema si preservi.

Il tasso di democrazia, e i dati forniti dalla Economist Intelligence Unit sono lì a dimostrarcelo, è in caduta libera quasi ovunque in Europa. Sono aspetti sui quali è bene riflettere. Sono aspetti che devono necessariamente indurci a riflettere. Prima che sia troppo tardi.
 
Il Portogallo licenzia e taglia gli stipendi pubblici. Domani toccherà all’Italia di Massimo Ragnedda


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Guardare quanto sta succedendo in Portogallo è molto istruttivo. In pratica si sta ripetendo quanto già successo in Grecia e quanto potrebbe succedere a breve anche in Italia.

Gli Stati europei si indebitano (come tutti gli altri Stati al mondo), ma non potendo emettere moneta (a differenza del Giappone, degli USA, dell’Inghilterra e della Svizzera) chiedono aiuto alla Troika (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale e Unione Europea) la quale ben volentieri concede prestiti, ovviamente chiedendo qualcosa in cambio. E indietro non vuole solo i soldi che ha prestato più gli interessi da strozzino, ma impone anche un insieme di “misure” per snellire lo Stato Sociale. Lo Stato in debito (così come fanno i cittadini che indebitati e disperati chiedono “aiuto” agli strozzini) è costretto ad accettare queste draconiane misure, anche se queste comportano (così come succede alle persone ricattate dagli usurai) un peggioramento della loro situazione iniziale.

Gli Stati, un tempo sovrani, sono così costretti a vendere i gioielli di famiglia (come fanno gli strozzati dagli usurai), licenziare dipendenti pubblici, ridurre la sanità pubblica, tagliare i finanziamenti alla scuola e alla ricerca, ridurre le pensioni, eccetera. Insomma la politica economica degli Stati è ordinata e imposta da oscuri burocrati e banchieri che vivono in un mondo dorato senza nessun contatto con quello che un tempo si sarebbe definito il “popolo”. A noi rimane l’illusione che, votando, possiamo scegliere da chi essere governati.

Ora, dopo aver schiacciato la Grecia, è il turno del Portogallo. La Troika, in cambio del generoso piano di “salvataggio”, ha imposto al conservatore Passos Coelho di tagliare gli stipendi pubblici. Dal 2014 tutti i dipendenti pubblici portoghesi che guadagnano più di 600 euro si vedranno tagliare lo stipendo da un minimo del 2,5% ad un massimo del 12%. Ma non basta. La Troika ha imposto il licenziamento del 3% dei dipendenti pubblici, in un paese in cui la disoccupazione ha già superato quota 17,4%. Non solo. La Troika ha anche ordinato (la proposta ora è al vaglio della Corte Costituzionale di Lisbona) di aumentare l’orario settimanale dei lavoratori pubblici da 35 a 40 ore. Misure che lo Stato, senza possibilità di scelta, deve necessariamente applicare. La Troika chiede anche che vengano privatizzate le aziende in attivo, come la Rete Energetica Nazionale. Privatizzare significa vendere a prezzi di saldo, agli amici della Troika ovviamente, le aziende che producono. I soldi che si ricaveranno dalla vendita (un po’ come i nostri soldi dell’IMU che sono serviti a salvare il Monte Paschi di Siena) serviranno per salvare dal fallimento il quinto gruppo finanziario del paese, la Banif.

Sì, direte voi, ma se lo Stato è in debito qualcuno dovrà pur pagare. O no? Guardo i dati del Giappone, che a differenza dei paesi della zona Euro può emettere moneta, e vedo che ha il 250% del debito/Pil (in Italia è circa il 120%) e un deficit/Pil al 10% (in Italia è circa il 3%). Roba che in Europa ci sogniamo. Eppure, nonostante questo debito elevatissimo, il Giappone agli inizi dell’anno non solo non ha tagliato la spesa pubblica (come fatto dalla Grecia che ha dovuto chiudere ospedali, Università e licenziare in massa) ma ha lanciato un ulteriore piano di espasione della spesa pubblica con un primo intervento da 85 miliardi di euro, con l’obiettivo di creare 600 mila nuovi posti di lavoro.

Mentre in Grecia si registra un drastico aumento della povertà, casi di malnutrizione minorile, aumento dei reati legati alla “sopravvivenza”, sistema educativo e sanitario ridotto all’osso, in Giappone il tasso di disoccupazione è del 4.5%. Mentre ora il Portogallo è costretto a licenziare i dipendenti pubblici, tagliare loro lo stipendio, ridurre la spesa pubblica elargendo meno servizi pubblici ai cittadini e a tagliare la spesa pubblica, il Giappone viaggia spedito e aumenta la spesa pubblica.

