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☼ ☼ INTER 2019-2020 - E ALTRO ☼ ☼

Roberto57

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Coppa Italia, Sabato 13 Giugno c’è Inter-Napoli: Conte recupera 2 giocatori


Il Napoli si prepara a tornare in campo. Gli azzurri saranno infatti in campo per la Semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’Inter di Antonio Conte. I nerazzurri sperano di arrivare a giocarsi la Finale al San Paolo nelle migliori condizioni possibili. Sono infatti possibili i recuperi di Diego Godin e Matias Vecino, gli unici due acciaccati nella rosa nerazzurra.


Secondo quanto riportato da Sky Sport infatti, gli unici due giocatori ad oggi in dubbio per il match di Coppa Italia sarebbero Godin e Vecino. Ma sia il difensore che il centrocampista avrebbero buone chances di recupero, stando alle ultime indiscrezioni giunte da Appiano Gentile.


Nel Napoli invece l’unico indisponibile per la delicata partita di Coppa Italia dovrebbe essere Kostas Manolas, che sarà con ogni probabilità rimpiazzato dal rientrante Kalidou Koulibaly. Gennaro Gattuso confida di restituire sicurezza e brillantezza al forte centrale senegalese, che quest’anno finora non ha brillato.


La partita si disputerà Sabato 13 Giugno alle ore 20.45. I tifosi potranno seguire il match di Coppa Italia in chiaro sulla RAI. Una Semifinale di Ritorno che si preannuncia ricca di emozioni, nonostante uno Stadio San Paolo deserto. Si giocherà infatti a porte chiuse, causa Emergenza Coronavirus. Ma tutto fa pensare che sarà partita vera. In palio c’è infatti la Finale di Tim Cup. Nessuno in campo vorrà sfigurare e l’obiettivo più concreto per il Napoli in questa stagione sembra proprio la Coppa Italia. Dunque, appuntamento assolutamente imperdibile per i tifosi azzurri:
Sabato 13 Giugno si torna a fare sul serio!
 

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Inter News....
09 giugno 2020 - 15:45

Padovan: “Inter comincia ad essere prevalentemente italiana. Con i soldi di Lautaro…”

Le parole del collega a proposito della strategia del club di viale della Liberazione

Ospite di Sky Sport, Giancarlo Padovan ha parlato dell’intenzione dell’Inter di puntare su giovani italiani: “Bisogna dare un’identità alla squadra e la si dà se si prende un gruppo di giocatori indigeni. La scelta di allestire un gruppo di giovani italiani ma già maturi è azzeccata. L’Inter è una squadra che comincia ad essere prevalentemente italiana. Con i soldi di Lautaro si possono fare tante cose dal mio punto di vista. Si può prendere un pezzo pregiato, bisogna vedere quale perché Cavani pare stia sfuggendo un pochino dai radar nerazzurri.
 

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COPPA ITALIA


“GRAZIE A VOI, RIPARTIAMO”: LA LEGA SERIE A RINGRAZIA IL PERSONALE DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE IN OCCASIONE DELLE SEMIFINALI DI COPPA ITALIA

Prima del fischio di inizio delle gare previsto anche il minuto di raccoglimento per le vittime del Covid-19.
Un progetto sociale in collaborazione con il Ministero della Salute



Il calcio riparte con le due semifinali di Coppa Italia, Juventus-Milan e Napoli-Inter, dopo uno stop di oltre tre mesi all’attività sportiva causato dall’emergenza Covid-19.


Per commemorare tutte le vittime di questa pandemia sarà osservato prima del calcio di inizio delle due semifinali, in diretta tv RAI1, un minuto di silenzio, al termine del quale le squadre e gli ufficiali di gara rivolgeranno un applauso a tre professionisti del Servizio Sanitario Nazionale presenti sul terreno di gioco insieme con i calciatori.


I tre sanitari rappresenteranno simbolicamente tutto il personale sanitario del Ssn, medici, infermieri, professionisti, operatori, ricercatori e tutti coloro che si sono impegnati nella lotta contro Covid-19. È a loro che il mondo del calcio vuole rivolgere il suo grande ringraziamento.


Fin dall’inizio della pandemia, la Lega Serie A e i venti Club associati sono scesi in campo insieme, come un’unica squadra, per sostenere il Servizio Sanitario Nazionale. Tutte le iniziative messe in atto dalle Società vengono raccontate attraverso la campagna social #WEAREONETEAM – TIFIAMO TUTTI PER LA STESSA SQUADRA, patrocinata da Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e Protezione Civile.
 

