Novità

Frate Indovino

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Domenica 5 Settembre

23ª p.a. S. TERESA di Calcutta vergine
B. Fiorenzo martire

SANTA TERESA DI CALCUTTA vergine fondatrice (5 settembre)
Agnes Gonxha Bojaxiu
Gonxha era il suo nome di battesimo, nacque nel 1910 e ricevette una forte educazione religiosa. Sin da bambina l’amore per le anime era entrato nel suo cuore. All’età di diciotto anni, mossa dal desiderio di diventare missionaria, Gonxha lasciò la sua casa. In convento ricevette la formazione per prendere gli abiti religiosi, così nel 1937, fece la Professione dei voti perpetui col nome di suor Teresa e divenne: “la sposa di Gesù per tutta l’eternità”. Un giorno, l’ispirazione: Gesù le rivelò il desiderio del suo Cuore per le “vittime d’amore”, la sua sete per l’amore e per le anime. Chiese a Madre Teresa di fondare una comunità religiosa, le Missionarie della Carità, dedite al servizio dei più poveri tra i poveri. E, nel 1948, Madre Teresa indossò per la prima volta il sari bianco bordato d’azzurro per entrare nel mondo dei poveri. Si recava nei sobborghi per cercare e servire Gesù in coloro che sono “non voluti, non amati, non curati”. Presto si unirono a lei altre ragazze: la Congregazione delle Missionarie della Carità, ufficialmente riconosciuta, cominciò a fiorire e ad aprire case in altri Paesi. Grande fu l’attenzione del mondo sulle sue opere e la sua attività, quanto grande fu la sua testimonianza di amore ed umiltà nel compierle. Era un’anima piena della luce di Cristo, infiammata di amore per Lui, a cui fu affidata la missione di proclamare la dignità e la grandezza di ogni essere umano ed essere attenta alle necessità dell’umanità, specialmente dei più poveri tra i poveri.FB_IMG_1630823824676.jpg
 

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Mercoledì 8 Settembre

Natività della Beata Vergine Maria
S. Sergio I papa

NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA
Oggi, onoriamo la Natività della Madre di Dio. Il vero significato e il fine di questo evento è l'incarnazione del Verbo. Maria nasce, viene allattata e cresciuta per essere la Madre del Re dei re, di Dio. In realtà, l’aspetto meraviglioso di questa nascita è nella rilevante azione che Dio fa nell'attuazione del suo eterno disegno d'amore. Dall’eternità, il Padre opera per la preparazione della Tutta santa, di Colei che doveva divenire la Madre del Figlio suo, il Tempio dello Spirito Santo. Con Maria, dunque, è venuta l’ora del Davide definitivo, della instaurazione piena del Regno di Dio. Con la sua nascita prende forma il grembo offerto dall’umanità a Dio, perché si compia l’incarnazione del Verbo nella storia degli uomini. Maria bambina, infine è anche immagine dell’umanità nuova, quella da cui il Figlio suo toglierà il cuore di pietra per donarle un cuore di carne che accolga in docilità i precetti di Dio. In sintesi, possiamo dire che la Natività della Vergine è strettamente legata alla venuta del Messia, come promessa, preparazione e frutto della salvezza. Aurora che precede il Sole di giustizia, Maria preannunzia a tutto il mondo la gioia del Salvatore.FB_IMG_1631081231569.jpg
 

