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►INTER 2020-2021 - E ALTRO◄

Roberto57

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Inter-Milan alle ore 18.00 a San Siro. Una partita diversa dalle altre, sempre. Quest’anno ancora di più per l’incognita coronavirus. Il Covid sta condizionando infatti l’avvicinamento al match.

DERBY INTER-MILAN, LE PROBABILI FORMAZIONI​


Senza Gabbia e Duarte, positivi al Covid, il Milan di nuovo gli uomini contati in difesa, ma recupera Romagnoli dietro e Zlatan Ibrahimovic davanti. La grande assenza sarà quella di Ante Rebic, ancora alle prese con l’infortunio al gomito. Da qui i dubbi maggiori: chi giocherà sull’esterno? Da quello che ci risulta, con tutta probabilità Stefano Pioli punterà su Castillejo e Saelemaekers, con Calhanoglu centrale. Le candidature di Brahim Diaz e Rafael Leao non sono da scartare, specialmente la prima, ma ad oggi partono indietro nei rispettivi ballottaggi. Questa la probabile formazione del Milan:

FORMAZIONE MILAN : (4-2-3-1)
G. Donnarumma; Calabria, Kjaer, Romagnoli, Theo Hernandez; Kessie, Bennacer; Castillejo, Calhanoglu, Saelemaekers; Ibrahimovic.

Senza Skriniar, Gagliardini, Nainggolan e Radu (tutti positivi al coronavirus), Conte spera in Bastoni. Ci sono possibilità che si negativizzi. Non dovesse farcela, spazio a D’Ambrosio, De Vrij e Kolarov in difesa. Meno dubbi dalla metà campo in su.

FORMAZIONE INTER : (3-5-2) Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Kolarov; Hakimi, Vidal, Brozovic, Barella, Perisic; Lukaku, Lautaro.
 

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18 ottobre 2020 - 15:08

Biasin: “Conte? Lo stipendio abbia un senso. Inter, poche balle. E su Kanté rispondo che…”​

Il giornalista critica le mosse dell’allenatore nerazzurro

Sulle pagine dell’edizione odierna di Libero, Fabrizio Biasin non risparmia attacchi ad Antonio Conte. Secondo il giornalista, l’allenatore dell’Inter avrebbe dovuto incidere maggiormente nel derby perso dall’Inter per 2-1 contro il Milan. A detta di Biasin, il tecnico non ha avuto la lucidità necessaria per cambiare modulo:

Antonio Conte guadagna più o meno cinque volte quello che guadagna il collega. Qui non si tratta di dire «togliete dei soldi al nababbo pugliese», semmai «fate sì che quell’ingaggio abbia un senso». Ieri, l’ex ct, non si è guadagnato la pagnotta (…). In casi straordinari come questo, un allenatore da 11 milioni all’anno, può e deve fare una cosa sola: cambiare (…). L’Inter è una squadra costruita a immagine e somiglianza del suo allenatore, soprattutto è stata messa insieme a siffatto modo per vincere lo scudetto, poche balle.
Ce la può fare? Sì, serenamente. A patto che Antonio Conte decida di incidere di più su una squadra costruita assecondando ogni sua richiesta. «Ma non gli hanno preso Kanté!». Come se ce ne fosse bisogno
“.
 
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Roberto57

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CLASSIFICA 4^ GIORNATA

1
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Milan 12 440091
2
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Sassuolo 10 4310136
3
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Atalanta 9 4301149
4
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Napoli 8 4301124
5
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Juve 8 422093
6
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Inter 7 4211118
7
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Verona 7 421141
8
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Roma 7 421187
9
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Sampdoria 6 420277
10
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Benevento 6 4202812
11
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Genoa 4 311147
12
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Fiorentina 4 411278
13
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Cagliari 4 4112610
14
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Spezia 4 411259
15
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Lazio 4 411248
16
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Bologna 3 410378
17
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Udinese 3 410336
18
t131_b.png
Parma 3 410349
19
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Crotone 1 4013311
20
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Torino 0 300348
 
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Inter-Borussia Monchengladbach: le probabili formazioni


Nerazzurri in campo a San Siro (ore 21) contro i tedeschi. Eriksen titolare, ballottaggi a centrocampo e in attacco, dove Sanchez insidia Lautaro​

Comincia questa sera a San Siro, ore 21, la Champions League dell’Inter. Contro il Borussia Monchengladbach, c'è un derby da dimenticare e Antonio Conte è stato chiaro: "Vogliamo essere padroni del nostro destino". Il tecnico è intenzionato a schierare un modulo speculare a quello del collega Rose: 3-4-1-2, con Eriksen dal 1’. Si affiderà alla grinta di Vidal, che nelle ultime otto stagioni è il giocatore che ha vinto più contrasti in Champions, forse a Sanchez che è in ballottaggio con Lautaro.

