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Frate Indovino

SAN JOSEMARÍA ESCRIVÁ fondatore dell’Opus Dei
Josemaría Escrivá nacque in Spagna e lì fu ordinato sacerdote. Nel 1927, iniziò a Madrid un instancabile lavoro di apostolato dedicato ai poveri e ai malati nelle borgate e negli ospedali. Nel 1928, ricevette una speciale illuminazione divina e fondò l'Opus Dei a cui si dedicò con grande fervore, affinché si aprisse nella Chiesa una nuova via per la ricerca della santità. Oggi, l’Opus Dei è un'istituzione della Chiesa che promuove fra i cristiani di tutte le condizioni sociali una vita coerente con la fede in mezzo al mondo attraverso la santificazione delle opere quotidiane: il lavoro, la cultura, la vita familiare. Dopo la morte, nel 1975, molte testimonianze dimostrano dei favori spirituali e materiali attribuiti all'intercessione del Santo.SmartSelect_20220626-115411_Facebook.jpg
 
SAN CIRILLO D’ALESSANDRIA dottore della Chiesa
Cirillo nacque nel 370 e, ancora giovane era al fianco dello zio Teofilo, patriarca di Costantinopoli. Alla morte di Teofilo, nel 412, Cirillo gli succedette sulla cattedra patriarcale di Alessandria e sua preoccupazione principale fu di combattere gli avversari del Cristianesimo e di impegnarsi nelle controversie religiose sorte dall’interno della Chiesa cristiana. Sul piano teologico, egli portò avanti la lotta insistendo sulla divinità del Verbo quale soggetto unitivo anche dell’umanità assunta, il Cristo o Verbo incarnato. In polemica con Nestorio, Cirillo afferma che non si può dividere l’unico Signore Gesù Cristo in uomo e in Dio. Ma, dice, c’è un solo Gesù Cristo, tenendo presente la differenza delle nature e conservandole entrambe senza confonderle. In tale unità il Verbo lega a sé l’intera umanità. Affermando le due nature complete e non confuse nell’unico soggetto del Logos, il patriarca, difese l’attribuzione del titolo di Maria “Madre di Dio”, “Theotokos”. Nestorio, distingueva nettamente la natura umana e quella divina di Gesù, così preferiva per Maria il titolo di “Madre dell’uomo” o di “Madre di Cristo”. Invece, Cirillo spiegava che Maria non aveva partorito un uomo come tutti gli altri, ma il Figlio di Dio fatto uomo: Lei dunque è veramente “Madre del Signore” e “Madre di Dio”. Colei che ha fatto nascere il Dio che è apparso per noi, si deve chiamare “Madre di Dio”, affermava. Cirillo d’Alessandria è conosciuto come il dottore dell’Incarnazione e della Madre di Dio e la sua teologia fu riconosciuta e approvata al Concilio di Efeso del 431. Fu poi proclamato Dottore della Chiesa.SmartSelect_20220627-081515_Facebook.jpg
 
SANT’IRENEO DI LIONE vescovo (28 giugno)
Ireneo, in greco significa “Pacifico”, nacque a Smirne verso l’anno 130. È uno dei più grandi teologi del II secolo. In gioventù ascoltava e seguiva il vescovo della città san Policarpo, il quale era stato discepolo dell’apostolo Giovanni. Durante la persecuzione ordinata da Marco Aurelio, Ireneo si trovava a Lione come presbitero di quella Chiesa a servizio del vescovo Potino. Quando, nel 177, il vescovo Potino morì in carcere per i maltrattamenti subiti, egli gli succedette, ereditando una chiesa martirizzata e decimata dei suoi sacerdoti e dei fedeli a causa delle persecuzioni. Fu certamente un grande pastore. Ireneo si trovò a governare come unico vescovo la Chiesa dell'intera Gallia e lavorò per estendere il cristianesimo in tutta la provincia. Imparò le lingue dei barbari per evangelizzare le popolazioni celtiche e germaniche, con amore di padre, preoccupandosi di ogni pecorella. Dovette intervenire nella controversia circa la data di celebrazione della Pasqua: le Chiese dell’Asia la festeggiavano il 14 del mese di Nisan (marzo), mentre a Roma la si celebrava sempre in data mobile, la domenica dopo il plenilunio di primavera. Il papa Vittore I lanciò la scomunica per le comunità di tutta l’Asia. I vescovi, tra cui Ireneo, scrissero al Papa invitandolo ad avere cura della pace, dell’unione e della carità. Le Chiese dell’Asia col tempo si uniformarono alla data romana. La sua opera più grande è lo studio che egli fece di tutte le eresie, per poterle combattere e assicurare il trionfo della fede. Il suo studio è raccolto in un trattato, “Adversus haereses”, “Contro le eresie”, in cui smaschera le false dottrine. Inoltre, grande valore hanno le sue testimonianze sull’Eucaristia e su Maria. Probabilmente, Ireneo morì martire verso il 202.FB_IMG_1656395800005.jpg
 