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Giovedì 9 Settembre

S. Pietro Claver sacerdote
S. Gorgonio martire

SAN PIETRO CLAVER sacerdote
Pietro nacque nel 1580 a Verdù, in Spagna, da Pietro e Anna, che gli diedero una educazione cristiana. Studiò a Barcellona e qui, il vescovo lo ammise tra i chierici. Ma, Pietro desiderava essere sacerdote religioso della Compagnia di Gesù. I genitori, però, gli negarono il consenso di entrare nell’Ordine, così egli si rivolse alla Vergine, affidandosi a lei con tutta l’anima. La grazia fu concessa e Pietro entrò nei Gesuiti. A Maiorca conobbe il beato Alfonso Rodriguez, che lo incoraggiò ad andare in America e così partì. A Cartagena, in Colombia, terminò la sua formazione e divenne sacerdote. Nell’emettere la professione religiosa solenne, egli aggiunse la promessa di spendere tutta la sua vita a servizio degli schiavi. Lavorò molto per essi, tanto da sopportare un martirio ininterrotto: un martirio di preghiera, di lotta, di sacrifici, di intenso apostolato. Un giorno, radunò in chiesa tanti neri e mentre predicava, il demonio destò un terribile turbine. Tutti terrorizzati cercarono la fuga verso la porta dove si era posto Pietro. Fu travolto e trovato più tardi ferito che pregava nella cappella della Vergine. Ma, tutti erano illesi. Più tardi, durante l’epidemia di pestilenza, egli fu instancabile con i malati, prestandogli servizi materiali e spirituali. Contrasse anch’egli la peste e, dopo quattro anni, in un giorno di agonia, circondato dai suoi prediletti, tornò a Dio.FB_IMG_1631168208338.jpg
 

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Venerdì 10 Settembre

S. Nicola da Tolentino sacerdote
B. Oglerio abate

SAN NICOLA DA TOLENTINO agostiniano
Fu chiamato Nicola in onore di san Nicola di Bari, alla cui tomba i genitori, desiderosi di avere un figlio, si erano recati in pellegrinaggio, ispirati da un angelo. In sogno, san Nicola promise loro un figlio destinato alla santità. A dodici anni entrò come oblato nel convento degli agostiniani del paese, per poi essere trasferito a Tolentino. Egli era assiduo al confessionale e si distingueva per la sua generosa carità. Esortava i ricchi alla carità e avviava i giovani nobili e studiosi alle opere di bene. Per sé possedeva una sola tonaca, faceva continui digiuni, viveva in preghiera e si caricava delle penitenze dei confratelli. La Vergine stessa lo guarì da una malattia dandogli un pezzo di pane bagnato nell’acqua. Nacque così la devozione dei piccoli pani benedetti, ai quali si devono molti prodigi. Con la preghiera, ottenne la liberazione dal Purgatorio di padre Pellegrino, che in sogno l’aveva supplicato di intercedere. In sonno vide una stella, annuncio della sua prossima fine. Anche un confratello vide la stella, che considerò come segno della sua santità.FB_IMG_1631265416671.jpg
 

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Domenica 12 Settembre

24ª p.a. SS. NOME DI MARIA
S. Autonomo vescovo martire

S.S. NOME DI MARIA
La Chiesa, oggi, onora il santo Nome di Maria per insegnarci tutte le ricchezze spirituali che questo Nome contiene. In esso sono racchiuse luce, forza e soavità. Sant’Alberto Magno dice che il Nome di Maria ha quattro significati:
Illuminatrice.
È la Vergine Immacolata che l'ombra del peccato non offuscò giammai; è la donna vestita di sole; è "Colei la cui vita gloriosa ha illustrato tutte le Chiese"; è infine Colei, che ha dato al mondo la vera luce, la luce di vita.
Stella del mare.
La liturgia la saluta così nell'inno, con fare poetico e popolare, Ave Maris Stella e ancora nell'Antifona dell'Avvento e del tempo di Natale: Alma Redemptoris Mater. La stella del mare è la stella polare, che è la stella più brillante, di quelle che formano l'Orsa Minore, vicinissima al polo fino a sembrare immobile e di molta utilità al navigante per orientarsi, quando non possiede la bussola.
Così Maria, fra le creature, è la più alta in dignità, la più bella, la più vicina a Dio, invariabile nel suo amore e nella sua purezza, è per noi esempio di tutte le virtù, illumina la nostra vita e ci insegna la via per uscire dalle tenebre e giungere a Dio, che è la vera luce.
Mare amaro.
Maria lo è nel senso che, nella sua materna bontà, rende amari per noi i piaceri della terra, che tentano di ingannarci e di farci dimenticare il vero e unico bene; lo è ancora nel senso che durante la Passione del Figlio il suo cuore fu trapassato dalla spada del dolore. È mare, perché, come il mare è inesauribile, è inesauribile la bontà e generosità di Maria per tutti i suoi figli. Le gocce d'acqua del mare non possono essere contate se non dalla scienza infinita di Dio e noi possiamo appena sospettare la somma immensa di grazie che Dio ha deposto nell'anima benedetta di Maria, dal momento dell'Immacolato Concepimento alla gloriosa Assunzione in cielo.
Signora o padrona.
Maria è veramente Nostra Signora. Signora vuol dire Regina, Sovrana. Regina è veramente Maria, perché la più santa di tutte le creature, la Madre di Colui, che è Re per titolo di Creazione, Incarnazione e Redenzione; perché, associata al Redentore in tutti i suoi misteri, gli è gloriosamente unita in cielo in corpo e anima e, eternamente beata, intercede continuamente per noi, applicando alle nostre anime i meriti da lei acquistati davanti a Lui e le grazie delle quali è fatta mediatrice e dispensiera.