Eriksen sì, Sanchez nì​

Vincere per mettere in discesa il percorso, prima di due trasferte consecutive. Vincere per raggiungere gli ottavi di Champions, che mancano ormai dal 2012: "Ma ora siamo attrezzati - ha precisato Conte - la strada fatta per arrivare in finale col Siviglia ci è servita". Così, dati gli assenti Skriniar, Young e Gagliardini, oltre a Radu, si va verso un 3-4-1-2 con Christian Eriksen dall’inizio. Confermata la difesa scesa in campo al derby, sulla sinistra c’è Darmian in ballottaggio con Perisic (l’ex Parma può riequilibrare la squadra, contando la spinta di Hakimi a destra), davanti Sanchez insidia Martinez.

Occhio a Plea e Thuram​


I tedeschi, tra cui l’ex nerazzurro Valentino Lazaro che però è indisponibile, sono reduci dal pari casalingo col Wolfsburg, nella loro storia hanno giocato 18 partite di Coppa dei Campioni/Champions League contro le italiane. Hanno affrontato Roma, Fiorentina, Juventus e Lazio, vincendo sei volte. "L’Inter è uno dei migliori club d’Europa - ha presentato la gara il tecnico, Marco Rose, al sito ufficiale del club - attorno a Lukaku c’è molta qualità individuale. È una squadra che difende bene e con molta esperienza internazionale". Occhio ad Alassane Pléa: ex Nizza, 10 reti lo scorso anno. Giocherà con Marcus Thuram, che ne ha realizzate 14 ed è figlio di Lilian.

Le probabili formazioni​


Inter (3-4-1-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Kolarov; Hakimi, Vidal, Barella, Darmian; Eriksen; Lukaku, Sanchez. All: Conte. Panchina: Padelli, Stankovic, Bastoni, Ranocchia, Perisic, Moretti, Sensi, Nainggolan, Brozovic, Lautaro, Pinamonti.

Borussia Monchengladbach (3-4-1-2): Sommer; Ginter, Elvedi, Bensebaini; Lainer, Kramer, Neuhaus, Wendt; Hofmann; Plea, Thuram. All: Rose. Panchina: Sippel, Grun, Lang, Wolf, Herrman, Traore, Reitz, Jantshke, Stindl, Embolo.
 

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PER FORTUNA ABBIAMO LUKAKU :mad::mad::mad:

Il solito Lukaku salva l'Inter, Gladbach ripreso al 90': a San Siro è 2-2​



A Conte non basta la doppietta del belga, che raggiunge i tedeschi nel finale ed evita una pesantissima sconfitta​


L’Inter non è ancora guarita, anche se Romelu Lukaku scoppia di salute. E il Covid, che pure sta limitando moltissimo le rotazioni di Antonio Conte, c’entra fino a un certo punto. I nerazzurri pareggiano 2-2 a San Siro nel debutto in Champions contro il Borussia Moenchengladbach e il clamoroso colpo dello Shakthar a Madrid rende il girone ancora più complicato del previsto. L’Inter non ha incantato, le scorie del derby e una condizione complessiva non scintillante non hanno prodotto una prestazione convincente. Ma i nerazzurri sono stati puniti anche da ingenuità individuali e dalla sfortuna, con il pallone del 2-1 di Lautaro (entrato a inizio ripresa per Sanchez, sostituito per una contrattura) che si stampa sul palo a Sommer battuto a 10’ dalla fine e la punizione di Kolarov che in pieno recupero va vicino al colpaccio.

SCELTE​


Conte parte con Eriksen e Perisic, a destra c’è Darmian per Hakimi, positivo
al Covid. La linea difensiva è la stessa del derby: incasserà due gol anche dal Gladbach, a testimonianza del fatto che la proverbiale solidità difensiva contiana ancora non c’è. La produzione offensiva si limita a un paio di fiammate di Perisic a sinistra. E visto che Eriksen si nota solo a sprazzi, il primo tiro di un primo tempo con poche emozioni lo regala il solito Lukaku nei minuti finali. Palla fuori di poco.

