No Dolores, non faccio le stese, non ne sono capace. Mi piacerebbe ma come dicevi tu l'intuito e la sensibilità nell'interpretare sono un dono e io non credo di averlo. Ecco perchè ti avevo scritto che secondo me non tutti possono leggere i tarocchi.
Mi piacciono molto e adesso ti racconto una mia esperienza così capirai come è nato in me l'interesse per i tarocchi, poi chiudo eprchè non credo che sia questo il post adatto per parlare, forse è il caso di spostarsi in off topic se vogliamo continuare a discutere.
Anni fa, la razionalissima e ipercontrollatissima Maurizia si ricorda che ha un'amica, una signora di una certa età che "fa le carte". Maurizia la teme, come diceva Dolores a proposito della sua esperienza, pensa che sia una cosa cattiva voler sapere il futuro, va contro i comandamenti, c'è qualcosa di diabolico nelle carte. Ma sono alla vigilia di una scelta che forse condizionerà il resto della mia vita: la ragione, le notti insonni passate a pensare, riflettere, a dirsi tutto e il contrario di tutto non sono servite a niente. Devo decidere una cosa. Credo fosse il 1994. Mi viene in mente la mia amica, vado a farmi leggere i tarocchi. La domanda è: faccio bene a insistere a restare a lavorare dove sono o vado via a cercare un altro lavoro?. Lei mi dice: no resta, a breve avrai soddisfazione. E così è stato, dopo 12 anni di precariato inizio alla fine del 1994 una splendida carriera che mi porterà ad alti livelli. Con la mia amica ci sentiamo a Natale, le faccio affettuosamente gli auguri ogni Natale ma non chiedo più di farmi le carte. Un giorno la incontro: stava aspettando l'autobus sotto una nevicata impietosa, mi fermo, l'accompagno a casa, lei mi chiede come va, io gli dico bene, sono in carriera, avevi ragione...
Mi propone un giro di carte, io esito, ma poi accetto. Io non mi ricordo che anno fosse: forse il 1999 o il 2000. La mia domanda: faccio bene ad accettare il trasferimento che mi hanno proposto?
Risposta: è indifferente, tanto tu lì non ci rimani! Ma come, il sogno coronato, il posto che ho ottenuto dopo aver tanto lottato, una splendida carriera davanti a me, un concorso nazionale che avevo appena vinto e mi aveva portato in alto...ho pensato, questa sbarella, sarà l'età.
Non la faccio lunga: per vicissitudini familiari, personali, di salute e diciamo...esistenziali...nel novembre del 2005 ho dato le dimissioni dal ruolo. Dopo aver spedito quella pesantissima lettera che chiudeva una vita precedente e ne apriva un'altra piena di incognite e di fatica ho ripensato alle parole della mia amica. Qualcuno dirà: ti hacondizionato, no, giuro di no, la vita mi ha portato là dove era destino che io andassi, lei lo aveva solo visto prima.
Che c'entra, mica tutto è così facile, mi aveva detto anche che avrei avuto 2 figli, non sono venuti, am quando le ho fatto notare questa cosa, lei mi ha detto: aspetta...potresti anche trovare un vedovo o un separato che ha 2 figli, non necessariamente dovranno essere i tuoi...Mi viene da sorridere...ma lei è così. Chissà...
Mau