Dagli scritti di sant’Alberto Magno
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Lunedì 13 Settembre

S. Giovanni Crisostomo vescovo dottore
S. Venerio eremita

SAN GIOVANNI CRISOSTOMO vescovo e dottore (13 settembre)
Giovanni nacque ad Antiochia nel IV secolo. Per molti anni condusse una vita eremitica, di preparazione a quella che fu la sua chiamata. Ritornato nella città, studiò, divenne sacerdote e si impegnò nella predicazione; fu Patriarca di Costantinopoli e grande oratore. Per la sua eloquenza, fu chiamato “Crisostomo”, cioè “Bocca d’oro”. Dotto, brillante, difendeva la dottrina cristiana contro le eresie. Era spinto dal fuoco della carità a consolare e soccorrere i cristiani, guidarli al bene e ravvivare la loro fede. Suscitò entusiasmo, acquistò fama, lui guida di tutti i cristiani d’Oriente. I suoi oppositori riuscirono, però, a farlo deporre e fu costretto all’esilio. Le sue parole giunsero ugualmente a guidare il popolo bisognoso di sostegno, che gli era rimasto vicino. Trent’anni dopo la morte, il corpo del Patriarca fu riportato a Costantinopoli e accolto con giubilo, perché in tutti quegli anni la sua fama era cresciuta.FB_IMG_1631513206210.jpg
 

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Martedì 14 Settembre

Esaltazione della Santa Croce
S. Gabriele Taurino vescovo martire

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE
Con la festa di oggi, la Chiesa celebra il trionfo della Croce che è segno e strumento della nostra salvezza, per mezzo della quale sono state cacciate le tenebre ed è ritornata la luce. La glorificazione di Cristo passa attraverso il supplizio della Croce: Cristo, incarnato nella sua realtà di Dio fatto Uomo, si sottomette volontariamente all'umiliante condizione di schiavo (la croce, dal latino “crux”, cioè tormento) e i patimenti del terribile supplizio vengono innalzati e trasformati in gloria in eterno. La Croce diventa, così, il simbolo della religione cristiana. Gli Apostoli, nell’opera di evangelizzazione, hanno presentato, alle diverse comunità visitate, il “Cristo Crocifisso”. Il cristiano, con la conversione, accetta di essere “crocifisso con Cristo”, cioè egli deve portare quotidianamente la propria croce, sopportando offese e sofferenze, come Cristo, quando gravato dal peso del “patibulum” (il braccio della croce, che il condannato portava sulle spalle fino al luogo del supplizio), fu costretto a esporsi agli insulti della gente sulla via che conduceva al Golgota. La morte di Cristo che si è lasciato inchiodare sulla Croce, la sofferenza di questa morte si riproduce nel Corpo mistico della Chiesa e porta un contributo alla redenzione degli uomini, assicurando la partecipazione alla gloria del Risorto. Insieme al Crocifisso, veniamo innalzati e sublimati anche noi. Infatti, ci distacchiamo dalla terra del peccato e saliamo verso le altezze.FB_IMG_1631600705295.jpg
 