POKER DI GOL​


Come spesso accade nel calcio del 2020, alla lunga le squadre di allungano e le partite si aprono. Perisic, che quando sfonda a sinistra fa male, avvia l’azione del vantaggio nerazzurro, che vede protagonisti anche D’Ambrosio e Darmian, prima della zampata del solito Lukaku. Inter avanti, ma incapace di controllare il vantaggio. Anche perché Arturo Vidal (male questa sera) regala ai tedeschi l’ingenuo rigore del pari (colto dalla Var) al 63’ e poi sta a guardare all’84’ mentre Hofmann gli scappa sul filo del fuorigioco e va a segnare uno contro uno all’incolpevole Handanovic. E al 90' quando sembra mettersi parecchio male, dal corner di Kolarov sul secondo palo sbuca lui, il solito Lukaku. Una sconfitta sarebbe stata deleteria, invece Conte ha tutto il tempo di sistemare le cose.
 

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PER PAR CONDICIO DA "MILANESE ADOTTATO"

Celtic-Milan 1-3: segnano Krunic, Brahim Diaz e Hauge, Pioli vince anche in Europa​


Dopo i successi in campionato, i rossoneri vincono anche a Glasgow nel primo turno della fase a gironi di EL

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GLASGOW (SCOZIA) - Il Milan vince 3-1 sul campo del Celtic nel primo turno della fase a gironi di Europa League. I rossoneri trionfano in trasferta con le reti di Krunic e Brahim Diaz nel primo tempo e il gol di Hauge nel recupero e condividono con il Lille il primo posto nel girone H con tre punti all'attivo. Continua il momento positivo della formazione guidata da Pioli che, dopo le vittorie nel campionato di Serie A, conquista anche un prezioso successo nella prima partita della fase a gironi di Europa League.​

 

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Buon compleanno Alex Zanardi: noi ti stiamo aspettando
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Lettera aperta ad Alex Zanardi nel giorno del suo 54esimo compleanno. Ancora una volta Alex lotta per la vita, continuando ad essere un esempio irraggiungibile di forza ed energia per tutti noi. Ed è per il suo essere esempio, oltre ogni limite da noi raggiungibile o comprensibile, che siamo qui ad aspettarlo.
 

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BUON COMPLEANNO

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23 ottobre 1940
età 80 anni

"O Rei" compie ottant'anni: tre Mondiali, oltre mille gol, divino per la ginga, il cuo gioco che era danza di schiavi, lotta, musica tribale, poesia, potensa, foresta
Compie 80 anni Edson Arantes Do Nascimento, conosciuto in tutto il mondo come Pelé, leggenda del calcio mondiale. "Se il calcio non si fosse chiamato così, avrebbe dovuto essere denominato Pelé", ha sentenziato in passato lo scrittore brasiliano Jorge Amado, esprimendo un pensiero condiviso da milioni di persone in patria e in tutto il mondo. Ecco la storia di "O Rei", il mito più longevo e "globale" del calcio


 
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Genoa-Inter ore 18,00, è il match tra i più colpiti dal Covid


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24 ottobre - Milano

Vietato sbagliare ancora dopo il pareggio con la Lazio e la sconfitta nel derby. L’Inter di Conte alle 18 è attesa a Marassi dal Genoa, in una sfida condizionata anche dal Covid visto che di fronte ci sono due tra le formazioni più colpite dal virus. Reduce dal pareggio in piena emergenza in casa del Verona, la squadra di Maran recupera alcuni elementi, tra cui Pjaca che potrebbe affiancare l’ex Pandev in attacco.

Genova – Non chiamatelo “Covid-match” perché la situazione sta fortunatamente migliorando sia in casa rossoblù che in casa nerazzurra. Ma resta il fatto che oggi a Marassi si gioca la partita tra le squadre di serie A più colpite finora dal coronavirus, insieme al Parma. Dall’inizio del campionato il Genoa ha pagato dazio con 17 giocatori positivi, seguito da Inter (7) e Parma (7).