SANTI PIETRO E PAOLO apostoli
La tradizione ci dice che Pietro e Paolo morirono martiri nello stesso giorno, il primo crocifisso e il secondo decapitato.
Simon Pietro è il semplice pescatore, il più impulsivo degli apostoli, a cui Gesù promette che diventerà pescatore di uomini. Fu il primo che toccato dallo Spirito riconobbe in Gesù il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Fu preso da paura durante la cattura di Gesù e lo rinnegò tre volte. Pianse pentito, ma dovette assistere impotente alla Passione del Maestro. Ma, con ardore, raccolse i discepoli dispersi nel cenacolo con Maria e ricevuto lo Spirito Santo predicarono il Vangelo alle genti. Ricevette da Gesù il mandato di edificare la Chiesa, primo Papa, guida dei primi cristiani nel periodo cruciale per l’affermazione nel mondo pagano dei principi del Cristianesimo.
Saulo, detto Paolo, era conosciuto, tra i cristiani, come il più temibile dei loro persecutori. Fanatico, feroce li stanava e li buttava in prigione. Li inseguì a Damasco, dove si rifugiavano, ma lungo la strada il Signore lo fece cadere da cavallo. Si trovò nella polvere, cieco e così fu condotto a Damasco per mano. Niente più sicurezze, niente più orgoglio, niente ordini da impartire, niente uomini da inseguire, solo gli occhi chiusi rivolti al cielo. Dopo tre giorni di vicinanza con la comunità cristiana, Anania lo guarì aprendo i suoi occhi, ma anche il cuore. Paolo, apostolo delle genti, come Pietro iniziò a seguire il Maestro.SmartSelect_20220629-085151_Facebook.jpg
 
PROTOMARTIRI DELLA SANTA CHIESA DI ROMA martiri
I Protomartiri della Santa Chiesa di Roma sono le vittime della persecuzione che Nerone decise contro i cristiani e che perirono a causa dell'incendio di Roma del 19 luglio 64. A Roma si diffuse la voce che l'incendio fosse stato doloso, così Nerone fece ricadere le accuse a lui rivolte sulla piccola e pacifica comunità di cristiani, punendoli con pene terribili. Nerone fu l’iniziatore dell'assurda ostilità del popolo romano, fino ad allora tollerante in materia religiosa, nei confronti dei cristiani. Egli colpì con ferocia i presunti incendiari: si legge di uomini trasformati in fiaccole umane, cosparsi di pece e lasciati ardere per illuminare la notte, o donne e bambini vestiti con pelli di animali e lasciati in balia delle bestie feroci nel circo. La crudeltà fu tale che un senso di pietà affiorò nel popolo romano, perché si comprendeva che erano eliminati non per il bene pubblico, ma per soddisfare la crudeltà di un individuo.
Si desidera celebrare, oggi, la memoria di tutti quei martiri che non hanno potuto avere un posto nella liturgia.SmartSelect_20220630-080908_Facebook.jpg
 