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Il calcio riparte senza gol. Niente impresa per il Milan in 10. Juve in finale, ma CR7 è l’ombra di se stesso


Ronaldo sbaglia un rigore e i rossoneri restano con un uomo in meno (rosso a Rebic), ma i bianconeri perdono efficacia nella ripresa e rischiano nel finale

Bentornato calcio, bentornata vita dopo troppo dolore. Bentornato pure al corredo di cose che ci è mancato così tanto: rigori, pali, Var e polemiche. E bentornate Juve e Milan: la prima, senza infamia e senza lode, in finale di Coppa Italia; la seconda eliminata dopo una partita sulle barricate e giocata tutta in salita. Alla fine, ne esce uno 0-0 modesto, il più italiano dei risultati: per lo spettacolo rivolgersi altrove, ma non era l’aspetto più importante della serata.

NUOVA VITA - Dopo 95 giorni e oltre 34mila vittime, il pallone è tornato a scivolare e, se ci si sforza, tutto sembra (quasi) come prima: è la solita Juve, che produce ma non punge, e il Milan, nobile decaduta con tanti limiti tecnici. Il tutto in un contorno spettrale: non ci sono i tifosi a far festa, ma a inizio partita quei tre operatori sanitari fermi come statue greche nel silenzio, simbolo di tutti gli eroi di questo tempo, sono lì a ricordarci un enorme lutto collettivo: i giocatori, emozionati come mai mentre battono le mani, sembrano averlo capito.

LE SQUADRE - Poi è solo il campo e le sue sorprese a parlare: il tridente bianconero, mai visto dall’inizio, ha un incastro diverso da quello atteso. C’è Cristiano a far da centravanti, con Dybala alla sua destra e l’imprevedibile Douglas dall’altro lato: Sarri ha in testa Ronaldo in quella posizione da un anno circa, ma l’opera di convincimento finora non aveva mai portato risultati. Il Milan sceglie il trio Paquetà, Calhanoglu, Bonaventura dietro a Rebic, ma è l’atteggiamento differente tra le due squadre a segnare il match. L’occupazione militare della metà campo milanista è, soprattutto all’inizio, imbarazzante: sembra che ci sia solo Juve in campo, con una prima occasione per Douglas al primo minuto e una pioggia di cross. Tutto tranne che noia, con l’arbitro Orsato che ha la possibilità di aggiungere altro pepe: un rigore dato (con Var) e sbagliato, questa sì una novità, da Cristiano, e subito dopo un rosso in faccia a Rebic per una sconsiderata entrata da kung fu sul costato del povero Danilo.

IL CAMPO - Non che prima avesse dato segni di particolare vitalità, ma in dieci il Milan non può che boccheggiare di più: l’assembramento arretra fino all’area piccola. Col tempo, però, i rossoneri finiscono per togliersi un po’ di ansia e per mettere ogni tanto il naso dall’altro lato. Nel complesso, nel primo tempo il dominio di Sarri finisce per essere tanto evidente quanto sterile: al momento del raccolto, tornano i vecchi problemi. La squadra di Pioli riesce a stare in piedi nella tormenta, è questo è un merito: consapevole dei propri limiti, salva la faccia ma per provare ad arrivare in Europa servirà tutt’altro coraggio. Quello di Romagnoli, ad esempio, che gestisce con lucidità anche le situazioni più delicate. Sarri ha ritrovato la sua squadra a metà del guado, qualificata, promettente ma inconcludente: può godersi un ottimo Bentancur, centrocampista “totale” da mezzala, ma non Ronaldo, che è la controfigura di se stesso. Non tanto per il rigore fallito, ma per qualche appoggio sbagliato di troppo e scatti in ritardo.

QUANTI CAMBI - Una delle novità del calcio post-covid sarà la possibilità di fare cinque cambi ed è Sarri il primo a usare tutte le potenzialità: dopo un quarto d’ora nel primo tempo ne mischia tre in una volta solo, Khedira-Rabiot-Bernardeschi per Pjanic-Matuidi-Douglas, e a quel punto la squadra diventa più fisica e Benta torna nel ruolo di regista. Leao è il primo cambio di Pioli e, permette di ridare un riferimento nel deserto. Alla fine la qualificazione rimane in bilico fino al ’94: mentre la Juve si spegne dopo tanto palleggio, sotto sotto i rossoneri sperano di fare il più incredibile dei colpacci. No, a Roma ci va la Juve per la finale di mercoledì. Per il primo gol di questo nuovo calcio bisognerà aspettare Napoli-Inter di oggi, ma veder correre 22 giocatori rende tutti già felici.
 