Rossoblù e nerazzurri avrebbero fatto volentieri a meno di questo primato che ha complicato molto il lavoro di Maran e Conte nelle ultime settimane: allenamenti a ranghi super ridotti e scelte quasi obbligate di formazione, soprattutto per il Genoa. La cui situazione resta un “unicum” nel panorama della serie A: nessuno finora ha avuto 22 tesserati positivi, tra giocatori (17) e membri dello staff (5), anche se in serie B è appena scoppiato il focolaio della Reggiana con 11 calciatori e 5 membri dello staff tecnico positivi al tampone.

Per fortuna, sia il Genoa che l’Inter ne stanno venendo lentamente fuori. Se in casa rossoblù, dopo gli ultimi recuperi (Criscito, Destro, Lerager, Zappacosta e Cassata), restano solo 2 i giocatori ancora positivi (Brlek e Males), in casa nerazzurra, dopo la guarigione di Bastoni e Nainggolan, sono 3 i giocatori ancora positivi (Ionut Radu, Milan Skriniar e Roberto Gagliardini).
Ieri Conte ha ricevuto altre due buone notizie: Ashley Young e Achraf Hakimi sono risultati negativi ai tamponi di controllo. Young era risultato positivo l’11 ottobre e si era subito messo in isolamento come gli altri suoi compagni colpiti dal coronavirus. L’ex esterno del Manchester United non sarà comunque a disposizione per la trasferta di oggi contro il Genoa, ma dovrebbe tornare convocabile per la gara di martedì sera contro lo Shakhtar Donetsk in Champions. Prima, però, dovrà svolgere una visita di idoneità.

Particolare il caso del marocchino Hakimi: l’ex Borussia Dortmund era stato trovato positivo al Covid mercoledì a poche ore dalla partita contro il Borussia Monchengladbach in seguito all’ultimo controllo Uefa previsto dal protocollo della manifestazione. Ieri l’Inter ha comunicato che Hakimi è risultato negativo al tampone effettuato giovedì, il giorno dopo il match europeo. La società nerazzurra ha fatto sapere che il giocatore, completamente asintomatico, è stato sottoposto ieri a un ulteriore tampone per valutare la sua effettiva situazione. Il risultato è atteso per oggi. Non dovrebbe, quindi, partecipare alla trasferta contro il Genoa.

In casa rossoblù si attendono i risultati dei tamponi pre-gara ma rispetto a qualche giorno c’è maggiore serenità.

Le probabili formazioni​


Genoa (3-5-2): Perin; Bani, Zapata, Masiello; Ghiglione, Rovella, Badelj, Radovanovic, Cyzborra; Pandev, Pjaca. All. Maran.

Inter (3-4-1-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Darmian, Vidal, Barella, Perisic; Eriksen; Martinez, Lukaku. All. Conte.

Le curiosità​


L’Inter ha vinto le ultime quattro sfide di Serie A contro il Genoa con un punteggio complessivo di 16-0: solo una volta nella loro storia in Serie A i nerazzurri hanno ottenuto cinque successi di fila tenendo sempre la porta inviolata contro una singola avversaria (contro l’Atalanta tra il 1951 e il 1953). Genoa e Inter non pareggiano in Serie A dal maggio 2013 (0-0 tra Ballardini e Stramaccioni in panchina) - da allora nove successi nerazzurri e cinque rossoblu. In 11 delle ultime 12 sfide di Serie A tra Genoa e Inter giocate al Ferraris, almeno una delle due formazioni non ha trovato il gol: unica eccezione nel parziale il successo rossoblu, per 3-2, nel maggio 2015
 

Roberto57

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Genoa-Inter 0-2: decidono i gol di Lukaku e D'Ambrosio​


Primo tempo bloccato. Nella ripresa decidono i cambi di Conte: Barella, entrato al posto di Eriksen, offre all'attaccante la palla per sbloccare il match. Chiude la partita un gol di testa dell'esterno

sabato 24 ottobre 2020 19:51

Non è stata una vittoria semplice, ma alla fine l’Inter è riuscita a portare a casa i tre punti da Marassi, battendo il Genoa 2-0.
Non è stata semplice perché, per più di 60 minuti, i padroni di casa si sono difesi con ordine, senza concedere nulla. Poi Conte con le sostituzioni ha cambiato la partita. A segnare è stato sempre Lukaku, ma l’assist è stato di Barella, partito dalla panchina per fare posto ad Eriksen. D’Ambrosio poi l'ha chiusa, evitando patemi d’animo finali.
Dopo la sconfitta nel derby e le fatiche di Champions, missione compiuta per l’Inter quindi: servivano i tre punti e i tre punti sono arrivati. Per oggi può bastare così a Conte. Ma sicuramente c’è da lavorare ancora.