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Mercoledì 15 Settembre

Beata Vergine Maria Addolorata
S. Nicomede martire

BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA
La vita di Maria fu un continuo esercizio di pazienza, perché ella visse spesso tra le pene. Dio ha preservato Maria dal peccato, non dal dolore. Ella viveva in povertà nella casa di Nazareth, partorì in una stalla a Betlemme, fuggì in Egitto, ritornò infine in patria, accompagnò il Figlio sul Calvario: sono alcuni degli episodi evangelici che caratterizzano la sofferenza della Vergine. Ella ha sperimentato, in tutto il suo essere, il tormento di tutte le madri, sulla sua anima è caduto il destino di Gesù. La spada di cui le aveva parlato Simeone finisce, realmente, per trafiggerla. Il pianto di Maria, però, non è mai un pianto disperato. Anche sotto la Croce! Perché sa che il Figlio muore per la salvezza degli uomini e, perché ha fede nella promessa della risurrezione. Col suo dolore composto, Maria ha liberato i cristiani dall’angoscia e li ha aiutati ad accettare la morte seppur evento negativo.FB_IMG_1631681378603.jpg
 

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Giovedì 16 Settembre

Ss. Cornelio papa e Cipriano vescovo martiri
S. Eufemia vergine martire

SANTI CORNELIO E CIPRIANO papa e vescovo martiri
Cornelio nacque a Roma da nobile famiglia. A causa della persecuzione di Decio, la Sede papale era vacante, fin quando Cornelio venne eletto papa, lui uomo di fede, giusto e amorevole. La sua elezione fu ostacolata dall’eretico Novaziano, che venne eletto antipapa e promosse uno scisma, fondando una comunità dissidente. Cornelio era sostenuto dal vescovo Cipriano di Cartagine, che affermava l’unità della Chiesa universale. Intanto, nella città di Roma scoppiò la peste di cui furono accusati i cristiani, così Gallo inasprì la persecuzione contro questi ultimi. Papa Cornelio venne incarcerato a Civitavecchia, dove morì.
Cipriano nacque a Cartagine ed era avvocato, quando un giorno ascoltando la Parola di Gesù si convertì al cristianesimo. Per la sua preparazione intellettuale, venne ordinato sacerdote e consacrato vescovo della sua città. Per paura della persecuzione di Decio e Gallo, molti cristiani tornarono al paganesimo. Alcuni si pentirono, ma la benevolenza e l’accoglienza del vescovo Cipriano non piacque a un gruppo rigorista. Venne accusato di debolezza dall’antipapa Novaziano, e venne mandato in esilio. Giuntagli la notizia che il nuovo papa Sisto II era morto martire, fece ritorno a Cartagine per dare testimonianza di fede, ma fu arrestato e decapitato.FB_IMG_1631775344613.jpg
 

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Venerdì 17 Settembre

Stimmate di S. Francesco
S. Roberto vescovo dottore

IMPRESSIONE DELLE STIMMATE DI SAN FRANCESCO
Da San Damiano, dove in gioventù il Crocifisso parlò a Francesco, al Monte della Verna. L’inizio e il compimento della storia di un uomo crocifisso per amore. Il Monte de’ La Verna Francesco lo ricevette in dono dal conte Orlando da Chiusi, un luogo adatto alla vita solitaria e a fare penitenza. Il silenzio di quel monte rapì l’anima di Francesco, il quale preferiva sistemarsi nelle profondità della roccia per vivere nascosto il fuoco che bruciava nel suo petto. Accadde, nel 1224, due anni prima della sua morte, gravi tensioni si erano accese nell’Ordine, così il Santo desiderò allontanarsi e si ritirò a La Verna, per vivere una quaresima in onore di san Michele. Francesco era intento a meditare come fosse possibile potersi unire ancora più intimamente col Cristo Crocifisso, quando il giorno dell’Esaltazione della Croce, il Signore, avendo ascoltato le preghiere di questo figlio, gli rispose. E Francesco fu fatto degno di ricevere sul proprio corpo i segni visibili della Passione di Cristo. Un prodigio mirabile: la figura di un serafino, con sei ali luminose, infuocate, discese dal cielo e giunse vicino all'uomo di Dio. Questi riuscì a vedere l'effige di un uomo crocifisso, che aveva mani e piedi stesi e confitti sulla croce. In seguito, si potevano scorgere sul corpo del Poverello non i fori dei chiodi, ma i chiodi stessi formati di carne di colore del ferro al centro delle mani e dei piedi, mentre il costato era imporporato dal sangue. San Francesco fu, semplicemente un “altro Cristo”: il Cristo risorto rivisse in modo perfetto nel Santo, posseduto e trasformato dallo Spirito dell’Amore.FB_IMG_1631859768047.jpg
 