Roberto57

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Diretta Napoli-Inter ore 21: probabili formazioni

Dalla sfida tra la squadra di Gattuso e i nerazzurri uscirà il nome della seconda finalista di Coppa Italia che affronterà la Juve all'Olimpico il 17 giugno. Si parte dall'1-0 dell'andata firmato Fabian Ruiz

NAPOLI - A oltre 4 mesi di distanza dal match d'andata (12 febbraio), stasera alle ore 21, in uno stadio San Paolo senza pubblico, Napoli e Inter si contenderanno il pass per la finale di Coppa Italia. Dalla sfida tra gli azzurri di Rino Gattuso e i nerazzurri di Antonio Conte uscirà il nome della seconda finalista della coppa nazionale dopo che ieri la Juve ha conquistato il primo slot pareggiando 0-0 all'Allianz Stadium contro il Milan (all'andata al Meazza era finita 1-1). Il Napoli dovrà difendere il risultato della gara d'andata quando una splendida rete di Fabian Ruiz permise ai partenopei di uscire imbattuti dal Meazza.

Napoli-Inter: le probabili formazioni

NAPOLI (4-3-3): Ospina; Di Lorenzo, Koulibaly, Maksimovic, Mario Rui; Allan, Demme, Zielinski; Politano, Mertens, Insigne. ALL.: Gattuso.

A DISP.: Meret, Karnezis, Malcuit, Luperto, Hysaj, Ghoulam, Elmas, Callejon, Fabian Ruiz, Lozano, Llorente, Milik.


INTER (3-4-1-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Candreva, Barella, Brozovic, Young; Eriksen; Lukaku, Lautaro Martinez. ALL.: Conte.

A DISP.: Padelli, Berni, Ranocchia, Pirola, Biraghi, Moses, Asamoah, Borja Valero, Gagliardini, Sensi, Sanchez, Esposito.


ARBITRO: Rocchi di Firenze.
 

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TIRERO' L'ACQUA AL MIO MULINO MA SECONDO ME ABBIAMO GIOCATO MEGLIO.
PURTROPPO IL RISULTATO NON CI HA DATO RAGIONE


Napoli-Inter 1-1, cinque dati statistici che potresti non sapere


Napoli-Inter conferma, purtroppo, il lungo digiuno dei nerazzurri dai trofei. L’eliminazione in semifinale prolunga l’astinenza, che dura proprio dalla Coppa Italia conquistata il 29 maggio 2011. In quella stagione arrivò anche l’ultima qualificazione dopo aver perso all’andata, come ricorda una delle statistiche sulla partita di ieri.


TRE
– Le eliminazioni consecutive in semifinale di Coppa Italia. Prima di ieri le due precedenti risalivano al 2013 contro la Roma (sconfitte per 2-1 e 2-3) e al 2016 contro la Juventus (doppio 3-0 e KO ai rigori al Meazza).


TRE – Le sostituzioni effettuate contemporaneamente dall’Inter. Non si vedeva dall’11 settembre 2016, quando a Pescara Frank de Boer aveva mandato in campo assieme Éder Citadin Martins, Rodrigo Palacio e Stevan Jovetic. Nella circostanza la mossa era servita per ribaltare il punteggio da 1-0 a 1-2.


CINQUE – I cambi effettuati da Antonio Conte in Napoli-Inter, il massimo possibile come da nuova regola transitoria. È ovviamente un record, solo in una circostanza ce n’erano stati quattro da parte dei nerazzurri: sempre in Coppa Italia, il 31 gennaio 2019 contro la Lazio (due nei tempi regolamentari e due nei supplementari).


NOVE – Gli anni passati dall’ultima volta che l’Inter ha passato il turno dopo aver perso la gara d’andata. Il 15 marzo 2011, in Champions League contro il Bayern Monaco, il 2-3 dell’Allianz Arena ribaltò lo 0-1 del Meazza. Poi, nelle sette successive circostanze (Napoli-Inter incluso) dove è arrivato un KO nella prima partita, è sempre stata eliminazione.