Tutto nella ripresa​


Conte schiera ancora Eriksen titolare, dietro a Lautaro e Lukaku. Sulla fascia destra c’è sempre Darmian, con Hakimi (tornato disponibile dopo i tamponi negativi) pronto ad entrare dalla panchina. Maran schiera la coppia d’attacco Pjaca-Pandev.
L’Inter domina il primo tempo quasi completamente, ma in avanti non è pericolosa. Si vede solamente Lukaku, il più brillante in attacco. Ma in generale il Genoa è bravo a resistere e a chiudere tutti gli spazi.

L’inizio della ripresa non è dei migliori per l’Inter. Il gioco latita e si comincia a vedere anche qualche segno di nervosismo, con Lautaro e Lukaku che battibeccano con i compagni. E allora Conte corre ai ripari cercando di mettere un po’ di elettricità in una squadra un po’ spenta: dentro Barella e Hakimi per Eriksen e Perisic. Il cambio ha l’effetto sperato. Proprio Barella ispira Lukaku al 64’: l’attaccante, servito in area, con un dribbling si libera dell’avversario e con un sinistro a giro non lascia scampo a Perin. Il Genoa si spegne un po’ e l’Inter mette al sicuro il risultato: su calcio d’angolo la spizza Ranocchia, inserimento di D’Ambrosio che la mette di testa in rete senza problemi. La partita a questo punto non ha più nulla da dire. L'Inter controlla e non rischia nulla.
 

Roberto57

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CLASSIFICA 5^ GIORNATA



1
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Milan 13 5410124
2
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Napoli 11 5401145
3
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Sassuolo 11 5320169
4
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Inter 10 5311138
5
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Juve 9 5230104
6
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Atalanta 9 53021512
7
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Sampdoria 9 5302108
8
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Verona 8 522152
9
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Roma 8 52211110
10
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Fiorentina 7 52121010
11
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Cagliari 7 52121012
12
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Lazio 7 521269
13
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Benevento 6 5203914
14
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Spezia 5 5122711
15
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Genoa 4 411249
16
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Parma 4 5113611
17
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Bologna 3 5104810
18
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Udinese 3 510459
19
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Torino 1 4013711
20
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Crotone 1 5014515
 

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Preview Shakhtar Donetsk-Inter - Torna Hakimi, c'è Barella. Kolarov a sinistra?​


Torna la Champions League. Dopo il pareggio-beffa di San Siro contro il Borussia MG, l'Inter va a Kiev per affrontare lo Shakhtar Donetsk, capace di superare a Valdebebas il Real Madrid nonostante le tantissime assenze a causa del Covid-19. Un motivo in più per i nerazzurri di tenere alta la tensione e dimenticare il 5-0 nella semifinale di Europa League.
QUI SHAKHTAR DONETSK – Castro ritrova vari elementi assenti una settimana fa a Madrid, ma difficilmente cambierà l'undici di partenza. Dunque, prevista solo panchina per Matvienko, Stepanenko, Alan Patrick, Taison e Bolbat: tutti a corto di condizione. In porta ancora il giovane Trubin, preferito al veterano Pyatov. Restano tanti gli assenti: tra virus e infortuni, out i vari Ismaily, Konoplyanka, Kovalenko, Krivtsov, Junior Moraes e Fernando.
QUI INTER – Conte sorride a metà: rispetto al match con il Borussia MG, tornano a disposizione Hakimi e Young, ma ancora ai box Sensi e Sanchez. Il marocchino si candida per una maglia da titolare sulla destra, mentre a sinistra è sfida a quattro tra Kolarov, Perisic, Young e Darmian. Dopo il turno di riposo di Genova, al centro della difesa riprende il suo posto De Vrij, che agirà tra D'Ambrosio e Bastoni. In mezzo, riecco Barella: fuori Eriksen. In attacco, manco a dirlo, spazio alla Lu-La. Oltre al lungodegente Vecino, restano indisponibili anche Skriniar, Gagliardini e Radu.