Il Giappone, a differenza dei paesi dell’eurozona, grazie alla Bank of Japan può emettere moneta, così come possono fare la Federal Reserve statunitense, la Bank of England e la Banca centrale svizzera. Il rischio è l’aumento dell’inflazione, ma il vantaggio è che non si è costretti a chiedere prestiti da usuraio alla Troika e farsi dettare la politica economica e sociale da oscuri banchieri. Infine, a differenza di una Paese dell’area euro, il debito pubblico è detenuto quasi totalmente al suo interno rendendolo inattaccabile dalla speculazione di investitori stranieri.

Eccolo qui il giochino piuttosto semplice: il Giappone, l’Inghilterra e gli USA possono finanziarie il loro debito direttamente, emettendo moneta. Noi no. E per poter pagare il debito siamo perciò costretti a chiedere i soldi alla BCE e aprirci alla speculazione internazionale. Ora a pagar dazio, licenziando, tagliando i servizi offerti ai cittadini, tagliando gli stipendi pubblici e svendendo le aziende dello Stato, tocca al Portogallo. Domani toccherà all’Italia. Anzi, in sordina, abbiamo iniziato anche noi.
 
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Le mille balle blu di Letta #

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Questo è l'intervento più votato al post di Capitan Findus Letta dal titolo "La disinformazione di Grillo" pubblicato in risposta al commento di Giorgiofra comparso domenica 3 novembre sul Blog. Ogni altro commento è superfluo.

"Sig. Letta, le sue giustificazioni ahimè non reggono. Riassumo tutto in due punti: 1) L'articolo del Corriere, che bolla come flop i bonus giovani, precisa "delle 13 mila e passa domande arrivate finora, ben 8.308 si riferiscono ad assunzioni concluse prima del clic day". Ergo per queste 8.308, i bonus non sono stati il motivo che ha indotto ad assumere. 2) Nell'articolo si precisa altresì che il sottosegr. Dell'Arringa ha affermato "Abbiamo segnali sul fatto che, nel Mezzogiorno, è in crisi anche il sommerso". Dunque, v'è crisi non solo per le assunzioni ma anche per il sommerso stesso! Se ne deduce, dunque, che l'articolo è FONDATO E VERITIERO, sostenuto dal contributo di dati e del sottosegretario stesso! E la prego, non faccia come con la storia dei 14 euro in busta-paga (lei disse "cifra inventata"). I 14 euro erano citati nella Relazione al vostro provvedimento! E anche il Ministro dell'economia li citò a Che Tempo che fa. Sig. Letta, inutile continuare, lei non conclude." Niccolò Montuoro
 
La confessione di Monti

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"Alla fine l’ha detto. Intervistato dalla CNN, così Mario Monti: "Stiamo effettivamente distruggendo la domanda interna attraverso il consolidamento fiscale. Quindi, ci deve essere una operazione di domanda attraverso l’Europa, un’espansione della domanda". Cosa era venuto a fare l’abbiamo sempre saputo, ma forse lui non l’aveva mai detto così chiaramente. Come si distrugge la domanda interna? Alzi le tasse e svaluti i salari. Così la gente non ha più soldi e compra di meno. Ma non basta: lo Stato potrebbe sempre alzare la spesa a deficit, cioè investire sui cittadini, mediante politiche sociali (esempio: reddito di cittadinanza) o creando lavoro. E allora cosa facciamo? Semplice: inventiamo il pareggio di bilancio e lo mettiamo addirittura nella Costituzione, così da rendere impossibile qualunque ripensamento. Era l’equazione che ci avrebbe matematicamente reso più poveri. Ricordate? Se costringi la somma delle entrate e delle uscite di uno Stato ad annullarsi a vicenda, allora se punti sulle esportazioni devi per forza massacrare i portafogli. E’ quello che ha fatto Monti. Perchè? Leggi tutto." Byoblu
 
il politico: salta sul mio yacht che oggi andiamo al mare così impari a nuotare :)

il cittadino: che bello :)

SPLASH!!!
glub glob glub cough cough

il cittadino: AIUTO! sto affogando! perchè mi hai spinto in acqua?