TREDICI – Gli anni dopo cui si è rivisto un gol direttamente da calcio d’angolo di un giocatore dell’Inter. Prima di Christian Eriksen nell’impresa c’era riuscito Alvaro Recoba, il 29 aprile 2007 contro l’Empoli.
 

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Conte assolve l'Inter: "È la strada giusta"

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Dopo l'eliminazione dalla Champions League l'Inter vede sfumare un altro obiettivo. La corsa in Coppa Italia si ferma in semifinale, ma anche se l'1-1 in casa del Napoli non è bastato per la qualificazione, Antonio Conte promuove la prestazione della squadra commentando la partita ai microfoni di 'Rai Sport': "Nelle due partite, avremmo meritato molto di più. Se c'era una squadra che avrebbe meritato la finale questa era l'Inter. Stasera ho pochissimo da rimproverare ai ragazzi, è questo il calcio che vogliamo fare sia in fase di possesso che di non possesso. Abbiamo creato tanto, forse dovevamo essere più cattivi sotto porta, ma Ospina è stato strepitoso. Dispiace per il gol subito, che è stata davvero una leggerezza che potevamo evitarci, ma sono soddisfatto: questa è la strada che vogliamo e che abbiamo intrapreso".


"Abbiamo fatto noi la partita, in lungo e in largo - ha aggiunto Conte - Le statistiche parlano chiaro: noi abbiamo dominato e il migliore in campo è stato il loro portiere. Il Napoli ha giocato in modo chiuso, per difendere e ripartire. Eppure abbiamo creato tantissimo, quindi tutti hanno fatto un buon lavoro. Eriksen? Sono molto contento, si sta inserendo e si vedono i risultati".


Promossa la prestazione di Eriksen, non solo per il gol: “Oggi abbiamo fatto il 3-4-1-2, poi magari in tv si è vista un'altra cosa... In fase di non possesso aveva un riferimento chiaro che era Demme. Non deve fare tanti metri, poi lui è uno che corre tanto, durante le partite percorre
 

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Il "caso" Lautaro e le "mazzate" di Conte: l'Inter è sempre l'Inter

Antonio Conte l'ha sempre saputo. Il concetto è stato ripetuto più volte dall'allenatore salentino in questi primi mesi di Inter. "Conosco il giochino: ci state alzando perché poi ci darete la mazzata appena qualcosa andrà storto", ripeteva a inizio stagione dopo ogni vittoria. E le mazzate sono arrivate, eccome se sono arrivate.
Sono bastati 90 minuti dopo tre mesi di stop per far riemergere le insane vecchie abitudini. L'Inter esce dalla Coppa Italia dopo l'1-1 del San Paolo: un'eliminazione amara, certamente, ma che andrebbe analizzata più a fondo prima di appioppare etichette disfattiste. Tutto si può dire, ma non che i nerazzurri siano stati inferiori al Napoli nei 180 minuti. Anzi. Soprattutto al San Paolo, Handanovic e compagni hanno dimostrato di essere superiori all'avversario, pagando la mancanza di imprecisione davanti la porta. E se all'andata la muraglia del 4-5-1 di Gattuso aveva effettivamente congelato le velleità interista, nel ritorno le occasioni per ribaltare la qualificazione sono state tantissime. Capita, è il calcio. Ma alzi la mano chi possa dirsi deluso per l'approccio, il gioco, lo stato psico-fisico e la voglia mostrate dalla squadra sabato sera. A dirla tutta, le risposte ricevute da Conte sono state ottime nella stragrande maggioranza dei casi, sia a livello singolo che globale.
Chi ha davvero fatto male è stato Lautaro Martinez. Ed è inutile nasconderlo. L'argentino è apparso più ingessato dei compagni, molto meno brillante e anche piuttosto impreciso nelle scelte. Il Toro si è visto pochissimo: poche sponde, poca difesa del pallone, pochissime conclusioni serie. Insomma, l'ex Racing sembra l'elemento più in ritardo fra tutti, anche considerando poi l'impatto più che positivo avuto da Alexis Sanchez nella ripresa: pensare al cileno titolare contro la Samp al fianco di Lukaku non è eresia. Ma da qui a parlare di “caso” ce ne passa. Un conto è giudicare negativa in modo oggettivo la performance di Lautaro sabato sera, un altro innescare discorsi teorici facendo sponda col calciomercato. "Caso Lautaro", abbiamo letto all'indomani del match. "Lautaro in Barça", "Lautaro con la testa alla Catalogna", "Problema Lautaro", "Lautaro non è più lui", "Lautaro pensa già a Messi". Una sequela di illazioni tanto scontate quanto superficiali. E sfatiamo questa storia che "Lautaro non segna più". L'ultimo suo gol è quello al Cagliari e risale al 26 gennaio. Poi? Nelle seguenti 9 gare, l'argentino è sceso in campo in 6 occasioni, delle quali solo 2 in Serie A (con Lazio e Juve, non propriamente avversari semplici a cui fare gol). Per il resto, prima della gara del San Paolo, dopo l'assist e una prestazione più che buona nel 2-1 contro la Fiorentina (quarti di Coppa Italia), il Toro ha giocato sotto tono nell'andata di coppa col Napoli (come tutta la squadra) ed è rimasto a secco nella trasferta di Razgrad contro il Ludogorets in Europa League. Un po' poco per parlare di "caso", non vi pare? Sottolineate in precedenza le mancanze di Napoli, vanno concesse a Lautaro anche le attenuanti generiche: non solo una condizione comprensibilmente non al meglio, ma anche uno schieramento dell'avversario tutt'altro che favorevole alle punte. Lukaku è senz'altro apparso più vivo, ma anche il belga ha faticato a emergere dinanzi al muro di Gattuso. Che le sirene di mercato possano condizionare un giocatore è fuori dubbio. Parlare di "caso", in questo momento e analizzando bene tutti i fatti, è del tutto fuori luogo.
Ma d'altronde l'Inter è sempre l'Inter. La crisi è dietro ogni angolo. E se non si può parlar male di Eriksen (molto bene a Napoli non solo per il gol) e se non si può parlar male di Conte (ok l'esperimento del 3-4-1-2 e pure tutto il resto dopo mesi di stop forzato), allora è fisiologico che ci si ingegni nello scovare una qualche argomentazione che inneschi turbative. Quelle che l'allenatore nerazzurro chiama "mazzate". Eccole.
 