PROBABILI FORMAZIONI:
SHAKHTAR DONETSK (4-2-3-1):
Trubin; Dodò, Khocholava, Bondar, Kornienko; Maycon, Marcos Antonio; Tete, Marlos, Solomon; Dentinho.
Panchina: Pyatov, Shevchenko, Vitao, Matvienko, Bolbat, Cipriano, Stepanenko, Sudakov, Alan Patrick, Taison, Vakula, Vyunnyk.
Allenatore: Castro.
Squalificati: nessuno.
Indisponibili: Kryvtsov, Ismaily, Malyshev, Kovalenko, Konoplyanka, Junior Moraes, Fernando.
INTER (3-5-2): Handanovic; D'Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Brozovic, Vidal, Kolarov; Barella; Lukaku, Lautaro.
Panchina: Padelli, Stankovic, Ranocchia, Darmian, Young, Perisic, Moretti, Nainggolan, Squizzato, Eriksen, Pinamonti, Bonfanti.
Allenatore: Conte.
Squalificati: nessuno.
Indisponibili: Vecino, Skriniar, Gagliardini, Radu, Sanchez, Sensi.
ARBITRO: Kabakov (BUL).
Assistenti: Margaritov e Valkov.
Quarto uomo: Chinkov.
Var: Zwayer (Achmüller).
 

Roberto57

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Preview Shakhtar Donetsk-Inter - Torna Hakimi, c'è Barella. Kolarov a sinistra?​


Torna la Champions League. Dopo il pareggio-beffa di San Siro contro il Borussia MG, l'Inter va a Kiev per affrontare lo Shakhtar Donetsk, capace di superare a Valdebebas il Real Madrid nonostante le tantissime assenze a causa del Covid-19. Un motivo in più per i nerazzurri di tenere alta la tensione e dimenticare il 5-0 nella semifinale di Europa League.
QUI SHAKHTAR DONETSK – Castro ritrova vari elementi assenti una settimana fa a Madrid, ma difficilmente cambierà l'undici di partenza. Dunque, prevista solo panchina per Matvienko, Stepanenko, Alan Patrick, Taison e Bolbat: tutti a corto di condizione. In porta ancora il giovane Trubin, preferito al veterano Pyatov. Restano tanti gli assenti: tra virus e infortuni, out i vari Ismaily, Konoplyanka, Kovalenko, Krivtsov, Junior Moraes e Fernando.
QUI INTER – Conte sorride a metà: rispetto al match con il Borussia MG, tornano a disposizione Hakimi e Young, ma ancora ai box Sensi e Sanchez. Il marocchino si candida per una maglia da titolare sulla destra, mentre a sinistra è sfida a quattro tra Kolarov, Perisic, Young e Darmian. Dopo il turno di riposo di Genova, al centro della difesa riprende il suo posto De Vrij, che agirà tra D'Ambrosio e Bastoni. In mezzo, riecco Barella: fuori Eriksen. In attacco, manco a dirlo, spazio alla Lu-La. Oltre al lungodegente Vecino, restano indisponibili anche Skriniar, Gagliardini e Radu.

PROBABILI FORMAZIONI:
SHAKHTAR DONETSK (4-2-3-1):
Trubin; Dodò, Khocholava, Bondar, Kornienko; Maycon, Marcos Antonio; Tete, Marlos, Solomon; Dentinho.
Panchina: Pyatov, Shevchenko, Vitao, Matvienko, Bolbat, Cipriano, Stepanenko, Sudakov, Alan Patrick, Taison, Vakula, Vyunnyk.
Allenatore: Castro.
Squalificati: nessuno.
Indisponibili: Kryvtsov, Ismaily, Malyshev, Kovalenko, Konoplyanka, Junior Moraes, Fernando.
INTER (3-5-2): Handanovic; D'Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Brozovic, Vidal, Kolarov; Barella; Lukaku, Lautaro.
Panchina: Padelli, Stankovic, Ranocchia, Darmian, Young, Perisic, Moretti, Nainggolan, Squizzato, Eriksen, Pinamonti, Bonfanti.
Allenatore: Conte.
Squalificati: nessuno.
Indisponibili: Vecino, Skriniar, Gagliardini, Radu, Sanchez, Sensi.
ARBITRO: Kabakov (BUL).
Assistenti: Margaritov e Valkov.
Quarto uomo: Chinkov.
Var: Zwayer (Achmüller).

