Pensioni dei parlamentari: perché aumentano e perché sono un privilegio
Il trattamento previdenziale di deputati e senatori oggi è diventato meno favorevole rispetto al 2011. Ma il costo delle rendite è continuato a crescere. Ecco per quale ragione
08-11-2013
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Pensioni dei parlamentari: perché aumentano e perché sono un privilegio
Il palazzo di Montecitorio, sede della Camera dei Deputati
Credits: Massimo Percossi/Ansa
TAG: DEPUTATI PARLAMENTARI PENSIONI SENATORI
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di Andrea Telara
Circa 7 milioni di euro in più rispetto all'anno scorso. E' la crescita del costo delle pensioni dei parlamentari italiani, scritta nero su bianco nel bilancio della Camera e del Senato e riportata anche dal Sole 24Ore. Si tratta di un aumento inaspettato, che avviene nonostante i due presidenti Piero Grasso e Laura Boldrini abbiano messo in atto una spending review, cioè un piano di revisione della spesa di entrambe le assemblee legislative. Sul costo complessivo dei vitalizi di deputati e senatori, non si vede neppure l'effetto delle nuove regole entrate in vigore nel 2012, che hanno reso meno generoso il trattamento previdenziale dei parlamentari.
PENSIONI D'ORO E PENSIONI DA FAME
Per capire la ragione che sta alla base di questi dati, bisogna compiere qualche passo indietro e ripercorrere ciò che è accaduto negli ultimi due anni. Fino al 2011, i parlamentari potevano beneficiare di un assegno previdenziale d'oro, che maturava dopo appena un quinquennio di legislatura. In realtà, non si trattava di una vera e propria pensione ma di un vitalizio che è presente in molte altre democrazie e che non viene pagato dall'Inps (come per gli altri lavoratori) ma pesa direttamente sui bilanci di Camera e Senato, che si comportano con regole completamente diverse rispetto agli altri enti pubblici.