il politico: ti ho amorevolmente spinto in acqua perchè voglio che tu impari a nuotare e se non impari farai la fine dei clandestini in mare, una piccola CRISI VOLUTA per elevarti sopra i tuoi limiti e farti crescere

il cittadino: Ma almeno insegnami a nuotare, stronzo!

il politico: Scherzi? sarebbe troppo facile se io ti insegnassi.... e poi io non so mica nuotare.

il cittadino: Cazzo! almeno buttami un salvagente!!!!

il politico: Cosa? razza di ingrato! E chi lo paga il salvagente? vuoi forse che rinunci a bere distillato di lacrime di esodato, alla poltrona in pelle di contoterzista e alle ballerine brasiliane minorenni?

il cittadino: vaffanculo! voglio cambiare coach! Ti prego Grillo salvami tu!(anche se non ti ho votato)

il politico: grrrrr! come osi evocare l'innominabile? Io qui ti condanno a sopravvivere per altri 3 anni in mezzo al mare e l'anno prossimo dovrai restare a galla trasportando anche i nuovi pesi fiscali, e infine quando voterai io sarò pronto a truccare le elezioni
(-#gesto dell'ombrello#-)
(-#amorevole pisciatina di sfogo rilassante#-)

il cittadino: bastar... blub blub blub
 
La Ue vede nero per l'Italia: disoccupazione e debito record


Le stime della Ue: ulteriore contrazione del Pil nessun nuovo posto di lavoro. Così suggeriscono la soluzione: "Al Belpaese servono altre manovre"
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05/11/2013
Bruxelles sotterra l'Italia:
Pil giù, debito su, lavoro ko
"Vi serve un altra nuova stangata"
Qual è il tuo stato d'animo?
Triste2Stupito0Allegro2Arrabbiato25AAA
Anche l'Ue, per l'Italia, vede un futuro nero: peggiorano le stime sulla crescita economica del Belpaese nel 2013: dall'1,3% previsto la scorsa primavera, si passa oggi a un calo dell'1,8% del Pil. Allo 0,7% la stima del Pil 2014. Le auorità di Bruexelles spiegano che "la recessione potrebbe essere al punto di svolta. Dopo una forte contrazione nel 2012-2013, l'attività si riprenderà gradualmente nel 2014-2015". Dalla recessione a una debole ripresa: un quadro tutt'altro che esaltante.

Il Pil - Secondo Bruxelles, il calo delle stime sulla crescita è dovuto in primis alla maggiore riduzione degli investimenti e da un contesto esterno meno dinamico, nonchè "da un apprezzamento più forte del tasso di cambio". Questa, in sintesi, la valutazione della Commissione europea, che sottolinea come "l'apprezzamento dell'euro pesa sulla competitività dei prezzi". L'Europa dà ragione all'Istat, che ieri aveva previsto una crescita 2014 al +0,7% e boccia le più rosee previsioni del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, che prevedono per il prossimo anno un +1,2% del Prodotto interno lordo.

Il debito - Bruxelles suona un nuovo campanello d'allarme per l'Italia, che sta "nuovamente rallentando" sul percorso di risanamento dei conti pubblici "dopo i grandi sforzi compiuti nel 2012". L'Europa, insomma, vorrebbe stangarci ancora. Sono state riviste al ribasso anche le stime deficit-Pil: al 3% quest'anno, rispetto al 2,9% indicato nelle previsioni della scorsa primavera. Il rapporto viene previsto al 2,7% nel 2014, rispetto alla precedente stima del 2,5 per cento.

La disoccupazione - Cattive notizie anche dal fronte della disoccupazione. Secondo Bruxelles, nel 2013, in Italia si attesterà al 12,2%, per poi salire al 12,4% nel 2014 e tornare a scendere, ma solo al 12,1%, nel 2015. Nell'Eurozona, a fine 2013, la disoccupazione sarà al 12,2%, e resterà invariata per tutto il 2014, per poi calare all'11,8% nel 2015. Secondo Bruxelles, infine, "gli sviluppi del mercato del lavoro tipicamente seguono quelli del Pil di mezzo anno o più".
 