SAN TOMMASO apostolo
Tommaso, uno dei dodici apostoli, lo troviamo al seguito di Gesù che decide di tornare e salutare l’amico Lazzaro ormai morto. Tommaso, pur conoscendo i rischi del rientro in Giudea, è fedele al Maestro e lo segue a Betania. L’apostolo, talvolta, ha difficoltà a comprendere il livello comunicativo di Gesù e, quando è confuso o non gli è facile credere, non finge e con candore e schiettezza obietta e fa domande. E provoca in Gesù chiarimenti e risposte importanti. Non è un discepolo tiepido. Quando dichiara di voler verificare lui stesso che Gesù è risorto (nell’episodio che ce lo fa ricordare da sempre), immediata è poi la sua professione di fede – “Mio Signore e mio Dio” – semplice, accorata, totale. Gesù che non aveva mai concesso segni risponde a Tommaso, rivelando la sua divinità. Tommaso partì missionario e, probabilmente, morì martire in India.SmartSelect_20220703-082634_Facebook.jpg
 
SANTA ELISABETTA DEL PORTOGALLO regina
Nacque a Saragozza (Spagna), nel 1271. Figlia del re Pietro III d’Aragona, a soli 12 anni venne data in sposa a Dionigi re del Portogallo, da cui ebbe due figli, Alfonso e Costanza. Egli non fu un buon marito, perché abbandonatosi presto all’infedeltà, ebbe diversi figli illegittimi, ma Elisabetta seppe dare testimonianza cristiana, arrivando ad avere cura dell’educazione anche dei figli naturali del marito. Il tempo libero lo impegnava a confezionare suppellettili per le chiese povere, con l'aiuto delle dame di corte. Alle buone opere, quando ne veniva a conoscenza, ella contribuiva con generosità. Al suo elemosiniere aveva dato ordine di non mandare mai via nessun bisognoso a mani vuote. Svolse opera pacificatrice in famiglia e, come consigliera del marito, riuscì a spegnere le tensioni tra Aragona, Portogallo e Castiglia. Ma soprattutto, mise pace tra il marito e il figlio che si era ribellato al padre, evitando uno scontro armato. Alla morte del marito a causa di una malattia che lei stessa aveva curato, donò i propri beni ai poveri e divenne terziaria francescana. Entrò nel monastero delle clarisse a Coimbra e terminò la sua vita consumata dalle penitenze e nel tentativo di portare pace tra il figlio Alfonso IV e il genero di questi, Alfonso XI di Castiglia.SmartSelect_20220704-085259_Facebook.jpg
 
SANT’ANTONIO MARIA ZACCARIA religioso
Antonio Maria nasce a Cremona nel XVI sec., si laurea in medicina, ma ama spiegare il Vangelo a grandi e piccoli. Viene consacrato prete e, come cappellano della contessa Ludovica Torelli, si trasferisce a Milano. Nella contessa e alcuni suoi amici milanesi trova il sostegno per alcune iniziative di carattere religiose. Antonio Maria dà origine a tre opere, tutte intitolate a san Paolo. Egli fonda una comunità di preti soggetti a una regola comune, i Chierici regolari di San Paolo, che verranno chiamati Barnabiti, dalla chiesa di San Barnaba, loro prima sede. Poi, fonda le Angeliche di San Paolo, primo esempio di suore fuori clausura, ma il Concilio di Trento non accoglierà questa novità. Inoltre, crea i Maritati di San Paolo, laici sposati a cui vengono affidati impegni apostolici. Denunciato come eretico e ribelle sarà processato a Roma e verrà assolto. Durante un viaggio per una missione di pace, Antonio Maria muore a poco più di 36 anni.SmartSelect_20220705-080804_Facebook.jpg
 