Shakhtar Donetsk-Inter 0-0: le traverse fermano Barella e Lukaku, Lautaro spreca: secondo pari​


A Kiev la squadra di Conte frenata anche dalla sfortuna​

La sensazione è sempre la stessa: aver perso un’occasione. Come all’esordio, anche nel secondo match di Champions l’Inter pareggia pur dominando la partita in casa dello Shakhtar. «La strada è giusta» dice Antonio Conte, ma ora è pure tremendamente in salita nel girone e bisognerà far punti per forza nella doppia sfida con il Real Madrid, «in un gruppo di ferro dove può succedere di tutto», sottolinea il tecnico. Non ha torto, perché la corazzata di Zidane è andata a pareggiare solo in pieno recupero in casa del Borussia e resta ultima.

Il refrain non cambia, i nerazzurri comandano le gare, attaccano, creano ma non sfondano, spesso incapaci di tradurre in gol le tante occasioni, alcune clamorose, come quella di Lautaro nella ripresa, a porta spalancata. Lì forse l’Inter ha capito di non poter vincere una partita dove gli ucraini hanno rispolverato un antico calcio all’italiana: tutti a difendere nella propria metà campo sperando nel contropiede. La formazione di Conte si è scaricata nell’ultima mezzora, il giro palla è diventato lento, gli spazi introvabili. Vista la giornata, a quel punto ha badato a non perdere una gara non schiodabile e chiusa prima con Perisic, poi con Pinamonti in attacco: un po’ pochino per far male. «Quand’è così meglio portarsi a casa un pareggio».

La buona novella viene dalla difesa ritrovata e non bucata. La mentalità aggressiva della squadra c’è stata per un’ora buona, poi tanti errori dei singoli. Si è giocato sempre sull’asse Barella-Lukaku, gli uomini in più. Quelli invece cui chiedere uno scatto sono i centrocampisti Brozovic e Vidal, allo stato incapaci di far cambiare passo alla squadra.

In uno stadio da 70 mila posti, popolato da più di 10 mila tifosi con sprezzo del pericolo per il coronavirus, l’Inter al solito fa la partita, gli ucraini la subiscono. Forse ancora impauriti dai cinque schiaffi presi in Europa League ad agosto, la squadra di Castro copia la gara proposta dal Borussia M’gladbach una settimana fa: tutti chiusi in trenta metri di campo in attesa di una possibile ripartenza che non arriva mai. I nerazzurri non concedono neppure un tiro e sfruttano la difesa un po’ alta all’inizio dello Shakhtar. Lukaku è un gigante, con la sua forza travolge i difensori avversari. Crea lo spazio dove non c’è. Il dialogo tra lui e Barella è continuo, proficuo, ma pure piuttosto sfortunato. Due traverse, del centrocampista prima e del centravanti poi su punizione, negano all’Inter il giusto vantaggio. I nerazzurri spinti bene da Hakimi all’inizio, si infilano nella difesa ucraina, sorretta dalle parate in serie di Trubin. Il grande errore è non chiudere il match nella ripresa con Lautaro che fallisce il più facile dei vantaggi. Non è neppure benvoluta l’Inter, l’arbitro bulgaro decide di non consultare la Var per una trattenuta su Lukaku. «Abbiamo giocato con la giusta intensità, con il piglio da grande squadra. Peccato per le occasioni, meritavamo di vincere», sottolinea Conte. Il bilancio di punti del girone è immeritatamente in rosso dopo due pareggi e ora va riequilibrato contro il Real Madrid.

Non stanno benissimo neppure i conti del club. Il cda ha dato il via libera a un bilancio con una perdita di circa 100 milioni, una cifra vistosa e comunque minore rispetto a tanti altri top club, mitigata dall’importante plusvalenza arrivata con la cessione di Icardi.
Anche per questo il passaggio del turno è fondamentale, per garantirsi i milioni della Champions e farsi un regalo vero a gennaio.
 

Roberto57

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31 ottobre 2020 - 8:02

Inter-Parma, alle 18,00: Perisic in attacco, si rivede Gagliardini. Difesa inedita

Le probabili scelte di Conte e Liverani in vista dell’anticipo della 6^ giornata di Serie A

L’Inter di Antonio Conte riprende il proprio cammino in campionato. Lo farà questo pomeriggio ospitando a San Siro il Parma senza Romelu Lukaku, fermato da un affaticamento muscolare. Conte, che dovrà fare a meno anche dell’acciaccato Sanchez, è intenzionato a proporre Ivan Perisic in attacco al fianco di Lautaro Martinez.