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Sabato 18 Settembre

S. Giuseppe da Copertino francescano
S. Arianna martire

SAN GIUSEPPE DA COPERTINO sacerdote
Giuseppe nacque nel 1603 a Copertino, in una stalla, in una famiglia caduta in miseria. Egli visse anni durissimi, non fu in grado di imparare un mestiere e senza alcuna istruzione, a 17 anni decise di diventare frate. Bussò ai vari conventi della zona, che dopo un breve periodo di accoglienza lo rifiutavano per la sua semplicità, ignoranza e sbadataggine. Nessuno si era accorto del dono soprannaturale di cui godeva Giuseppe, cioè di essere un mistico. Con l’aiuto di uno zio, fu riammesso nel Convento della “Grottella” e lì gli fu affidato il compito di curare una mula. Egli desiderava, però, diventare sacerdote e così cercò di studiare con volontà, ma anche tanta difficoltà, sapendo a stento leggere e scrivere. Giuseppe superò l’ostacolo degli esami, che si svolgevano davanti al vescovo, in modo sorprendente, venendo ordinato sacerdote per volere di Dio. Si definiva fratello Asino, per la sua incapacità di svolgere un ragionamento coerente, per il non sapere maneggiare gli oggetti, ciò nonostante nel corso della sua vita ebbe tanti incontri con persone di buona cultura, con le quali parlava di teologia in maniera semplice ed efficace. Possedeva il dono della scienza infusa; amava i poveri, ai compiti propri del sacerdote, univa i lavori manuali, aiutava il cuoco, faceva le pulizie del convento, coltivava l’orto e usciva umilmente per la questua. Viveva fenomeni di estasi con levitazioni: dava improvvisamente un grido e si elevava da terra quando si pronunciavano i nomi di Gesù o di Maria, o era davanti al tabernacolo. Questi fenomeni avvenivano, perché Giuseppe era semplicemente un uomo di Dio, il quale si rivela agli umili e ai piccoli.FB_IMG_1631949253708.jpg
 

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Domenica 19 Settembre

25ª p.a. S. GENNARO vescovo martire
S. Francesco M. da Camporosso francescano

SAN GENNARO vescovo martire
Di Gennaro è giunto a noi il nome gentilizio, cioè della gens Ianuaria a cui apparteneva per nascita, risalente al latino “Ianus” (Giano), il dio bifronte delle chiavi del cielo, dell’inizio dell’anno e del passaggio delle porte e delle case. Nella seconda metà del III secolo, durante l’Impero di Diocleziano, fu eletto vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani per la cura che impiegava verso tutti indistintamente nelle opere di carità. Diocleziano, nella vecchiaia, firmò un editto contro i cristiani, colpendo la Chiesa per impedirle di soccorrere i poveri e spezzare così il favore popolare. Insieme ordinò una feroce persecuzione. Fu incarcerato il diacono Sosso, amico del vescovo Gennaro. Quest’ultimo saputo quanto stava accadendo, decise di andare in carcere e portare conforto a tutti i cristiani prigionieri ed esortarli a resistere nella fede. Il giudice informato della visita, lo fece arrestare e lo condannò a essere sbranato dalle belve. Ma, i romani si accorsero che il popolo aveva simpatia per Gennaro, allora decisero di decapitarlo presso la Solfatara di Pozzuoli. Si racconta che una donna riuscì a raccogliere parte del sangue del vescovo e a conservarlo con fede. Fra i santi dell’antichità è uno dei più venerati dai fedeli, infatti, il suo culto ha travalicato i secoli ed è giunto intatto fino a noi, caratterizzato dal misterioso prodigio della liquefazione del suo sangue, evento che si ripete due volte l’anno e che tanto tocca la sensibilità religiosa dei napoletani.
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