SANTA MARIA GORETTI vergine e martire
Maria Goretti, nacque nel 1890, terzogenita di sette figli. I genitori erano braccianti agricoli e stentavano nel vivere quotidiano con una famiglia numerosa, così decisero di cercare lavoro altrove scegliendo di spostarsi nell’Agro Pontino, nel Lazio. Mentre i genitori si occupavano del lavoro massacrante dei campi, Maria accudiva alle faccende domestiche, tenendo in ordine la casa colonica, badando ai fratellini più piccoli e cercando sempre di non trascurare l’educazione religiosa. Il padre fu stroncato dalla malaria nella palude dove lavorava. Maria prese a confortare la mamma rimasta sola con la famiglia e con un lavoro da svolgere superiore alle sue forze. Per sopravvivere fu necessario associarsi con i Serenelli, vicini di casa, con cui divisero i lavori dei campi con quelli di casa e della fattoria. Maria aveva una personale e forte spiritualità, una devozione grande per il Signore, e sentiva profondo il concetto di difesa della purezza come dono di Dio. Così, quando Alessandro Serenelli, giovane diciottenne, cominciò a guardarla con occhi diversi e ad insidiarla, fu respinto dalla ragazza. Ma una mattina, respinto un’altra volta, fu colto da rabbia e colpì Maria ripetutamente a morte. Maria morì, a dodici anni, perdonando il suo assassino, dicendo che lo voleva con lei in Paradiso. In prigione, Alessandro si pentì e si convertì dopo aver sognato Maria che gli diceva che avrebbe raggiunto il Paradiso. Quando fu scarcerato, egli chiese perdono alla madre di Maria.tSmartSelect_20220706-065623_Facebook.jpg
 
SANTA VERONICA GIULIANI vergine

Veronica Giuliani (XVII-XVIII sec.) è una delle più grandi figure mistiche della storia. A diciassette anni ella riuscì a entrare nel Monastero delle Cappuccine di Città di Castello (Perugia). Percorse un cammino di penitenze e privazioni e Dio le elargì numerose grazie, doni, privilegi, visioni, estasi, carismi singolari, a lei sua "diletta". A causa dei fenomeni mistici che in lei si verificarono, fu controllata severamente dalle autorità della Chiesa, con punizioni, obbedienze difficili, castighi, ma ella conservava sempre una tranquillità indescrivibile e un umore gioioso. Gesù fece di suor Veronica la sua sposa mistica. In modo misterioso, ella riuscì a sperimentare tutti i martìri e gli oltraggi della Passione del Cristo, venendo così soddisfatta nella sua ardente brama
di patire per Lui. Alla sua morte, avvenuta dopo trentatré giorni di malattia, fu eseguita l’autopsia e nel suo cuore verginale furono trovati scolpiti gli emblemi della passione (il cuore era stato passato da parte a parte) così come li aveva descritti e persino disegnati per ordine del confessore nel suo diario spirituale.FB_IMG_1657343281883.jpg
 
SAN BENEDETTO DA NORCIA patrono d’Europa (11 luglio)

Benedetto nacque intorno all’anno 480 d.C. Fu mandato a Roma per la sua
formazione negli studi. Ma, il giovane Benedetto rimase disgustato dallo stile di vita
dissoluto di molti suoi compagni: egli voleva piacere a Dio solo. Così, si fece eremita
sul Monte Subiaco, dove trascorse un periodo di solitudine col Signore, tempo di
maturazione per lui. Egli era convinto che solo dopo aver riappacificato la propria
anima avrebbe potuto dire agli altri una parola utile per le loro situazioni di bisogno
ed essere un creatore di pace intorno a sé. Quando Benedetto entrò in una nuova
fase spirituale, si stabilì a Montecassino, dove fondò un monastero e compose la
Regola per l’Ordine da lui fondato, figlia della sua continua contemplazione di Dio.
La Regola si occupa della vita del monaco, simbiosi feconda tra azione e
contemplazione, “affinché in tutto venga glorificato Dio”. La vita monastica è scuola
di servizio del Signore e in essa hanno un ruolo determinante la lettura meditata
della parola di Dio e la lode liturgica, alternata con i ritmi del lavoro in un clima
intenso di carità fraterna e di servizio reciproco. Benedetto raccolse molti discepoli,
la sua Regola fiorì ed è considerata forza illuminante per lo sviluppo della civiltà
europea. A causa di ciò fu proclamato Patrono d’Europa.FB_IMG_1657518883931.jpg
 