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Prossima partita

dom 21 giu 2020 21:45


Inter
VS
Sampdoria
Inter Sampdoria
 

Roberto57

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Classifica


Juventus 63

Lazio 62

Inter (-1) 54

Atalanta (-1) 48

Roma 45

Napoli 39

Milan 36

Hellas Verona (-1) 35

Parma (-1) 35

Bologna 34

Sassuolo (-1) 32

Cagliari (-1) 32

Fiorentina 30

Udinese 28

Torino (-1) 27

Sampdoria (-1) 26

Genoa 25

Lecce 25

Spal 18

Brescia 16
 

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IO STASERA TIFO NAPOLI :cool:


Diretta Napoli-Juve ore 21: probabili formazioni

L'Olimpico di Roma sarà il teatro della finale di Coppa Italia: Sarri sfida il suo passato, Gattuso a caccia del primo trofeo da allenatore


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ROMA - Cinque giorni dopo la ripresa del calcio giocato in Italia, si assegna il primo titolo: la Coppa Italia. A contenderselo saranno la Juventus, che ha eliminato il Milan venerdì 12 giugno con lo 0-0 dell'Allianz Stadium, ed il Napoli, che ha avuto la meglio dell'Inter grazie all'1-1 del San Paolo, con Mertens che ha risposto ad Eriksen, diventando il bomber più prolifico della storia del club. Maurizio Sarri cercherà di incrementare ulteriormente il palmares bianconero (che conta già 13 trofei nazionali nella propria bacheca), e lo farà contro la sua ex squadra, mentre Gattuso è a caccia del primo titolo da allenatore.

Napoli-Juventus: le probabili formazioni

NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Mario Rui; Fabian Ruiz, Demme, Zielinski; Callejon, Mertens, Insigne. All. Gattuso.

JUVENTUS (4-3-3): Buffon; Danilo, De Ligt, Bonucci, Alex Sandro; Khedira, Bentancur, Matuidi; Cuadrado, Dybala, Cristiano Ronaldo. All.: Sarri.

ARBITRO: Rocchi di Roma.

ASSISTENTI: Paganessi e Alassio.

IV UOMO: Calvarese.

VAR: Irrati

AVAR: Schenone.
 
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