L'Europa ci ha fregato

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"Con l'entrata in Europa e l'avvento dell'Euro ci abbiamo solo rimesso. E non credete a chi ci dice che non potevamo fare altrimenti. L'Europa e l'Euro cosi concepiti sono semplicemente il mezzo per far arricchire economicamente e politicamente chi, tra i paesi dell'"unione", era più forte. A scapito dei paesi più fragili. E' la legge dei vasi di vetro tra i vasi di ferro. Già solo il cambio 1euro 2mila lire (circa) è stata una truffa bella e buona. Mi spiace dirlo, ma faremo semplicemente la fine che fanno i pesci piccoli di fronte a quelli più grandi. Noi siamo "lappere". Germania e (in parte) Francia sono spigole. Poi arriveranno i tonni e le spigole faranno a loro volta la fine del sorcio. Poi anche i tonni verranno divorati perchè l'avidità è una bestia che ha sempre fame, e quando non trova più cibo finisce per sbranare se stessa. Povera Europa, culla di civiltà e diritto. Qui siamo tornati all'età della pietra. Che Dio abbia pietà di noi".
Ghiaccionero
 
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Svelato l’euroinganno! L’Italia entrò nel l’euro grazie ai trucchi di Ciampi e Prodi con il consenso (interessato) della Germania

Pubblicato da Critica Libera, il 7 maggio 2012 - Permalink - Replica


Leggendo l’incipit dell’articolo apparso su Imola Oggi, la domanda che mi sono posto è questa: a che pro? Per quale motivo Prodi e Ciampi premettero affinché l’Italia entrasse nell’euro? La risposta non la conosco, e se debbo essere sincero non ho voglia di inoltrarmi nella selva oscura del complottismo europeista.

Posso però rispondere alla domanda successiva: perché la Germania volle a tutti i costi che l’Italia entrasse in Europa. La risposta la dà lo stesso articolo citato: perché l’Italia, avendo una lira più debole del marco, era il maggior concorrente della Germania nell’export manufatturiero. L’ingresso dell’Italia nell’euro avrebbe costituito (come effettivamente costituì) una strategia tedesca ben

chiara: affondare le esportazioni italiane, offrendo agli italiani un’unica moneta di scambio, il franco tedesco, camuffato da euro. A queste condizioni, la Germania — economia decisamente più solida — ebbe tutto da guadagnarci, rafforzando persino la sua posizione contrattuale in Europa (oggi, del resto, non si muove foglia che Berlino non voglia).

Terza domanda: ma Ciampi e Prodi considerarono questo aspetto? Credo proprio di no. A loro interessava che l’Italia entrasse nell’euro e si impiccasse da sola. I motivi reconditi non li conosco e ho paura di conoscerli. Quello che è certo è che i risultati di questo ingresso forzoso e inopportuno (se non prematuro) li vediamo oggi. L’Italia con le pezze al sedere, grazie ai trucchi e all’occhio lungo dei tedeschi, è entrato nel club dei miliardari senza averne i requisiti. Con un artificio contabile, con un bluff, con un gioco di prestigio e un biglietto pagato da tutti gli italiani (l’eurotassa), ha fatto finta di avere quello che non ha: una politica seria, una economia sana, un senso della identità nazionale inesistente. E gli italiani sono rimasti letteralmente fregati. Vediamo in sintesi come:

Progressiva perdita di forza della nostra economia reale.
Aumento della pressione fiscale.
Perdita della sovranità monetaria ed economica.
Svalutazione dei titoli del debito pubblico ormai agganciati a quelli tedeschi.
Perdita del controllo delle frontiere e delle politiche migratorie.
Assunzione di politiche europee troppo spesso a danno della produzione italiana.
Svuotamento progressivo dei meccanismi di scelta democratica.
Svilimento della nostra Costituzione.
Altissimi i costi per rimanere nell’Euro sia in termini economici che umani.
Questi i danni. Ma i vantaggi? Personalmente non vedo vantaggi. Da quando l’Italia è entrata nell’Euro, abbiamo avuto solo vincoli assurdi dai quali non ci possiamo più sottrarre, a meno che non entri in carica un Governo forte sostenuto da una maggioranza solida che mandi letteralmente affansedere l’Europa così come è costruita oggi.

Difficile che ciò possa accadere. Anzi, la nostra situazione è peggiorata con il governo Monti, sponsorizzato proprio dalla Germania e accettato piattamente anche dal centrodestra. Tanto che mi viene il brutto sospetto che Berlusconi alla fine si sia dimesso perché gli faceva comodo così… Altro che senso di responsabilità! Se avesse davvero avuto un benché minimo senso di responsabilità, avrebbe fatto cadere il Governo e saremmo tornati al voto.

I grandi muoiono da eroi. I piccoli sopravvivono da vili.
 
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