SANT’ENRICO II imperatore
Enrico era figlio del duca Enrico II di Baviera, nacque a Bamberga nel 973, in una famiglia cristiana e ricevette una profonda formazione religiosa. Fu educato dallo stesso vescovo san Wolfgang. Enrico fu erede del padre e del cugino Ottone III, ricevendo la corona di Germania prima e d’Italia successivamente. Nel frattempo, il fratello Bruno fu nominato vescovo di Augusta e una delle sorelle scelse la vita monastica. Nel 1014, papa Benedetto VIII consacrò Enrico imperatore del Sacro Romano Impero. Egli fu sempre accanto al papa e, per il suo zelo religioso, attuò una riforma che coinvolgeva tutta la Chiesa: combatté la simonia, cioè l’acquisto delle cariche religiose e riaffermò il celibato dei sacerdoti. Inoltre, nel 1022, partecipò col papa al Concilio di Pavia, in cui furono emanati sette canoni contro il concubinato dei sacerdoti e la difesa dei patrimoni ecclesiastici. La sua fede lo condusse oltre: infatti, promosse l’introduzione della recita del Credo durante la celebrazione della Messa domenicale. Bello e intenso fu il rapporto con la moglie Cunegonda, anche lei canonizzata. Non ebbero figli, ma mai Enrico pensò di ripudiarla, secondo le usanze del tempo, né ebbe figli illegittimi. Enrico testimoniò il riconoscimento del valore del Sacramento del Matrimonio e dell’amore per la moglie.FB_IMG_1657689960913.jpg
 
SANT’ENRICO II imperatore
Enrico era figlio del duca Enrico II di Baviera, nacque a Bamberga nel 973, in una famiglia cristiana e ricevette una profonda formazione religiosa. Fu educato dallo stesso vescovo san Wolfgang. Enrico fu erede del padre e del cugino Ottone III, ricevendo la corona di Germania prima e d’Italia successivamente. Nel frattempo, il fratello Bruno fu nominato vescovo di Augusta e una delle sorelle scelse la vita monastica. Nel 1014, papa Benedetto VIII consacrò Enrico imperatore del Sacro Romano Impero. Egli fu sempre accanto al papa e, per il suo zelo religioso, attuò una riforma che coinvolgeva tutta la Chiesa: combatté la simonia, cioè l’acquisto delle cariche religiose e riaffermò il celibato dei sacerdoti. Inoltre, nel 1022, partecipò col papa al Concilio di Pavia, in cui furono emanati sette canoni contro il concubinato dei sacerdoti e la difesa dei patrimoni ecclesiastici. La sua fede lo condusse oltre: infatti, promosse l’introduzione della recita del Credo durante la celebrazione della Messa domenicale. Bello e intenso fu il rapporto con la moglie Cunegonda, anche lei canonizzata. Non ebbero figli, ma mai Enrico pensò di ripudiarla, secondo le usanze del tempo, né ebbe figli illegittimi. Enrico testimoniò il riconoscimento del valore del Sacramento del Matrimonio e dell’amore per la moglie.Vedi l'allegato 2237925
Seguo questo post e leggo le varie vicende legate ai vari santi per le quali faccio fatica a credere tanta assiduità ai loro credo e alle loro sofferenze. Poi in questo caso questo Enrico II imperatore che partecipa alla lotta al concubinato religioso e poi ha la moglie (canonizzata anche lei) che gli da dei figli illegittimi e malgrado tutto la ama e fa riconoscimento del sacramento del matrimonio.
 
SAN CAMILLO DE LELLIS religioso
Camillo (1550-1614) nacque in Abruzzo da nobile famiglia. Al seguito del padre, che era un ufficiale al servizio della Spagna, intraprese la vita militare e si diede poi al gioco.

Fu così che perse tutti i suoi averi e si ridusse a chiedere l’elemosina. Una crisi spirituale profonda cambiò la sua vita.
Costretto a un ricovero in ospedale a Roma, osservò lo stato di abbandono dei malati, a causa del personale indifferente e insufficiente. Egli stesso si mise a servire i sofferenti ed ebbe l’ispirazione di convocare un gruppo di amici che, consacratisi a Cristo Crocifisso, si dedicassero totalmente alle prestazioni verso gli ammalati.

Essi formeranno la Compagnia dei Ministri degli Infermi con il permesso di portare l’abito nero di cui elemento distintivo e privilegio è una croce di panno rosso sul petto. Nel frattempo, Camillo studiò e venne ordinato sacerdote, continuando a occuparsi dell’assistenza ai malati e ai poveri.
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