Il croato è infatti in vantaggio su Pinamonti per una maglia da titolare. Alle loro spalle agirà sulla trequarti Christian Eriksen. A centrocampo possibile turno di riposo per Vidal con il ritorno in campo di Gagliardini al fianco di Barella. Darmian e Hakimi sulle fasce, difesa inedita con De Vrij, Ranocchia e Kolarov davanti a capitan Handanovic.


Ecco le probabili formazioni:

INTER (3-4-1-2): Handanovic; De Vrij, Ranocchia, Kolarov; Hakimi, Barella, Gagliardini, Darmian; Eriksen; Lautaro, Perisic.

PARMA (4-3-1-2): Sepe; Iacoponi, Gagliolo, Osorio, Pezzella; Grassi, Cyprien, Kurtic; Kucka; Cornelius, Gervinho
 

Roberto57

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Inter-Parma 2-2, Marotta sugli arbitri: «Rigore palese su Perisic, la Var deve cambiare»​

L’Inter pareggia 2-2 contro il Parma grazie a un gol nei minuti finali di Perisic, ma protesta per la mancata concessione di un calcio di rigore nel secondo tempo (sul punteggio di 2-1 per i ducali), per un contatto tra lo stesso esterno croato e Balogh. «Sulla nostra prestazione non ci sono alibi, non è stata una buona partita ma di quello ne parlerà Conte. Oggi però ci manca un rigore nettissimo, l’errore è stato palese» le parole dell’amministratore delegato nerazzurro Beppe Marotta a Sky Sport.

Troppi errori​

Lo sfogo del dirigente dell’Inter non è diretto solo all’arbitro dell’incontro Piccinini, è più profondo e va ad attaccare le modalità di utilizzo del Var: «Intervengo per denunciare il vuoto normativo e regolamentare sul Var, che interviene solo in caso di chiaro errore dell’arbitro. Questo non giustifica un susseguirsi di valutazioni sbagliate. Ci può stare che l’arbitro, che deve stare attento a tantissime cose durante una gara, possa perdersi un episodio, ma il Var in certe occasioni deve intervenire. Dopo sei giornate possiamo fare queste valutazioni — ha aggiunto Marotta — ed è giusto farle quando il mancato intervento della tecnologia influisce sul risultato finale. Tutti i club a turno vengono penalizzati, ma gli errori sono reiterati. Oltre a questa sera, manca un rigore clamoroso non dato in Benevento-Inter».

Vuoto normativo​

L’a.d. si concentra poi sulla poca comunicazione tra l’ambiente arbitrale e le società di serie A: «Noi siamo sempre stati favorevoli alla tecnologia, ma il supporto tecnologico deve limitare gli errori. In casi come questi il Var deve intervenire. Sono qui per denunciare un vuoto normativo e regolamentare sull’utilizzo della tecnologia, ed è giusto che la classe arbitrale stia più attenta. Ci vogliono più momenti di confronto con società e giocatori, per spiegare meglio le modifiche regolamentari: così si avrebbe più comunicazioni e meno tensioni».

Contro le Nazionali​

Poco prima dell’inizio della gara lo stesso Marotta si era espresso in modo critico sui tanti impegni con le Nazionali che vedono coinvolti i calciatori, chiedendo «maggiore rispetto nei confronti dei club». «Non voglio boicottare le manifestazioni, dico però che un giocatore per rispondere alle convocazioni delle Nazionali deve essere in una condizione psico-fisica idonea per farlo. Se un calciatore è già affaticato è meglio che rimanga a casa, per il bene di tutti».
Operazione rimonta completa. Ancora a San Siro e ancora nei minuti finali. Dici "remuntada" e pensi all'Inter. Cuore nerazzurro pure oggi, da 0-2 a 2-2 contro il Parma. Merito di Perisic stavolta, ma la stagione nerazzurra - fin qui - ha visto anche altri protagonisti. Perché l'Inter è la terza volta che rimonta uno svantaggio. In due occasioni ha pareggiato 2-2 (Borussia M'Gladbach in Champions e oggi contro il Parma), in un'altra ha vinto 4-3 (con la Fiorentina al debutto stagionale).

 

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